Professionisti

Egan Bernal Campa Felice in maglia rosa

16.05.2021 16:54

Prova di forza della Ineos e del suo capitano nella dura tappa aquilana del Giro. Rispondono bene Ciccone e Vlasov, Evenepoel distratto perde terreno


Forse è ancora presto per dirlo con certezza, ma la prima settimana del Giro d'Italia sembra spazzare via (per fortuna!) tutti i dubbi sulla precarietà della condizione di Egan Bernal. Ci auguriamo, davvero, che gli interminabili malanni alla schiena del colombiano, probabilmente causati da alcuni pasticci fatti dagli ortopedico che si sono avvicendati nel seguirlo, siano ormai alle spalle. Di sicuro, l'azione fatta oggi dal 24enne di Bogotà, un Tour de France già alle spalle, è quella dei numeri uno, cosa che oggi ha dimostrato essere anche la squadra oltre al capitano, pressoché ineccepibile nella condotta, nel controllo e nel traino di Bernal verso un successo non decisivo, ma importante per la classifica finale. Anche perchè i 20" guadagnati su Remco Evenepoel sono sudati, meritati e non garantiti in futuro, dato che il belga oggi non ha fatto che confermare quando la sua forza incommensurabile vada di pari passo con una malizia in bicicletta ancora molto da sgrezzare, e non è detto che le prossime tappe difficili (oltre a Montalcino) offriranno occasioni per coglierlo nuovamente in fallo.

Inizio sprint: Bahrain aggressiva, paura per Mohoric
La Castel di Sangro - Campo San Felice prevede 158 km, 7 salite delle quali 4 categorizzate, pochissima pianura e circa 3000 metri di dislivello. Non parte Tomas Marczynski, ancora sofferente per gli strascichi lasciati dal Covid-19, al quale seguirà in corsa in ritiro quello di Jasper De Buyst, con la Lotto Soudal che perde 3 effettivi in due giorni. Non potrà che essere una tappaccia. E infatti: sulla prima salita lunga, il Passo Godi, un seconda categoria pedalabile però di 14 km, si accendono i tentativi di fuga, con il locale Dario Cataldo (Movistar), Matteo Fabbro (Bora) e  Geoffrey Bouchard (Ag2r La Mondiale) che danno il là ad un'azione di 20 elementi circa, con impegnato tra gli altri ovviamente il detentore della classifica scalatori Gino Mäder (Bahrain-Merida).

Ma lo svizzero non è lì solo per i suoi interessi: gli UAE, fuori dal tentativo, tengono vicino il gruppo, facendo il gioco della Bahrain-Merida che approfitta della loro azione per far rientrare Damiano Caruso sui fuggitivi a fine salita con una stilettata dalla facilità disarmante. Con lui, anche Daniel Martinez (Ineos) riesce a rientrare, rendendo immediatamente la fuga pericolosa per la generale. Il coraggio della Bahrain-Merida non viene però premiato come merita: nell'azione un uomo chiave è Matej Mohoric, il quale però incappa in uno sfortunato incidente in discesa, andando a prendere il bordostrada interno dopo aver perso il controllo della ruota anteriore su un tornante. Lo sloveno finisce in capriola, picchia la testa e rompe la forcella: fortunatamente, si rialza immediatamente, per lo più di adrenalina, ma il corpo di frusta preso lo costringe a terminare la corsa su un'ambulanza.

Parte la fuga vera, con Bennett, Mollema e Ulissi
Intanto dietro, prima i Bike-Exchange e poi ancora gli UAE, spingono per chiudere sul tentativo. Sono passati solo 50 km, ne mancano ancora 100, ma la corsa è ancora tutta da definire e continuano i tentativi; un primo tentativo in fondo alla discesa lanciato da Luis Leon Sanchez Gil (Astana) con Tanel Kangert (Bike Exchange), ancora i combativissimi Bouchard e Fabbro e altri 8 fallisce, poi sull'ascesa non categorizzata di Fonte Ciarlotto, altri 12 km pedalabili, l'inglese Simon Carr (EF Education) fa da testa di ponte per una nuova azione, che vede ancora Sanchez, Kangert, Bouchard, Fabbro insieme a Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale), Filippo Zana, Giovanni Visconti (Bardiani Csf), Nicolas Edet (Cofidis), Ruben Guerreiro (EF Education), George Bennett, Koen Bouwman (Jumbo-Visma), Einer Augusto Rubio (Movistar), Michael Storer (DSM), Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates) ed in ultima battuta, anche Eduardo Sepulveda (Androni-Sidermec), rientratoin discesa.  Un'azione che finalmente accontenta tutti (il meglio messo in classifica è Kangert a 5'37" da Valter) e può essere lasciata andare. I 17 uomini Sto arrivano a tenere 3'30" di margine sulla successiva salita di Forca Caruso.

Bouchard scatenato per tappa e maglia (di miglior scalatore)
La gara resta in stallo un po' fino al traguardo volante di Celano, ai piedi della salita di Ovindoli, altro 2a categoria lungo ma pedalabile. Mentre dietro il controllo della corsa passa agli Ineos, davanti si rompe il gruppo dei fuggitivi, con Geoffrey Bouchard sempre effervescente e con la testa alla maglia blu che scollina al comando con Simon Carr, inseguiti da Bouwman, Storer e Mollema. Il terzetto riesce a rientrare su Carr, non sullo scatenato Bouchard che approccia da solo la salita finale.
L'altipiano delle Rocche è un tratto potenzialmente pericoloso, ma il vento favorevole nullifica qualsiasi proposito di ventaglio (Remco Evenepoel ci prova lo stesso, ma neanche i suoi compagni sembrano tanto convinti). Pur andando in maniera discontinua, il gruppo si avvicina ai fuggitivi, lasciando a Bouchard un minuto e mezzo di margine per i 6 km finali.

La Ineos prepara l'attacco finale di Bernal
La salita comunica con un nuovo forcing della Ineos, che mette in difficoltà la giovane maglia rosa Attila Valter già apparso abbastanza consumato verso Ovindoli.  La lotta parallela si fa emozionante negli ultimi 2 km di sterrato: Koen Bouwman esce dal gruppo inseguitore e nel tratto duro aggancia Bouchard, ma i due hanno poche possibilità, perché dietro di loro il forcing di Gianni Moscon ha la doppia funzione di castigare un Remco Evenepoel un po' distratto e di far da lancio all'attacco finale di Egan Bernal, che avviene negli ultimi 500 metri lanciato da un tentativo di Alexander Vlasov. Giulio Ciccone tiene per poco il colombiano, che ai -300 passa i due fuggitivi e continua nel suo attacco, che gli permette di arrivare in solitaria e vincere la sua prima tappa in carriera al Giro d'Italia.

Bernal guadagna così 7" su Ciccone e Vlasov, 10"  su un Evenepoel rimontante nel finale e su Daniel Martin, 12" su Damiano Caruso, Romain Bardet, Marco Soler, Daniel Martinez, Joao Almeida, Formolo, Carthy, Buchmann e Simon Yates. Vincenzo Nibali è 21esimo a 35". Distacchi minimi, ciò che il terreno a disposizione metteva in una salita finale più suggestiva che selettiva, ma sufficienti a Bernal per indossare anche la sua prima maglia rosa, con 15" su Evenepoel, 21" su Vlasov, 36" su Ciccione e 43" su Valter.
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