Bennett più veloce del vento
Tour de France, l'irlandese supera Ewan, Sagan e Viviani a Île de Ré, in una tappa ricca di cadute
La frazione altimetricamente più agevole dell'edizione 107 del Tour de France è quella che giunge dopo il primo giorno di riposo. La Île d'Oléron-Île de Ré di 168.5 km, che presenta la particolarità di partire e di terminare in altrettante isole differenti (prima volta nella storia della Grande Boucle che si verifica una simile circostanza), è piatta come un fuso e, per gran parte del tracciato, si dipana lungo la solitamente ventosa costa atlantica.
Per questa decima frazione tutta nella Charente Maritime si muovono alle 13.43 ben 165 atleti, tutti quelli giunti al traguardo di domenica con l'eccezione del povero Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), andato a casa per il dolore al gomito che lo accompagna dalla giornata inaugurale. Il lucano viene virtualmente accompagnato da altri abbandoni: i test covid effettuati ieri hanno riscontrato quattro positività in altrettanti membri dello staff di AG2R La Mondiale, Cofidis, Ineos Grenadiers e Mitchelton-Scott.
A loro si aggiunge anche un componente dell'organizzazione, nientemeno che Christian Prudhomme. Il grande capo deve così lasciare la propria creatura almeno per una settimana, lasciando il testimone di direttore di corsa ad uno dei suoi vice, l'ex professionista François Lemarchand che si incarica, tra i diversi impieghi, di sventolare la bandiera al km 0.
La fuga a due non fa strada, la Deceuninck prova a sventagliare
Immediatamente si registra l'allungo di un passistone come lo svizzero Stefan Küng (Groupama-FDJ), imitato dal connazionale Michael Schär (CCC Team). Nessuno va al loro inseguimento, con Amund Grøndahl Jansen (Team Jumbo-Visma) a mettersi a tirare in compagnia di Thomas De Gendt (Lotto Soudal) e del duo della Decuninck-Quick Step composto da Rémi Cavagna e Tim Declercq. Alla coppia di locomotive rossocrociate non viene concesso un margine cospicuo, tanto che nella prima ora, dove percorrono ben 49.3 km, non toccano mai i 2', passando al km 50 con soli 50" dalla loro.
La ragione di questa animosità del plotone è ben comprensibile con un cambio di direzione dopo il km 65, poco dopo il villaggio di Le Gua: la Deceuninck-Quick Step si mette in testa e, quasi per vendicare la brutta figura di venerdì, sfrutta il vento provoca la frattura, dando il via ad una decina di km di corsa animata. Va detto, tutti gli uomini di classifica e i velocisti rimangono attenti in avanguardia - a livello di nobiltà, i principali staccati sono Buchmann, Daniel Martin e Zakarin - e ai meno 90 km si torna ad una situazione di gruppo compatto. Nulla da fare per Küng e Schär, ripresi attorno al km 68.
Nel mentre, al km 70, in un gruppetto di staccati causa dal ventaglio si verifica una caduta causata da Neilson Powless: vengono coinvolti, tra gli altri, Esteban Chaves, Alessandro De Marchi, Cyril Gautier, Robert Gesink, Toms Skujins e Nicolas Roche, quest'ultimo più sofferenti degli altri. Peggio dell'irlandese, però, va a Sam Bewley: l'esperto neozelandese della Mitchelton-Scott è costretto al ritiro, con una possibile frattura alla clavicola.
Caduta in una rotonda, coinvolti Pogacar, Martin e Formolo
La corsa procede senza scossoni sino al transito tra le strade di Rochefort; in uscita da una rotonda ai meno 64 km si scivola nelle prime posizioni, e tra i coinvolti ci sono grossi calibri. Tadej Pogacar mostra sangue freddo, e con il fido Jan Polanc poco dopo torna in gruppo. Meno fortunato è l'altro portacolori della UAE Team Emirates, il veronese Davide Formolo: l'ex campione italiano riporta sbucciature e contusioni alla schiena. Pur faticando, si rialza e riparte, giungendo ultimo a quasi 15'. Assaggiano l'asfalto anche il terzo della generale Guillaume Martin nonché Bryan Coquard, Edvald Boasson Hagen e Nils Politt.
Edet, Herrada e Périchon vengono fermati per facilitare il rientro del capitano, seguiti in un secondo momento anche da Consonni e Laporte. Il gruppo della Cofidis effettua il ricongiungimento ai meno 56 km, come accade poco più tardi per Coquard. Non cade ma vive una giornata difficile Caleb Ewan: sempre assistito da Jasper De Buyst, il velocista della Lotto Soudal non abbandona mai la coda del gruppo, mostrando un'espressione tutt'altro che rilassata.
