Perché nel calendario World-Tour non ci sono più corse di ciclismo negli Stati Uniti?
Un'analisi cerca di spiegare i motivi dietro le difficoltà dell'intero movimento statunitense
C'era una volta il ciclismo in America. Può far sorridere leggere questa frase ma la realtà, per chi magari negli ultimi anni si è chiesto come mai siano scomparse dal calendario le corse organizzate oltreoceano, nello specifico negli Stati Uniti (visto che la campagna canadese, al contrario, continua a godere di grande seguito e partecipazione), è che il ciclismo su strada statunitense è sempre più ai margini del panorama mondiale.
I problemi che hanno causato questa progressiva scomparsa di gare sul territorio USA non si fermano soltanto all'organizzazione delle corse ma anche al decrescente numero di squadre americane presenti nel professionismo, e già solamente questi due fattori rischiano di far crollare le possibilità di ispirare dei giovani a intraprendere la carriera del corridore, considerando che la cultura sportiva americana di per sé numerose discipline molto più popolari e accessibili del ciclismo in cui cercare di sfondare.
Un'analisi pubblicata da Fin Major per cyclinguptodate ha fatto un po' il punto della situazione sulle difficoltà che sta attraversando il movimento a stelle e strisce, ed è interessante riprenderne dei passaggi per trarne delle ulteriori riflessioni.
La scomparsa delle corse e il calo delle squadre
Un decennio fa, le squadre professionistiche iscritte all'Unione Ciclistica Internazionale erano ben 19, numero che oggi è sceso a 11, otto in meno. Inoltre, evidenzia Major, le due squadre di riferimento presenti nel World-Tour, la Lidl-Trek e la EF Education Easy-Post, hanno sede principalmente in Europa. L'altro fattore chiave nel declino del movimento è senza dubbio la cancellazione nel 2020 del Tour of California, corsa a tappe nata nel 2006 e che nel triennio 2017-2019 era riuscita a guadagnarsi lo status World-Tour.
Nello scorso decennio la corsa californiana, così come il Tour of Utah (presente nel calendario ProSeries dal 2010 al 2019, corsa che tra le altre cose fece scoprire al mondo le doti di Sepp Kuss), è stata la miglior vetrina per mettere alla prova i migliori talenti del ciclismo statunitense con alcune delle migliori squadre al mondo, le quali sfruttavano corse del genere per mettere anche loro alla prova i loro giovani. Corridori come Tejay van Garderen, Andrew Talansky e Taylor Phinney si sono fatti conoscere agli occhi degli appassionati grazie alle performance nella corsa californiana, senza dimenticare che campioni come Peter Sagan, vincitore di ben diciassette tappe, hanno partecipato numerose volte. Inoltre, non è secondario menzionare che gli ultimi due vincitori del Tour of California prima della sua cancellazione sono stati due futuri vincitori di Grandi Giri come Egan Bernal nel 2018 e l'attuale campione del mondo Tadej Pogačar nel 2019.
“Le ragioni ufficiali della cancellazione del Tour of California sono state le difficoltà finanziarie e le sfide per assicurarsi gli sponsor”, sottolinea Major. “Con costi operativi elevati, tra cui la logistica, la chiusura delle strade e la trasmissione, la corsa è diventata insostenibile senza un sostegno sufficiente. L'effetto a catena è stato significativo, con minori opportunità per i ciclisti americani di gareggiare in patria ad alto livello e di mostrare il proprio talento al pubblico locale”. Senz'altro, lo scoppio della pandemia da Covid-19 nel 2020 ha ulteriormente complicato l'organizzazione di corse negli USA.
Le difficoltà nel garantire un ciclismo sostenibile a livello finanziario
C'è da dire che un tentativo di rilanciare l'organizzazione delle corse di ciclismo negli Stati Uniti era stato fatto: nel 2023 è stata lanciata infatti la National Cycling League (NCL), il cui principale obiettivo era quello di trasformare il ciclismo in uno sport di massa nel territorio americano, introducendo squadre con parità di retribuzione per uomini e donne e concentrandosi sul coinvolgimento dei tifosi.
Tuttavia, precisa Major, “la lega ha dovuto affrontare sin dall'inizio notevoli turbolenze finanziarie. Nella sua stagione di debutto, la NCL ha dovuto abbandonare una delle prime quattro gare e apportare modifiche all'ultimo minuto a sedi e date, segnalando sfide operative più profonde. Sebbene la NCL abbia in programma di tornare nel 2025 con un modello di business migliorato, le sue difficoltà evidenziano la difficoltà di rendere il ciclismo finanziariamente sostenibile negli Stati Uniti”.
