GiroCross, l'epilogo sorride a Dorigoni
Ultima tappa a Pontedera con l'altoatesino che batte Bertolini, la maglia rosa è Cominelli. Donne: la Casasola si consola battendo la dominatrice finale Baroni
Han vinto tutti. Ha vinto anche chi non ha vinto e chi non è transitato in prima posizione sotto la bandiera a scacchi. No, non è retorica e non è nemmeno il peso della stanchezza che fa dire sciocchezze: a Pontedera, per la sesta e ultima tappa dell’undicesimo Giro d’Italia Ciclocross è andata proprio così: hanno vinto i cacciatori di tappa, ma anche e soprattutto i possessori delle maglie rosa. Due figure che spesso non sono coincise, dando luogo a festeggiamenti più che raddoppiati. Perché se si fa eccezione dei master nessuna delle maglie rosa del Giro è riuscita a conquistare la tappa conclusiva del Giro organizzata dall’UC Santa Croce sull’Arno in collaborazione con l’ASD Romano Scotti sotto l’egida della Federazione Ciclistica Italiana. Ma tutte sono state confermate e ogni tentativo d’assedio è stato respinto con fierezza, consacrando alla storia ciclistica del nostro Paese i primi vincitori del secondo decennio di vita del Giro d’Italia Ciclocross.
«In questi periodi non floridi per l’economia generale bisogna togliersi il cappello davanti a tutte le società che scelgono di fare sacrifici pur di mandare avanti una passione e permettono a tanti ragazzi di praticare la bellissima disciplina del ciclocross – è il felice commento di Sergio Scotti, vice presidente dell’ASD Romano Scotti – grazie a tutti coloro che ci sono stati al fianco in questa avventura, in primis gli organizzatori che hanno raccolto la sfida. Sono state tutte gare fantastiche e non credo di sbagliarmi nel dire che tappe come Cantoira o Pontedera abbiano tutte le carte in regola per ospitare dei campionati italiani i prossimi anni».
Ci si aspettava fuoco e fiamme dalla tappa di Pontedera, partita con classifiche apertissime in ben 10 dei 13 raggruppamenti di cui è composto il Giro d’Italia Ciclocross è la realtà non ha tradito le aspettative. A rendere ancora più suggestivo il memorial dedicato a Romano Scotti, all’alpino Francesco Vannozzi e al giovane ciclista Tommaso Cavorso, raggruppati sotto l’abbraccio del Trofeo Ecofor ci ha pensato anche il meteo. Un’atmosfera da tregenda ha caratterizzato infatti quattro quinti della manifestazione: la densa coltre di nebbia scesa con la notte non si è diradata prima delle 14 (a gara élite già iniziata), portando un umidissimo freddo polare a far congelare i muscoli di atleti e addetti ai lavori. Ma non certo i cuori, che si sono scaldati presto con le emozioni regalate dalle sfide in un fango tra i più impegnativi dell’intera stagione, rendendo epico il passaggio del testimone tra l’Ippodromo delle Capannelle e la Toscana. Il fondo del tracciato disegnato intorno al centro sportivo Bellaria Cappuccini era infatti prettamente argilloso, che unito all’elevata umidità e ai ripetuti passaggi delle biciclette ha presto creato un impasto colloso dal quale solo i migliori hanno capito come emergere. E se poi si mette da parte l’ottica agonistica allora si può davvero dire che a Pontedera han vinto tutti, perché si è rinnovata, sempre più intensa e fraterna, la grande festa della famiglia del ciclocross. Un fattore irresistibile al quale sempre meno riescono a sottrarsi.
