Óscar Sevilla da record, ma in Ecuador vince Richard Huera
A 48 anni lo spagnolo ha vinto la prima tappa della Vuelta al Ecuador, ma in classifica generale si è dovuto arrendere al venticinquenne della Best PC
Trentaseiesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta Ciclistica al Ecuador e Richard Huera, vincitore della corsa davanti all’eterno Óscar Sevilla.
Le corse della settimana
Vuelta Ciclistica al Ecuador
In settimana è andata in scena la quarantesima edizione della Vuelta al Ecuador, la principale corsa a tappe del paese sudamericano, che negli ultimi anni ha lanciato diversi corridori verso il professionismo. Nei sette giorni di corsa si sono date battaglia quindici squadre: quattro Continental (oltre alle tre compagini di casa, il Banco Guayaquil-Bianchi, la Best PC e la Saitel, era presente la colombiana Medellín-EPM) e undici formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con una tappa disputata quasi interamente in discesa: la sede di partenza, infatti, era situata a oltre 2800 metri di altitudine, mentre il traguardo a circa 200. Nonostante un profilo semplice, è andata via una fuga di uomini importanti: Óscar Sevilla (Medellín-EPM) ha battuto in uno sprint a due Bryan Obando (Best PC), con Nicolas Paredes (Hino-One-La Red-Suzuki) a completare il podio con 4” di ritardo. Lo spagnolo è riuscito, così, nella ragguardevole impresa di conquistare una vittoria internazionale a quarantotto anni e quarantatré giorni, ben venticinque anni e mezzo dopo il suo primo successo.
Anche la seconda frazione era molto semplice, con un profilo completamente pianeggiante. Rispetto alla giornata precedente, però, lo svolgimento è stato più lineare e tutto si è risolto con una volata di gruppo. Lo spunto migliore è stato quello di Brayan Sánchez (Medellín-EPM), che ha superato Cristian Pita (Banco Guayaquil-Bianchi) e il compagno di squadra Róbigzon Oyola. Óscar Sevilla ha conservato la testa della classifica generale.
La terza tappa si è rivelata più caotica del previsto: a causa della pessima condizione delle strade, l’organizzazione ha deciso di neutralizzare la discesa finale, prendendo i distacchi in cima alla salita di Pueblo Viejo, uno strappo di 1800 metri, ed eliminando, tra le altre cose, gli abbuoni al traguardo. Wilson Steven Haro (Team Toscana) ha conquistato la vittoria davanti a Sebastián Novoa (C&S Technology) e Bryan Obando. Quest’ultimo è transitato in cima alla salita con 4” su Óscar Sevilla e gli ha strappato, così, la maglia di leader.
La quarta frazione era caratterizzata da un circuito di 16,5 km, senza grandi difficoltà altimetriche, intorno alla città di Riobamba. Come da pronostico è stata volata e il successo è andato a uno dei corridori di casa, Cristian Pita. Il ventinovenne ha avuto la meglio su Richard Huera e Byron Guamá, entrambi tesserati per la Best PC. Bryan Obando è rimasto in testa alla generale.
La quinta tappa era decisamente più impegnativa delle precedenti, con due GPM di prima categoria, il secondo dei quali situato a poco meno di venti chilometri dall’arrivo. È stata una giornata buona per la fuga e Robinson Chalapud (Banco Guayaquil-Bianchi), vincitore delle ultime due edizioni della corsa, si è regalato un sorriso, dopo aver mancato l’attacco della prima giornata, rivelatosi decisivo per la classifica. Il quarantenne ha battuto in uno sprint a due Carlos Parra (Saitel), con Daniel Guzman (Origenes Coffee) terzo a 7”. Nelle zone alte della generale non ci sono stati cambiamenti.
La sesta frazione era più impegnativa delle precedenti, con l’arrivo situato in cima a una salita di quasi diciassette chilometri. La Best PC ha sfruttato il fatto di avere tanti uomini nelle prime posizioni della classifica e ha lanciato all’attacco Richard Huera. Il venticinquenne ha sfruttato l’occasione nel migliore di modi e si è imposto con 1’01” su Juan Córdova (C&S Technology) e 1’09” su Erik Caiza (Saitel). Il vincitore di tappa si è impossessato della maglia di leader, con quasi 2’ di vantaggio sui rivali più vicini.
L’ultima tappa presentava un percorso abbastanza difficile, con un profilo molto ondulato, una salita di 13,5 km che si concludeva ai -10 e l’ultimo chilometro che saliva in maniera abbastanza violenta. Lo strappo finale ha premiato Juan Córdova, bravo a fiaccare negli ultimi metri la resistenza di Javier Jamaica (Medellín-EPM), poi secondo con 7” di ritardo. Óscar Sevilla ha completato il podio di giornata, con un distacco di 14”.
Richard Huera ha conquistato il successo finale, con un vantaggio di 1’49” su Óscar Sevilla e 3’48” su Nicolas Paredes. Juan Córdova è stato il re degli scalatori, Jhoffre Imbaquingo (Team Toscana) si è aggiudicato la maglia di miglior giovane ed Esteban Villarreal (C&S Technology), protagonista di tante fughe, ha vinto la classifica degli sprint intermedi. Alla Best PC, infine, è andata la graduatoria a squadre.
Il ritratto della settimana: Richard Huera
Negli ultimi otto anni, l’Ecuador ha portato ben sei corridori tra i professionisti, affermandosi come la seconda potenza ciclistica del Sudamerica, alle spalle della Colombia: un risultato non da poco, se si considera che, in precedenza, il solo Juan Carlos Rosero aveva corso tra i professionisti, nel lontano 1987. A sottolineare la crescita del movimento, nel 2020 c’è stato il ritorno nel calendario UCI della Vuelta al Ecuador dopo un decennio da corsa nazionale. Curiosamente nessuno degli attuali professionisti locali l’ha mai vinta: Richard Carapaz (EF-EasyPost) è arrivato secondo nel 2013 e nel 2014, mentre Martín López (Astana Qazaqstan) è stato terzo nel 2020.
