Amstel Gold Race femminile, Niewiadoma vince di potenza. Quinta Paladin
Tanto spettacolo nell'Amstel Gold Race femminile: a una sessantina di km dalla fine si forma un pericoloso drappello di quattordici unità con presenti, fra le altre, Longo Borghini, Bastianelli, Vos, Niewiadoma, Brand, Van Vleuten e Van der Breggen, su cui rientrano altre atlete prima che la mancanza di collaborazione rimetta in gioco anche le altre.
A 40 km dalla fine, sul terzultimo passaggio sul Cauberg, si muove Lizzie Deignan (Trek-Segafredo), al rientro dopo un anno e mezzo di pausa maternità; la britannica fa un bel ritmo riducendo il gruppo, che inizia il penultimo giro forte di una trentina di unità. Nella discesa del Geulhemmerberg, a 32 km dalla fine, si avvantaggiano Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), Amanda Spratt (Mitchelton-Scott) e Katie Hall (Boels-Dolmans), con quest'ultima che rimane passiva.
Il terzetto guadagna anche una trentina di secondi, con la sola Marianne Vos che lavora e si sacrifica per la capitana di giornata CCC-Liv Ashleigh Moolman. Il lavoro della tre volte campionessa del mondo su strada fa sì che ai piedi del Cauberg il gap sia dimezzato; proprio all'imbocco dell'asperità si registra la caduta di Annika Langvad (Boels-Dolmans), che tira giù l'incolpevole Lucinda Brand (Team Sunweb).
Sul penultimo Cauberg si muove con un attacco deciso Kasia Niewiadoma: la polacca della Canyon-SRAM fa la differenza, distanziando le altre componenti del gruppetto e va a riprendere il trio di attaccanti, formando così un interessante quartetto all'inizio della tornata finale di 15.9 km: il gruppo alle loro spalle è però vicino, transitando a 16", con il ricongiungimento che avviene sul Geulhemmeberg per merito dell'instancabile Marianne Vos.
Nel tratto in falsopiano, a 15 km dall'arrivo, parte ancora Elisa Longo Borghini. La piemontese guadagna e approccia gli ultimi 10 km con 17" dalla sua; il margine scende sul Bemelerberg per l'attacco di Annemiek van Vleuten. La detentrice del Giro Rosa non viene però mollara da Bastianelli, Paladin, Niewiadoma, Vos e Van de Breggen, con le altre che poi rientrano nel falsopiano stante il rallentamento.
Le due fuoriclasse Van der Breggen e Van Vleuten si punzecchiano con un paio di scatti poco fruttuosi; ai meno 7 km si muovono così Ashlegih Moolman e Amanda Spratt che ai meno 5.2 km rientrano su Longo Borghini. Il terzetto, però, non trova l'accordo e così ai meno 3 km si ritorna ad una situazione di gruppo compatto.
Inizia il Cauberg, con Van der Breggen che si sfila dopo aver lavorato per la capitana di giornata Langvad; la prima a muoversi sul muro è la sorprendente canadese Alison Jackson (TIBCO-SVB), ma alle sue spalle si muove con decisione Kasia Niewiadoma. La polacca disintegra tutte le colleghe sulle aspre pendenze del muro; Marianne Vos cerca di tenerla ma non resiste, ancora peggio va ad Emilia Fahlin che addirittura deve mettere piede a terra per non ribaltarsi a causa di un salto di catena.
Con il passare dei metri all'inseguimento della scatenata leader della Canyon-SRAM è Annemiek van Vleuten, che scollina con un centinaio di metri di ritardo. Sono loro a giocarsi il successo in un magnifico duello a distanza: la polacca davanti, la neerlandese dietro che, con le sue fenomenali qualità di cronowoman, ricuce metro dopo metro il disavanzo. Ma è troppo tardi e Kasia Niewiadoma va a conquistare la vittoria più prestigiosa della sua carriera, sommando così il trofeo a quello ottenuto al Trofeo Binda di Cittiglio nella passata stagione.
Seconda posizione per meno di 10 metri per Annemiek van Vleuten (Mitchelton-Scott). Completa il podio una fenomenale Marianne Vos (CCC Liv), che in volata regola Annika Langvad (Boels Dolmans), una super Soraya Paladin (Alé Cipollini), Cecilie Uttrup Ludwig (Bigla) e Demi Vollering (Parkhotel Valkenburg).
Vince lo sprint per l'ottava piazza Marta Bastianelli (Team Virtu), che mantiene la vetta del Women's World Tour. Nona Alison Jackson (TIBCO-SVB) e decima una convincente Elisa Balsamo (Valcar Cylance).