«Chiederei un grosso applauso a tuti coloro che hanno contribuito ad allestire. Senza di loro non si poteva fare nulla. Alla fine il sole è arrivato a festeggiare e ci ha trovato numerosi – ha infatti commentato Fausto Scotti al termine della festa - È stato un Giro d’Italia generoso, abbiamo visto sbocciare tanti campioni. Noi diventiamo un po’ più vecchi, ma le emozioni sono sempre grandi. L’Interno movimento sta crescendo grazie a tutti gli organizzatori degli scorsi anni e quelli attuali. Undici anni con questo e il prossimo sarà il dodicesimo: stiamo già pensando al futuro per portare del grande spettacolo in Italia. Avete visto con i vostri occhi quello che si fa in Italia, dobbiamo sempre crederci tutti fino in fondo!».
CAMPIONATO ITALIANO SOCIETÀ A DANIELE PONTONI – Fa festa il Friuli Venezia Giulia per il secondo anno consecutivo, e infatti sul podio finale del Giro d’Italia Ciclocross, a Pontedera, è stato un tripudio di bandiere azzurre con l’aquila dorata ad onorare lo scudetto vinto dalla DP 66 GIANT SMP, la squadra dell’iridato Daniele Pontoni e del presidente Bevilacqua. I friulani si sono laureati campioni d’Italia ciclocross a squadre, collezionando un bottino di ben 886 punti contro i “soli” 438 della Cicli Fiorin, giunta seconda. Completa il podio, a soli tre punti di distanza, il Team Bramati, inseguito a undici lunghezze dalla Selle Italia Guerciotti Elite, a cui è riuscito il sorpasso sulla Cicli Fiorin Cycling Team ASD (421 punti).
UOMINI OPEN, SCONTRO FRA TITANI – Che sarebbe stata una gara diversa da tutte le altre lo si è intuito sin da subito, perché è stata l’unica di tutta la giornata in cui il sole ha fatto capolino diradando la nebbia. Così i colpi di scena sono cominciati subito, pronti via e la maglia rosa e quella bianca si ritrovano aggrovigliate e per terra. È iniziata tutta in salita la tappa di Pontedera per i due leader Cristian Cominelli (Cycling Cafè) e Filippo Fontana (CS Carabinieri), mentre davanti Jakob Dorigoni e Gioele Bertolini hanno imposto sin da subito la loro andatura. Per un po’ Stefano Capponi ha riassaporato il gusto della maglia rosa virtuale, rallentato poi da noie al ginocchio che lo hanno messo fuori dai giochi per riconquistare il simbolo del primato. E mentre li davanti i due beniamini del ciclocross italico davano spettacolo riusciva alla grande la rimonta di Cominelli-Capponi: il primo al traguardo si fermerà in quinta posizione, mentre il secondo riuscirà addirittura ad acciuffare il podio. Per la sfida al vertice l’altoatesino Dorigoni, della Selle Italia Guerciotti Elite, ha rimesso in campo tutta la grinta che gli è valsa il recente argento in coppa del mondo, battendo un Bertolini (CFA Cervelo) in netta crescita ma non ancora in odore di vittoria. Per entrambi è stata l’unica partecipazione all’edizione numero 11 del Giro d’Italia Ciclocross. Tra gli under è da segnalare anche l’ottima prestazione di Luca Cibrario (Cycling Development Guerciotti, 6°) e di Antonio Folcarelli (Race Mountain Folcarelli, 4°).
Jakob Dorigoni: «Oggi ho trovato un clima molto familiare, ci conosciamo tutti e siamo molto amici. Mi fa molto piacere vincere una tappa al Giro d’Italia Ciclocross, come lo scorso anno. Desidero ringraziare il mio allenatore Davide Arzeni e la famiglia Androni e la famiglia Bigolin. La gamba in vista della prossima settimana è buona, ho vinto quindi buona (ride, ndr). Non ho pensato molto agli altri corridori, tranne Gioele, che sta andando molto forte. È un avversario da non sottovalutare ma, si inventa sempre qualcosa e ancora oggi mi ha dato filo da torcere sino all’ultimo».
