
Ciclovia del Toce, aspetti meno conosciuti di questi 50 km
Seguendo il corso del fiume attraverso la Val d’Ossola, un itinerario noto per le valenze naturalistiche ma ricco di storia, curiosità e tanto cioccolato
Da Domodossola al Lago Maggiore nella provincia di Verbania-Cusio-Ossola, con dislivelli ridotti ed un percorso relativamente facile, per scoprire aspetti ignoti.
La Ciclovia del Toce, un percorso amato
Riserve WWF, parchi naturali, la vicinanza del fiume ed una natura meravigliosa sono uno dei motivi che rendono la Ciclovia del Toce un itinerario amato. Una cinquantina di km su terreno asfaltato e sterrato, fra boschi e zone agricole, con presenza di borghi e paesi che consentono sosta e rifornimento. Tutto ciò la rende un percorso ideale, considerando anche la vicinanza del Lago Maggiore che offre ulteriori motivi di interesse. Infine, la possibilità di raggiungere facilmente Domodossola in treno, anche dal versante svizzero; così come, all’altro capo, anche Verbania-Pallanza è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, il che facilita la combinazione bici+treno. Ma ci sono molti altri aspetti da scoprire.

Domodossola tra storia e cioccolato
Di origini antichissime in epoca pre-romana, Domodossola, inizio della Ciclovia del Toce, probabilmente coincide con la città di Oscella, capitale di un territorio abitato dai Leponzi, popolo di origine celtica. Moltissimi palazzi e monumenti documentano la storia successiva, ma è imperdibile una visita al seicentesco Sacro Monte Calvario, patrimonio UNESCO. Si tratta di uno dei maggiori siti religiosi e storici piemontesi, sorto come luogo di preghiera ed accoglienza dei pellegrini lungo una “Via Crucis” sulle pendici del monte. Ulteriore impulso allo sviluppo fu dato nell’Ottocento da Rosmini, ed ancora oggi il luogo è sede di formazione e spiritualità della congregazione. Splendido il centro medievale con la cinta muraria in parte conservata, numerosi i musei ed i palazzi storici. Ma è imperdibile una visita all’Officina del Cioccolato, nata ad inizio Novecento nel laboratorio di una pasticceria in un cortile interno. In un piccolo museo, sono visibili le storiche attrezzature ed i macchinari utilizzati nel tempo per produrre il cioccolato, nonché la relativa documentazione. Curiosa anche la produzione in cioccolato delle attrezzature tipiche dei diversi mestieri: il set per il dentista, la parrucchiera, l’operaio; oppure per attività sportive come tennis e golf. Ed in tema di curiosità, va ricordato che nello spelling italiano l’unica città che corrisponde alla lettera “D” è proprio Domodossola.
La Ciclovia del Toce fra i cercatori d'oro
Di probabile origine medievale, Pieve Vergonte, altra città toccata dalla Ciclovia del Toce, vede la sua storia strettamente intrecciata a quella dei popoli della Val d’Ossola e della Chiesa; il nome “Pieve” indica infatti un territorio con chiesa principale e battistero. Ma qui è imperdibile una visita alle miniere d’oro della Val Toppa, di cui le prime notizie sullo sfruttamento risalgono all’Ottocento. I minatori locali scavarono decine di km di gallerie; l’oro veniva per lo più estratto come quarzo aurifero con pirite ed altri minerali. L’Ecomuseo delle Miniere consente di visitarle, osservando i diversi livelli di camminamenti, pozzi, camini e camere di coltivazione.
Curiosità sino alla fine
La Ciclovia del Toce termina in prossimità del Lago Maggiore, passando da Gravellona Toce, anch’essa di probabile origine romana, e da sempre snodo strategico di comunicazione: prima sulla via fra la Gallia e l’Italia ed in seguito grazie al corso del Toce che consentiva il trasporto di merci sino al lago. Divenne poi parte dei possedimenti dei Borromeo, celebre famiglia nobiliare che inaugurò la tradizione del soggiorno estivo al lago. Lago che nel tempo divenne meta essenziale del classico tour in Italia compiuto dai giovani aristocratici stranieri alla scoperta del mondo.