WonderPoel è il capofila dell'Armata d'Orange
Mathieu Van Der Poel conferma il titolo europeo facendo il vuoto a Rosmalen; Van Aert e Sweeck sul podio. Poca Italia in tutti i Campionati, tantissima Olanda
L'incredibile Mathieu ha messo a segno un altro colpo perfetto. E a Rosmalen, tra le arancioni mura domestiche, ha riconquistato il titolo europeo del ciclocross. Lui che la corona continentale l'ha sfiorata pure su strada, pochi mesi orsono, partiva con gli ovvi favori del pronostico nella gara di casa, nonostante l'ultima uscita, il Koppenbergcross giovedì, non fosse stata delle migliori.
Ma si sa che anche i grandissimi possono accusare dei passaggi a vuoto, e quello di Oudenaarde era stato il primo della stagione di MVDP, fin lì praticamente perfetta: a eccezione di un ritiro (per caduta) nel Bricocross di Lokeren, il percorso del Fenomeno era stato netto, con 6 vittorie nelle 6 gare portate a termine. Alla settima riposò? Oddio (...), non esageriamo con le suggestioni, per quanto Mathieu possa essere effettivamente divino in quel che fa.
Divino lo è stato ad esempio oggi. Il modo con cui, dopo un primo giro vissuto attendisticamente nelle retrovie, si è riportato davanti, per poi piazzare in faccia a Wout Van Aert uno scatto da togliere il fiato, sul tratto più scorrevole dell'eurocircuito, è stato impressionante. Quasi sovrumano. Quello era il punto del percorso su cui in genere si faceva meno differenza, su cui chi era dietro riusciva a ricucire con chi era avanti. Invece Mathieu proprio lì ha posto la prima pietra di quest'ennesima costruzione vincente. Come a dire: io faccio quel che voglio, dove e quando voglio.
Un altro monologo di Mathieu Van der Poel
Fin lì avevamo apprezzato il coraggio di Wout Van Aert, partito col turbo, rimasto al comando per tutto il primo giro da solo (con Lars Van der Haar a pochi metri), ma rimesso nel mirino dai primi inseguitori - sui quali era rientrato prepotente Mathieu Van der Poel - nella seconda tornata. Proprio il Fenomeno ha ripreso il rivale nella prima metà del giro 2, e pareva che si potesse presagire una gara all'insegna del testa a testa tanto bramato dal popolo del cross.
Lo si pensava proprio alla luce dei balbettii di Mathieu nel Koppenbergcross. Invece WonderPoel ha spazzato il campo da ogni dubbio con il citato scatto: l'olandese non era ancora passato a tirare, lasciando che fosse Wout a farlo, ma quando l'ha affiancato dopo uno dei ponticelli del circuito non l'ha fatto per dare un cambio al rivale, ma proprio per piantarlo in asso. Ciao ciao Mathieu e gara finita.
Van Aert non ha potuto far altro che gestire il secondo posto, ha perso sei-sette secondi al giro da Van der Poel nelle successive tre tornate, poi il distacco si è assestato tra i 20 e i 25", e così son rimaste le cose fino alla fine. Sull'ovvio rallentamento del festante Mathieu, Wout ha recuperato una decina di secondi nel giro conclusivo, nulla che però potesse impensierire il confermando Campione Europeo.
Più interessante la lotta per il terzo gradino del podio: all'inizio pareva potesse essere una questione tra Van der Haar e Toon Aerts, ma poi entrambi sono appassiti alla distanza, mentre è emerso bene Michael Vanthourenhout, che con un allungo sul gruppetto ha caratterizzato le fasi centrali della corsa; nell'ultimo terzo di gara però è venuto fuori Laurens Sweeck, che ha ripreso e staccato Vanthou andando a conquistare un buon bronzo.
All'arrivo 14" tra Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert, 18" il ritardo di Sweeck, che per qualche frangente ha pure accarezzato l'idea di ripiombare sul RollingStone di Herentals (certo, se la gara fosse durata un paio di tornate in più...). Quarto Vanthourenhout a 30", quinto Aerts a 33", sesto Van der Haar a 37"; e poi ancora Joris Nieuwenhuis a 1'08", Quinten Hermans a 1'13", Gianni Vermeersch a 1'15", Daan Soete a 1'16"; sette belgi e tre olandesi nei 10.
Per trovare il primo corridore di una nazionalità diversa da queste due dobbiamo scendere al 14esimo posto del francese Steve Chainel, a 2' netti da MVDP; più indietro Gioele Bertolini, unico azzurro in gara: partito benino, il valtellinese non ha retto alla distanza e ha concluso a 3'20", in 18esima posizione.
Dominio olandese e poca Italia in tutte le gare
Della prova femminile vinta da Annemarie Worst su Marianne Vos e Denise Betsema in un tripudio oranje (settima Alice Maria Arzuffi, 17esima Rebecca Gariboldi), abbiamo scritto a parte. (Qui il dettaglio).
Negli Under 23 l'unica vittoria non olandese della giornata, con Thomas Pidcock che una volta di più ha confermato di essere un pestifero talentaccio, uno di quelli che minacciano di caratterizzare gli anni a venire. Il britannico ha preceduto di 30" il belga Eli Iserbyt e di 45" il francese Antoine Benoist (qui i padroni di casa sono stati decisamente ai margini, il migliore di loro è stato Roel Van der Stegen, solo ottavo); italiani al 14esimo posto con Jakob Dorigoni a 1'57" e al 28esimo con Antonio Folcarelli a 3'40".
Tra gli Junior si è imposto Pim Ronhaar che si è lasciato dietro tre belgi: Witse Meeussen a 14", Thibau Nys (se ve lo state chiedendo: è il figlio, sì) e Jelle Vermoote a 21"; erano tre gli azzurri in gara, Davide Toneatti ha concluso 22esimo a 2'29", Emanuele Huez 30esimo a 2'47", Alessandro Verre 46esimo a 3'56".
Tra le Under 23 altro podio monocolore olandese con Ceylin Del Carmen Alvarado davanti a Inge Van der Heijden a 22" e Fleur Nagengast a 49"; non malvagia la partecipazione di Sara Casasola, settima a 1'55", con Francesca Baroni 13esima a 2'27", Gaia Realini 18esima a 2'56" e Silvia Persico 26esima a 4'07".
Il medagliere parla di 4 ori, 2 argenti e 2 bronzi olandesi, a configurare un vero e proprio dominio. 1 oro per la Gran Bretagna, 3 argenti e 2 bronzi per il Belgio, 1 bronzo per la Francia. L'Italia torna a casa con appena due top ten, ovvero i settimi posti di Arzuffi e Casasola. Un po' pochino, ma se non altro la conferma che tra le donne, magari non sempre ma a volte, ci si potrà inserire nella lotta ad alto livello, anche in futuro.