Cristian Cominelli: «Questa maglia rosa è un sogno che si avvera, una grande soddisfazione. Non ci speravo molto avendo saltato la prima prova, ma le tre vittorie consecutive che ho ottenuto mi hanno aiutato. Oggi ho avuto paura per la caduta all’arrivo che ha dato anche problemi meccanici. Ma ho mantenuto la calma, sono andato subito ai box e ho dato vita alla rimonta. L’obiettivo era solo mettere in cassaforte la maglia e la gamba è davvero buona. Inseguivo la rosa da anni e questa edizione del GIC sarà per me memorabile. Ottima iniezione di fiducia per i campionati italiani».
Filippo Fontana: «Questa maglia bianca ha il sapore delle cose inaspettate. Non pensavo di farcela, ma è un bel bottino. Pensandoci, se avessi fatto tutto il Giro avrei combattuto per altro, ma con i se e con i ma non si fa la storia. Il prossimo anno ci ripenseremo. Sono rimasto molto sorpreso oggi dalla mia gamba, peccato per l’inconveniente in partenza, temevo di arrivare un po’ più stanco per via della preparazione per l’italiano, ma ho reagito bene».
DONNE OPEN, TORNA IL TRIO DELLE MERAVIGLIE, MA LA FESTA ROSA È TOSCANA - I loro nomi hanno dominato le scene femminili di tutto il Giro d’Italia Ciclocross, perché aspettarsi un cambio di copione all’ultima tappa? Dopo il ribaltone dell’appuntamento di Osoppo, sotto il cui diluvio la maglia rosa era ritornata sulle spalle di Francesca Baroni (Selle Italia Guerciotti Elite) c’erano tutti i presupposti per una gara all’attacco Sara Casasola (DP 66 GIANT SMP), decisa a riprendersi il simbolo del primato. Così è stato e la friulana ha dato sfoggio di uno stato di forma niente male, prendendo subito la testa della corsa. Alle sue spalle la maglia rosa toscana ha controllato la situazione, mentre a pochi secondi inseguiva la tenace abruzzese Gaia Realini (Vallerbike). Sono le tre under più forti del panorama italiano e vederle in azione è uno spettacolo garantito. Benissimo la grinta della piemontese Carlotta Borello (Cicli Fiorin) che ha confermato la sua splendida maglia bianca.
Sara Casasola: «Il Giro d’Italia sono molto contenta di com’è andato, a parte un piccolo calo a metà campionato, Francesca si è meritata la vittoria perché ha dominato in molte tappe. È stata molto brava e io non potevo desiderare di più. Il percorso di oggi era molto impegnativo, duro, c’era tanto da correr a piedi, a me piace e quindi non posso lamentarmi. Questa sfida (con Francesca, ndr) si rinnova tra sette giorni: vedremo come andrà».
Francesca Baroni: «Per me vincere la maglia rosa è un’emozione grandissima, ed è la prima che riesco a vincere nella mia carriera. La dedico alla mia squadra, agli sponsor che i supportano in particolare Selle Italia, Androni Giocattoli e tutto lo staff che ci aiuta insieme alla famiglia. Oggi non sono riuscita a vincere ma ho cercato di onorare al meglio la maglia rosa. Sara è stata più forte, io ci ho provato, però sono felicissima. Un po’ di alti e bassi in in questi mesi ma l’importante è stato portare la maglia a casa».
JUNIORES UOMINI, UNA VITTORIA DI COSTANZA – Pochi nella storia delle corse a tappe sono riusciti a conquistare la classifica finale senza mai porre il sigillo su una tappa. Davide De Pretto (Borgo Molino Rinascita Ormelle) entra a pieno titolo in questo stretto novero e con il secondo posto odierno a Pontedera alle spalle di Filippo Agostinacchio (Team Bramati, lui invece alla terza vittoria con la pesante assenza di Ferentino) si porta a casa una maglia rosa più che meritata per l’approccio costantemente attento e minuzioso alle gare del Giro d’Italia Ciclocross. In testa è stata una sfida a tre, perché a breve distanza c’era guardingo Bryan Olivo (DP 66 GIANT SMP) a completare un podio di belle speranze per il futuro italico della disciplina.
Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa Giro D'Italia Ciclocross