Fariba Hashimi fa la storia del ciclismo afgano al Tour Ardèche
La ciclista fuggita dal suo paese dopo il ritorno al potere dei talebani vince la penultima tappa della corsa francese
Se il ciclismo è stato il romanzo popolare per eccellenza dello sport novecentesco, il merito non è solo dei campioni che affollano gli albi d'oro, ma anzitutto dei tanti attori non protagonisti che hanno ispirato le penne dei giornalisti e degli scrittori, consegnandoci storie a dir poco esemplari, il cui fascino non è stato minimamente scalfito dall'avanzare della contemporaneità. Una magia che si è miracolosamente ripetuta sulle strade del Tour Feminin de l'Ardèche, una corsa di contorno del calendario internazionale ma degna (almeno per un giorno) della considerazione di tutti. Sì, perché la tappa di Mont Lozère è stata vinta dall'afgana Fariba Hashimi, scappata dal suo paese nell'agosto del 2021 all'indomani del ritorno al potere dei talebani.
Ardèche, il giorno dei giorni di Fariba Hashimi
La sua storia merita di essere raccontata fino in fondo: Hashimi ha compiuto da poco 18 anni quando è costretta a lasciare l'Afghanistan appena tornato sotto il controllo dei talebani. In compagnia della sorella maggiore Yulduz - ciclista come lei - Fariba s'imbarca su un volo diretto a Fiumicino. Le due ragazze troveranno poi ospitalità in Veneto, dove proseguiranno l'attività agonistica grazie all'associazione Road to Equality, prima di esordire da stagiste con la maglia della Valcar nell'estate 2022. Il passaggio alla squadra di sviluppo della Free Palestine sembra rafforzare le ambizioni delle sorelle Hashimi. Che, tuttavia, saranno costrette a ripartire da zero dopo la chiusura del team fondato da Roland Adams. Perso lo status di rifugiate, Fariba e Yulduz trovano ospitalità ad Aigle (Svizzera) presso il quartier generale dell'Unione ciclistica internazionale. Il passo decisivo per frequentare in pianta stabile il ciclismo che conta e, soprattutto, per inseguire il sogno olimpico, che si realizza domenica 4 agosto, giorno della prova in linea femminile dei Giochi di Parigi 2024: le due cicliste afgane saranno protagoniste della fuga a cinque che scandisce la prima parte della corsa.
L'ultimo fotogramma di questa storia da romanzo. Almeno fino a oggi, sabato 7 settembre 2024, giorno della penultima frazione dell'Ardèche femminile (La Canourgue-Mont Lozère, 103,7 km), senza dubbio la più dura e impegnativa del lotto. Dopo aver scalato in apertura il GPM di Lesquillou (3ª categoria, 9 km al 3,6% medio), altre tre salite negli ultimi 50 km: il Montmirat (2ª categoria, poco meno di 9 km al 6,6%), il Col de la Loubière (un altro Gran premio della montagna di 2ª categoria, 6 km al 5,7%) e, in conclusione, i 4800 metri della scalata conclusiva che conduce alla stazione sciistica di Mont Lozère: pendenza media del 6,5% con un'impennata a ridosso della doppia cifra nel km conclusivo. Ed è proprio qui che Fariba Hashimi (WCC Team) va incontro alla Storia: scatto secco ai 300 metri per staccare la polacca Dominika Włodarczyk (UAE Development) e portare il suo paese sulla mappa del ciclismo internazionale. Regalando al tempo stesso una speranza alle donne afgane che, come lei, sognano di volare con una bici sotto i piedi.
de Jong blinda la maglia rosa
Come si può facilmente intuire, tutto il resto passa (giustamente) in secondo piano: l'olandese Thalita de Jong (Lotto Dstny, 3ª al traguardo con 33" di ritardo dalla vincitrice) rafforza il suo primato in classifica, guadagnando altri 4" sulla sua principale avversaria, la francese Marion Bunel (St. Michel-Mavic-Auber, 6ª a 37"). Saltata per aria la belga Lotte Claes (Arkéa-B&B Hotels), 3ª in classifica fino a stamani, avanzano di un gradino le italiane: la lombarda Monica Trinca Colonel (Bepink-Bongioanni, 11ª a 1'03") occupa l'ultimo gradino del podio con un ritardo di 1'28" dalla leader; Debora Silvestri (Laboral Kutxa-Fundación Euskadi, 18ª a 1'19" da Hashimi) è quarta a 1'43".
Con questa situazione di relativa incertezza per il podio, l'Ardèche andrà in archivio domenica con la 6ª e ultima frazione, da Le Pouzin a Privas. Chilometraggio modesto (80,5 km), ma difficoltà in serie lungo il percorso: subito una salita di 3ª categoria - il Col de Viaux: 1500 metri al 6,5% - seguito dal Col de Saint Vian (2,4 km al 7% di media). Nella seconda metà di corsa, poi, l'ascesa alla Croix de Cruas (4,2 km con una pendenza media del 7,1%) e la più morbida Ceca de Saint Bauzile, 4300 metri al 3,3%. Finale in leggera ascesa, favorevole ai colpi di mano.