Traguardo volante a Trentin, si continua a cadere
Lo sprint intermedio di Châtelaillon Plage (km 131), unico traguardo di giornata, è meno caotico e più bizzarro del solito: ai meno 600 metri Coquard si lancia in una azzardata progressione, che non sortisce effetto se non per il quinto posto parziale. A conquistare i 20 punti in palio è Matteo Trentin, che dimostra di credere nel sogno maglia verde nonostante l'ampio distacco; dietro all'azzurro del CCC Team si piazza chi quella divisa la indossa come fosse una seconda pelle, ossia Peter Sagan, mentre Sam Bennett si accontenta della terza piazza seguito dal fido Michael Mørkøv.
Il tracciato continua a riproporre inutili e pericolosi trabocchetti, tra strade strette e svolte a gomito; in una di esse ai meno 31 km, poco prima di un passaggio a livello, quasi mezza Arkéa-Samsic viene coinvolta dato che Warren Barguil, Kévin Lédanois e Dayer Quintana finiscono a terra, riuscendo comunque a rientrarsi dopo un inseguimento non di poco conto.
Nuovi ventagli, nuove cadute. López rischia ma si salva
Usciti da La Rochelle, il vento laterale soffia in un lungo rettilineo ai meno 19 km: la Ineos Grenadiers lavora al meglio con Rowe e Van Baarle, seguiti da un attentissimo Bernal, provocando una frattura in gruppo. Nessun staccato di spessore, non ritenendo tali a questo punto Pinot e Rolland; qualcosa cambia ai meno 17 km quando l'ennesimo spartitraffico provoca l'ennesima caduta. Se il tedesco Jonas Koch è il più sbucciato, i più famosi sono altri come Julian Alaphilippe, Alberto Bettiol, Richard Carapaz e Alejandro Valverde, nessuno senza ferite significative.
La frattura causata da questo incidente lascia indietro Miguel Ángel López, ben attorniato dai gregari Astana che lo aiutano a ricucire questo pericoloso buco venutosi a formare. Nel mastodontico ponte lungo 3 km che collega l'isola alla terraferma il colombiano, al pari di Valverde, rientra, tirando un sospiro di sollievo. A parte un tentativo di Stefan Küng che dura lo spazio di un battito di ciglia, il gruppo, forte di una ottantina di unità, si dirige verso la scontata volata, con i treni dei velocisti a salire di posizione.
Bennett centra la vittoria e scoppia in lacrime, quarta piazza per Viviani
Particolarmente organizzato è il plotoncino del Team Sunweb, con sei uomini (tutti tranne Roche) a disposizione di Cees Bol; sono proprio loro ad iniziare in testa l'ultimo km con Kragh Andersen che lascia spazio a Nieuwenhuis. Tuttavia l'esperienza di Michael Mørkøv fa la differenza: il danese si infila al momento opportuno nel treno teutonico-neerlandese, con Sam Bennett alla sua ruota. L'ex pistard lancia il suo sprinter al meglio e l'irlandese non fa altro che finalizzare l'opera, andando a conquistare il primo centro della carriera alla Grande Boucle.
Bennett, che con i 50 punti conquistati torna in maglia verde, ha la meglio in un traguardo a grandi firme: alle spalle del portacolori della Deceuninck-Quick Step, che nel dopotappa allenta la tensione con un pianto liberatorio, giunge secondo un Caleb Ewan (Lotto Soudal) a cui sarebbero serviti una ventina di metri per operare il sorpasso. Terzo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), quarto Elia Viviani (Cofidis), alla miglior volata di un Tour sinora sottotono. Seguono l'iridato Mads Pedersen (Trek-Segafredo), André Greipel (Israel Start-Up Nation), Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Cees Bol (Team Sunweb), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Luka Mezgec (Mitchelton-Scott).
La classifica resta immutata, con Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) in maglia gialla con 21" su Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 28" su Guillaume Martin (Cofidis), 30" su Romain Bardet (AG2R La Mondiale), 32" su Nairo Quintana (Team Arkéa-Samsic) e Rigoberto Urán (EF Pro Cycling) e 44" su Tadej Pocagar (UAE Team Emirates). Domani altamente probabile una nuova volata nella Châtelaillon Plage-Poitiers di 167.5 km, pianeggiante per intero con un tratto in leggera pendenza tra i meno 3 e i meno 2 km, ma che non dovrebbe creare il minimo fastidio.