Giro d'onore per Longo Borghini, la maglia rosa è tutta sua
Le Court Pienaar vince l'ultima tappa a L'Aquila su Edwards e Koch, ELB stacca Kopecky sullo strappo finale, completando una settimana perfetta. Anche Bradbury sul podio
Come per la Ronde van Vlaanderen dello scorso 31 marzo, come per la Paris-Roubaix di due anni, le parole possono restituire solo in parte la dimensione che riesce a raggiungere Elisa Longo Borghini nei momenti che segneranno la sua legacy. Dei trionfi che spiccano all'interno di un palmares invidiabile, a cui fino a oggi mancava la vittoria in una grande corsa a tappe. Fino a oggi, appunto, 14 luglio 2024, il giorno in cui Elisa Longo Borghini chiude con uno scatto perentorio sul traguardo di L'Aquila un Giro d'Italia condotto dal primo all'ultimo istante, sostenendo il peso della maglia rosa come solo un'atleta all'apice tecnico e mentale può fare.
Sarebbe stata una degnissima maglia rosa anche Lotte Kopecky, che ha lasciato sulla strada tutto quello che aveva finché ha avuto la possibilità di ribaltare la situazione, tanto da arrivare alla partenza di oggi con un solo secondo da recuperare. Un duello tra atlete di carature mondiale, campionesse a 360 gradi per tutti i terreni e tutte le stagioni, dal muro di Santa Caterina alle Strade Bianche ai 16 chilometri di salita del Blockhaus.
L'ultima italiana a vincere il Giro era stata Fabiana Luperini nel 2008, e sedici anni dopo il testimone passa nelle mani migliori possibili. Longo Borghini è un'eccellenza dello sport italiano e del ciclismo mondiale, forse mai adeguatamente celebrata come tale. Un traguardo che sa un po' di chiusura di un cerchio, per la vera e propria portabandiera del ciclismo italiano, e che merita di essere celebrata come tale, perché nessuna lo avrebbe meritato quanto lei.
Ci affidiamo direttamente alle sue parole, nell'intervista di rito con la maglia rosa: “Il ricordo più bello di questo Giro probabilmente è oggi, perché mi piace il brivido, l'adrenalina, quando è tutto in un secondo, il testa a testa e combattere fino alla fine.” Una vittoria non banale, fatta anche di nervosismo, tensione e paura, da trasformare in energia nervosa per avere qualcosa in più per andare sempre un passo oltre. Una vittoria da ricordare e raccontare dal primo all'ultimo metro.
Giro d'Italia Women, la cronaca dell'ultima tappa
La Lidl-Trek inizia subito a controllare nei primi trenta chilometri che portano allo sprint intermedio, cercando di far andare la fuga giusta. Inizialmente all'attacco Lieke Nooijen (Team Visma Lease a Bike), Loes Adegeest (FDJ-Suez) e Asia Zontone (Isolmant-Premac-Vittoria), tutte molto lontane in classifica e che nell'interesse della squadra della maglia rosa possono prendere ampio spazio, ma il loro tentativo dura poco.
A quel punto, è Lucinda Brand a proporre in prima persona un attacco, portandosi dietro Claire Steels (Movistar), Katrine Aalerud (Uno-X Mobility) e la maglia azzurra Justine Ghekiere (AG Insurance-Soudal), che passando per prima sui due gpm di giornata si aggiudica ufficialmente la classifica scalatrici. Sulla salita di Castel del Monte (13.7 km al 4.7%), Niamh Fisher-Black è l'unica gregaria a disposizione di Kopecky e si mette a fare il ritmo, e in cima alla salita la fuga è neutralizzata.
Sono tante le squadre interessante a muoversi per la vittoria di tappa, compreso il Team dsm-firmenich PostNL, con anche Juliette Labous a provare ad entrare in una fuga per sfruttare la situazione a proprio vantaggio per la classifica generale. Ne vengono fuori dei chilometri di tutte contro tutte nel continuo saliscendi che dalla cima dell'ultimo GPM, ai -45 dall'arrivo, porta al falsopiano che precede gli ultimi due strappi. Kopecky si muove anche in prima persona per controllare la situazione ed eventualmente lanciarsi, Longo Borghini non si fa trovare impreparata e alla fine la situazione si placa nuovamente.
A trentasette chilometri dall'arrivo, Ruth Edwards (Human Powered Health), che già aveva provato in precedenza con Labous, riesce a portare via un tentativo con Franziska Koch (Team dsm-firmenich PostNL), a cui si accoda anche Kim Le Court Pienaar (AG Insurance-Soudal). Una situazione invidiabile per la Lidl-Trek, con un terzetto che potrebbe via tutti gli abbuoni e che può prendere vantaggio nel lungo tratto in falsopiano. Fisher-Black torna davanti a tirare ma non trova grande appoggio da altre squadre, e ai -15 il vantaggio delle tre è salito fino a 1'10".
Il giorno di Le Court Pienaar
L'unica squadra che prova a riaprire i discorsi per la vittoria di tappa è la FDJ-Suez, prima con Grace Brown e poi di nuovo con Adegeest, che ai -10 riesce ad andarsene da sola, mentre il gruppo si apre per un attimo. La SD Worx non ha però ancora rinunciato completamente, anche perché prima della salita finale c'è un altro strappo di 1700 metri. Qui è Mavi García a muoversi per cercare di rientrare sulla testa della corsa, va a riprendere Adegeest ma non le tre davanti, che hanno ancora cinquanta secondi. Kopecky segue la spagnola, portandosi dietro le altre due del podio, ma allo scollinamento sono di nuovo tutte insieme.
Davanti Koch aveva perso qualche metro in salita ma riesce a rientrare in vista della salita conclusiva, tornando in corsa per lo sprint a tre che decide l'ultima tappa di questo Giro. La campionessa tedesca non riesce però a contestare la volata, che diventa una questione a due tra Edwards e Le Court Pienaar. La campionessa delle Mauritius fa valere il suo spunto veloce e vince nettamente, centrando la prima vittoria nel World Tour per lei e per il suo Paese. Edwards è ancora seconda, come due giorni fa dietro Lippert.
Il giorno di Longo Borghini
Anche senza abbuoni in palio, il Giro non è ancora finito. Dietro in tante provano a partire dai primi metri dello strappo ma rimbalzano indietro, mentre Bradbury ci prova a 500 metri dall'arrivo. La mossa della maglia bianca innesca la reazione di Kopecky, che ha un'ultima cartuccia da sparare per tentare il tutto per tutto. La scena è però sempre la stessa di questi sette giorni, ieri anche a parti invertite: una delle due parte, l'altra si incolla alla ruota. E questa volta Longo Borghini non solo risponde, ma ai 200 metri vede lo spiraglio per partire e mettere la parola fine su questo Giro.
Kopecky ha dato tutto quello che aveva per cercare di fare la differenza, ma sulla risposta perentoria della rivale non può fare altro che abbassare la testa, lasciarsi sfilare e dichiarare la resa. ELB fa il vuoto e può liberare la sua gioia già sul traguardo: il Giro d'Italia è ufficialmente suo.
Alla fine sono ventuno i secondi di distacco tra le due, con Bradbury a completare il podio a 1'16". Per la campionessa del mondo c'è anche la maglia rossa della classifica a punti, mentre per l'australiana la maglia bianca di miglior giovane. Invariate le prime sei posizioni della generale, con nell'ordine Pauliena Rooijakkers, Juliette Labous e Antonia Niedermaier, mentre Fisher-Black cede la posizione dopo aver lavorato, con Gaia Realini che sale così al settimo posto.