Problemi logistici e finanziari non riguardano invece le corse su sterrato, che hanno visto una crescita vertiginosa di popolarità in America. Basta pensare che la Unbound Gravel organizzata in Kansas ha visto la partecipazione di oltre 5mila persone alla corsa. "A differenza delle gare su strada, le gare su sterrato offrono un'atmosfera unica, simile a quella di un festival, che risuona tra i ciclisti e gli appassionati americani.
Il fascino delle corse su sterrato risiede nell'accessibilità, nello spirito comunitario e nella sicurezza. A differenza delle gare su strada, che si svolgono su autostrade trafficate e spesso richiedono un ampio supporto di polizia per il controllo del traffico, le gare su ghiaia si svolgono in genere su strade remote e a basso traffico, riducendo le sfide logistiche e i problemi di sicurezza".
La diffusione delle corse gravel può diventare un ulteriore ostacolo all'organizzazione delle corse su strada, secondo Major: “Molti ciclisti che tradizionalmente avrebbero partecipato a gare amatoriali su strada ora si dedicano alle gare su sterrato. Le gare su sterrato offrono un ambiente più rilassato e inclusivo, che spesso privilegia i risultati personali rispetto alla competizione. Per gli organizzatori di eventi, le gare su sterrato sono anche più economiche, in quanto richiedono meno risorse per essere organizzate”.
Il dilemma culturale
L'aspetto curioso che deve far riflettere è che l'andare in bicicletta per il popolo statunitense non è un'attività sconosciuta o a cui si dedicano in pochi: “Nel 2023, più di 51 milioni di americani hanno praticato ciclismo, rendendolo la terza attività all'aperto più popolare del Paese. Quasi l'80% degli americani di età superiore ai sei anni ha praticato una qualche forma di attività fisica in quell'anno e il ciclismo svolge un ruolo fondamentale nello stile di vita all'aria aperta del Paese. Tuttavia, sebbene milioni di americani vadano in bicicletta, la cultura del ciclismo agonistico non si è tradotta in un'ampia attrattiva per gli spettatori o in una popolarità mainstream come quella di altri sport”.
Di conseguenza, il fatto che molti americani considerino il ciclismo come uno sport più ricreativo che competitivo - a differenza in primis delle quattro leghe sportive NBA, NFL, NHL e MLB - è uno dei motivi per cui gli organizzatori faticano ad assicurarsi i fondi necessari per organizzare corse di alto livello.
Quali prospettive all'orizzonte?
Major chiosa il suo pezzo con una visione ottimistica: “La popolarità del ciclismo come attività all'aria aperta suggerisce che esiste un pubblico significativo per questo sport, anche se non si è ancora tradotto completamente in gare professionistiche. Se organizzazioni come la NCL riusciranno a superare gli ostacoli finanziari e le corse su sterrato continueranno a crescere, potrebbero esserci opportunità di rinvigorire le corse su strada negli Stati Uniti.
La strada da percorrere probabilmente implica la ricerca di nuovi modi per coinvolgere i fan, garantire modelli di sponsorizzazione sostenibili e abbracciare la comunità ciclistica più ampia. Forse gli Stati Uniti non hanno ancora una gara del World Tour, ma con il giusto sostegno e la giusta visione, il ciclismo americano potrebbe trovare ancora una volta il suo posto sulla scena mondiale”.
A margine, è necessario aggiungere che il movimento americano su strada presenta oggi degli interpreti di assoluto livello, capeggiati dal vincitore della Vuelta España 2023 Sepp Kuss (Visma | Lease a Bike) e dai più giovani ma già navigati Matteo Jorgenson (Visma | Lease a Bike), Brandon McNulty (UAE Team Emirates) e Neilson Powless (EF Education), con altri corridori dal gran potenziale come Quinn Simmons (Lidl-Trek), Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) e Luke Lamperti (Soudal Quick-Step) che nei prossimi anni potranno togliersi soddisfazioni importanti fra i professionisti.
In quel processo di progressiva globalizzazione del ciclismo, che vedrà nel 2025 la presenza nel calendario World-Tour della prima corsa di un giorno danese (la Copenhagen Sprint) e l'organizzazione dei primi Mondiali in ciclismo in Africa (Rwanda), non si può non pensare che nel prossimo futuro un paese come gli Stati Uniti meriti di tornare a occupare una posizione quantomeno dignitosa all'interno del panorama globale.