Kristoff vince in solitaria? Scheldepriceless!
Alexander saluta la compagnia sul pavé a 7 km dal traguardo. Corsa indirizzata sin dalle primissime battute: i ventagli premiano un gruppetto di 14 e tagliano fuori la Quick-Step
Raramente capita di assistere ad una corsa che si decide nei primissimi chilometri di gara. Ancora più raramente ciò può accadere allo Scheldeprijs, antichissima semiclassica belga giunta all’edizione numero 110. Quello che solitamente è un palcoscenico per i velocisti puri, nel quale le squadre affinano i propri treni a supporto dei vari sprinter si è trasformato oggi in una spettacolare sfida tra gruppetti, in gran parte influenzata dal vento. Accade quindi che dopo 30 chilometri, ancora in territorio neerlandese, la corsa veda già tagliati fuori dai giochi più di 100 uomini, con i soli primi due ventagli a lottare per la vittoria.
Bora-Hansgrohe ed Alpecin-Fenix sono abilissime a propiziare l’azione decisiva sfruttando le forti folate di vento laterale delle prime fasi, nelle quali rimane intrappolata la Quick-Step. Il Wolfpack, formazione solitamente abilissima in queste situazioni, è costretta ad inseguire per tutta la giornata, testimoniando un momento in cui i risultati stentano ad arrivare. La Bora deve però cambiare in corsa i propri piani vista la crisi di Sam Bennett, mentre la coppia Merlier-Philipsen sembra non funzionare per la Alpecin-Fenix. A sfruttare il momento giusto è un uomo che questa corsa l'ha già vinta nell'ormai lontano 2015. Alexander Kristoff se ne va di forza sul pavé e non lascia scampo ai disorganizzati inseguitori, che non sono in grado di avvicinarsi al norvegese, lanciato verso la vittoria.
Guardando il percorso odierno, i minimi cambiamenti introdotti non snaturano di certo il disegno di gara quasi interamente pianeggiante ed adatto ai velocisti puri, con una prima parte in linea ed una seconda caratterizzata da un circuito da ripetere tre volte. La partenza è posta nei Paesi Bassi, a Terneuzen, con lo sconfinamento in Belgio dopo ben 80 km nella regione della Zelanda e l’arrivo a Schoten, nei pressi di Anversa, per un totale di 198,7 km. All’interno del circuito conclusivo si trova anche il tradizionale settore in pavé di Broekstraat, lungo 1,7km ma semplice ed in ottime condizioni, che solitamente non causa alcun problema al folto gruppo che si disputa la vittoria finale. La vera incognita di giornata è però il vento che soffia abitualmente sulle zone attraversate quest’oggi: le forti raffiche previste in giornata possono infatti sconvolgere completamente lo svolgimento di una gara che altrimenti è solita terminare con uno sprint a ranghi compatti.
Ed infatti il vento non tradisce le aspettative, soffiando forte sin dalle prime battute di gara. Niente fuga e dopo una trentina di chilometri dal via si aprono i primi ventagli. Tra le formazioni più attive troviamo Bora-Hansgrohe ed Alpecin-Fenix, ed un gruppetto composto da sedici uomini prende subito il largo di forza. Dopo la foratura di Cees Bol (DSM) e la caduta di Gerben Thijssen (Intermarché-Wanty-Gobert) restano in 14 al comando. In testa alla corsa troviamo Tim Merlier e Jasper Philipsen (Alpecin-Fenix), Sam Bennett, Jordi Meeus, Ryan Mullen e Danny van Poppel (Bora-Hansgrohe), Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty-Gobert), Edward Theuns (Trek-Segafredo), Rüdiger Selig (Lotto-Soudal), Daniel McLay (Arkéa Samsic), Søren Waerenskjold (Uno-X), Kenneth Vanbilsen (Cofidis), Casper van Uden e Sam Welsford (DSM). Il vantaggio di questo pericolosissimo drappello sale presto a 50” mentre dietro la Quick-Step, grande esclusa da questo primo ventaglio, prova ad organizzare l’inseguimento, coadiuvata dalla sola Lotto-Soudal di Arnaud De Lie. Ma anche gli inseguitori non si presentano in forze (17 i componenti del secondo drappello), per una lotta che si preannuncia alla pari. Tre quarti dei partenti a questo Scheldeprijs risulta quindi sparpagliati sin da subito nelle retrovie.
Inizia così un lunghissimo braccio di ferro tra il primo e il secondo gruppetto, per un duello che inizialmente sembra pendere verso gli attaccanti, che toccano un vantaggio massimo di 1’15”. Ma la corsa è tutt’altro che finita: Quick-Step e Lotto-Soudal decidono, ad 80 km dall’arrivo, di dare un’ulteriore accelerata che abbassa notevolmente il gap a 30”. I battistrada tuttavia, avuta notizia dell’accelerazione degli inseguitori, non si fanno cogliere impreparati e rispediscono il gruppetto alle loro spalle ad 1’10”, mentre uno stremato Waerenskjold perde contatto dalla testa della corsa. Davanti collaborano tutti, ad eccezione del solo Selig, proprio perché dietro la sua Lotto-Soudal tenta l’ultimo affondo per riportarsi sotto, senza tuttavia ottenere grandi risultati. Anche una debole pioggia comincia a cadere sulla corsa, mentre l’inefficacia dell’azione degli inseguitori è testimoniata dal ritardo di 1’05” a 2 giri dal termine. Inaspettatamente appare in difficoltà Sam Bennett che arranca (ma resiste) in ultima posizione nel drappello dei battistrada.
Ad ormai 20 km dalla conclusione gli inseguitori alzano definitivamente bandiera bianca: il nome del vincitore uscirà tra i 13 al comando. Entrati nell’ultimo giro termina anche l’accordo tra gli uomini di testa: scatti e scaramucce si susseguono, con Tim Merlier e Ryan Mullen tra i più attivi. L’attacco più deciso è senza dubbio quello di Alexander Kristoff che sul pavé di Broekstraat se ne va in solitaria spingendo un rapporto lunghissimo. All’inseguimento dell’espertissimo norvegese non c’è accordo, e il gap di Kristoff sale velocemente a 15”, mentre prova a fuoriuscire Casper van Uden. La sensazione però è quella che si corra per il secondo posto, poiché nessun tentativo riesce a guadagnare terreno sul battistrada. S’impone così in solitaria Alexander Kristoff, decisamente il più forte nel finale e bravo a cogliere l’attimo sul pavé. A 20” giunge sfilacciato il gruppetto regolato in volata da Danny van Poppel, che supera Sam Welsford. Quarta posizione per l’ottimo giovane Casper van Uden, quinto Edward Theuns, Daniel McLay è sesto, Kenneth Vanbilsen settimo. Deludente la coppia Alpecin-Fenix: Philipsen e Merlier sono rispettivamente ottavo e nono, Ryan Mullen completa la top10.