Martina Fidanza, Chiara Consonni, Martina Alzini, Marco Villa, Vittoria Guazzini, Elisa Balsamo: trionfo azzurro nell'Inseguimento a squadre ai Mondiali 2022! © Federciclismo
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Vi amiamo, ma quanto vi amiamo, Meraviglie d'Italia!

Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini e Martina Alzini: Campionesse del Mondo nell'Inseguimento a squadre, un traguardo storico è finalmente raggiunto

13.10.2022 22:16

Campionesse del Mondo! Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini che hanno stracciato la finale, e Martina Alzini che è stata preziosa pedina in semifinale, una squadra meravigliosa composta da ragazze meravigliose, un quartetto che da anni sta lavorando passetto dopo passetto, una crescita iniziata sotto l'egida di Dino Salvoldi e portata a compimento dal Maestro Marco Villa, il primo titolo iridato nell'Inseguimento a squadre per le donne d'Italia, momento angolare di un percorso che condurrà dritto dritto a… qui, sempre, nel senso di Parigi, Francia, dai Mondiali d'oggi alle Olimpiadi che verranno tra meno di due anni. Dopo il bronzo del 2018, l'argento del 2021, il podio sfiorato ai Giochi dello scorso anno, arriva il momento delle lacrime, di inondare il velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines con la gioia, l'emozione, la felicità dovuta a queste fantastiche atlete, cercata con pervicacia infinita, con pazienza ammirevole, e meritata come pochi altri risultati sportivi che abbiamo visto in questi anni.

Lo sapevamo che questo momento sarebbe giunto prima o poi, era scritto, era palese da anni, troppo impetuosa la crescita di un gruppo che sta segnando un'epoca per lo sport italiano (e non abbiamo detto ciclismo, abbiamo detto sport) e che continuerà ancora a lungo. Il ciclismo femminile parla italiano, sempre di più, sempre più ovunque, ed è bellissimo rendersi conto di come tutto, quest'ondata di magia e risultati clamorosi, sia nato proprio nel velodromo. Quel velodromo che oggi consacra non tanto delle ragazze (alcune già consacrate, una Balsamo per dire) quanto un progetto, e quanto tutte loro siano coinvolte in quel progetto, innamorate di esso e del sogno che in questi anni ha rappresentato. Ora arrivano i premi per tanti sforzi, oggi una maglia iridata di cui andare orgogliose, perché costruita giorno per giorno con tanta fatica, tanta convinzione, tanta fiducia e tanta consapevolezza; domani, chissà, una medaglia olimpica, come già accaduto per i colleghi uomini? Non possiamo davvero porre limiti alle possibilità, e se anche potessimo, stasera davvero non potremmo.

L'Italia ha vinto l'oro mondiale e non c'è davvero stata partita. Ha vendicato, il quartetto femminile, la sconfitta patita un paio d'ore prima da quello maschile, battuto dai britannici. Le azzurre hanno ripagato con gli interessi, al cospetto di gente che si chiama Katie Archibald (e Neah Evans, Josie Knight, Anna Morris), hanno letteralmente dominato la finale così come avevano dominato i turni precedenti. Mai in discussione la loro vittoria, dopo due giri di pista avevano già un secondo e due di vantaggio, e quel margine non è stato soggetto a deflazione, si è a lungo sostanziato sull'1"1, poi dopo due chilometri e mezzo di gara, quando Martina Fidanza ha finito il proprio lavoro e si è sfilata, è salito impetuosamente, un secondo e mezzo, poi un secondo e otto al terzo chilometro, e poi la chiusura in scioltezza con 1"609 di vantaggio.

4'09"760 il tempo delle Meraviglie d'Italia, un altro record nazionale (ma ormai non fanno più notizia), contro il 4'11"369 delle britanniche. Finita la gara è partita la festa, a cui tutte e tutti della nazionale azzurra hanno partecipato. Ma del resto, chi di noi appassionati non avrebbe voluto essere lì, in quel tripudio in quel momento, a gioire come poche altre volte?

Per la cronaca, il bronzo è andato alla Francia, che con 4'10"774 ha battuto l'Australia (4'13"866).

Le altre prove della serata. Lo Scratch maschile è stato gara tattica, non ci sono stati attacchi e tutto si è risolto in una splendida volata d'anticipo piazzata dal canadese Dylan Bibic, che ha preceduto il giapponese Kazushige Kuboki e olandese Roy Eefting. 11esimo posto per Mattia Pinazzi.

Il Keirin si è risolto in una sfida ad altissima velocità in casa olandese, con Harrie Lavreysen che ha preso “la corda” e l'ha tenuta fino alla fine, incurante della bella rimonta di Jeffrey Hoogland che è venuto fuori all'esterno, affiancandolo sul rettilineo conclusivo ma non riuscendo - per poco - a superarlo. Terzo posto per l'ancor più rimontante (partiva più indietro) Kevin Santiago Quintero: il colombiano ha preceduto il duo francese Sébastien Vigier-Mélvin Landerneau e il giapponese Kohei Terasaki; poi subito dopo il traguardo, mentre Lavreysen festeggiava il suo decimo titolo mondiale (terzo - consecutivo - nel Keirin), Vigier si è distratto un attimo ed è caduto, buttando giù pure Hoogland… Per fortuna la velocità era bassa e nessuno s'è fatto male.

Le gare di domani: nel primo pomeriggio le qualifiche del Chilometro vedranno impegnati Matteo Bianchi e Davide Boscaro, quelle dell'Inseguimento individuale maschile Filippo Ganna e Jonathan Milan; Elisa Balsamo parteciperà poi all'Omnium che comincerà nella prima sessione. La sessione serale sarà aperta alle 18.30 dalla Corsa a punti in cui gareggerà Michele Scartezzini, quindi ci saranno le ultime due prove dell'Omnium (Eliminazione alle 19.30, Corsa a punti in chiusura alle 21), le finali del Chilometro (alle 20) e dell'Inseguimento (20.35) e si completerà poi il torneo della Velocità femminile con semifinali e - alle 20.50 - finali.

Quanto al medagliere, con 2 ori e 2 argenti l'Italia guida su Olanda (1-3-1), Gran Bretagna (1-1-3), Australia, Belgio, Canada e Germania (1-0-0), Cina e Giappone (0-1-0), Colombia, Danimarca, Francia e USA (0-0-1).

Barbieri fa le pentole ma non i... Kopecky
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!