Nel 2022 e nel 2023 il successo era andato all’ex professionista colombiano Robinson Chalapud, tesserato per una Continental locale, il Banco Guayaquil. Dal momento in cui la corsa è tornata nel calendario internazionale, la Best PC ha sempre piazzato un uomo sul podio finale, senza mai riuscire a vincere, ma quest’anno le cose sono cambiate: la formazione diretta da Anderson Padilla ha finalmente centrato il bersaglio grosso con Richard Huera, uno dei migliori corridori ecuadoriani a non aver mai assaggiato il professionismo.
Il venticinquenne si è imposto nella sesta tappa, sfruttando al meglio il gioco di squadra: presentatasi al via della frazione con tre rappresentanti nei primi quattro della classifica generale, la Best PC ha giocato la carta giusta per mettere nel sacco Óscar Sevilla. In questa stagione, tra l'altro, Huera aveva già vinto una tappa e la classifica finale della Clásica Ciudad de Huaca, prova del calendario nazionale dell’Ecuador.
Nel biennio tra gli juniores, Richard Huera poté testarsi per le prime volte a livello internazionale, anche se non riuscì a ottenere grandi risultati. Nel 2016 prese parte ai Campionati Panamericani, in cui giunse ventiseiesimo. Nell’anno successivo ebbe la possibilità di gareggiare in Europa: si schierò al via della Vuelta al Besaya, una delle corse spagnole di riferimento del calendario junior e, pur non brillando particolarmente, portò a termine la prova. Attivo anche su pista, vinse il titolo nazionale di categoria sia nella madison che nell’omnium.
Nel 2018, alla prima stagione da under 23, ebbe la possibilità di esordire a livello Continental, firmando con il Team Ecuador, ambiziosa formazione locale che, in quell’anno poteva contare anche su Jefferson Alveiro Cepeda (che passerà alla Movistar nel 2025 dopo diversi anni alla Caja Rural-Seguros RGA) e sul cugino Alexander (attualmente alla EF-EasyPost). Huera ottenne il suo miglior risultato stagionale nel campionato nazionale under 23, in cui fu quinto.
Nella stagione seguente scelse di lasciare il Team Ecuador, che avrebbe perso la licenza Continental a fine anno, e di continuare in una formazione élite, la Saitel. Confermò il quinto posto nel campionato nazionale under 23 in linea (anche se arrivò molto più staccato dai primi rispetto all’edizione precedente) e chiuse al quarto posto la prova a cronometro. Nel calendario nazionale si tolse delle belle soddisfazioni, conquistando ben due vittorie di tappa alla Vuelta al Ecuador, che portò a termine con la maglia di miglior giovane.
Nel 2020 passò a una formazione dilettantistica colombiana, la Avinal GW El Carmen Viboral. In un’annata in cui la pandemia ridusse notevolmente il calendario ciclistico, l’ecuadoriano riuscì a disputare due corse UCI: a inizio stagione prese parte, con la maglia della nazionale, al Tour Colombia 2.1 (prima gara professionistica della sua carriera), in cui raccolse un buon ventesimo posto finale al cospetto di tanti corridori WorldTour; a fine anno, invece, partecipò alla Vuelta al Ecuador, ma non andò oltre la quattordicesima posizione.
Per l’ultima stagione da under 23, decise di provare l’avventura europea e firmò con il vivaio della Caja Rural-Seguros RGA. Con la squadra spagnola partecipò al Giro d’Italia under 23, che portò a termine senza sussulti. Il suo miglior risultato stagionale fu il secondo posto in una prova dilettantistica iberica, la San Gregorio Saria-Berriatua. Con la maglia della nazionale, invece, prese parte al Tour de Savoie Mont Blanc, al Tour de l’Avenir e alla prova in linea dei Campionati del Mondo under 23.
Nel 2022, terminata l’esperienza tra gli under 23, tornò in patria e firmò con il Banco Guayaquil-Ecuador, formazione all’esordio nella categoria Continental. Huera non disputò una stagione particolarmente brillante nel complesso, ma il 20 febbraio costruì quello che è (almeno per il momento) il capolavoro della sua carriera: riuscì a vincere il titolo nazionale, mettendosi alle spalle il campione olimpico Richard Carapaz e Jonathan Caicedo, che poco più di un anno prima aveva trionfato sull’Etna al Giro d’Italia.
L’anno scorso si è trasferito alla Movistar-Best PC e ha avuto la possibilità di disputare un ampio calendario internazionale. Non è riuscito, come prevedibile, a confermarsi campione nazionale, ma, pur correndo spesso da gregario, ha saputo togliersi delle belle soddisfazioni, come la vittoria nella terza tappa della Vuelta al Ecuador. In seguito si è imposto anche in una frazione della Vuelta a Costa Rica, corsa poi vinta da un suo compagno di squadra, il colombiano Juan Diego Alba.
Il trionfo nella corsa di casa non aprirà le porte del professionismo a Richard Huera, ma potrebbe rappresentare una notevole iniezione di fiducia. Per salire di livello ha bisogno di mostrare una continuità di rendimento che finora non ha avuto: alle giornate super (come quella che gli è valsa il titolo nazionale 2022) ha sempre alternato periodi in cui spariva dalle prime posizioni degli ordini d’arrivo.