Un fotofinish epocale: Puck Pieterse batte Vollering a Liegi
Tappa, maglia a pois e maglia bianca al Tour de France per la classe 2002, che nella quarta tappa batte in volata ristretta la maglia gialla e Niewiadoma
Ha già vinto in tutti i modi, in tutti gli scenari e con qualsiasi cosa in palio, da un mondiale under 23 di ciclocross negli Stati Uniti, da Overijse alla neve della Val di Sole fino alla prima gara di Coppa del mondo di cross country da élite a Nové Město na Moravě, ma la vittoria su strada non era ancora mai arrivata. Ci è riuscita oggi Puck Pieterse, che al tredicesimo giorno di corsa su strada, al suo primo Tour de France, vince una delle tappe più ambite di questa edizione, con arrivo a Liegi dopo una giornata in tutto e per tutto da classica, dal clima belga al disegno del percorso, che faceva gola a tutte le migliori del mondo.
Rientra indiscutibilmente in questa ristretta cerchia anche la classe 2002 della Fenix-Deceuninck, che proprio dalle classiche di questa primavera avevo fatto vedere di non voler essere solo un enorme talento multidisciplinare che ogni tanto si concede qualche gara su strada, ma semplicemente una ciclista in grado di essere protagonista, attaccare, caratterizzare le corse, divertire e divertirsi, fare risultato e a volte anche vincere, spesso e volentieri in grande stile. Non importa dove, non importa in che condizioni, non importa se poco più di due settimane fa aveva vissuto la cocente delusione del quarto posto olimpico in mountain bike per una foratura al momento sbagliato nella gara su cui aveva incentrato tutta la sua preparazione, non importa nemmeno se l'avversaria odierna era Demi Vollering in maglia gialla, in una volata che aveva già vinto due volte alla Liegi.
Era il primo confronto diretto per qualcosa di così grande fra le due connazionali, separate da qualche anno di differenza e dalle scelte di carriera, ma con la stessa capacità di catturare l'attenzione e creare momenti memorabili, come un fotofinish a cui tra qualche anno potremmo guardare come a qualcosa in più di una delle tante volate per la vittoria nella corsa più importante che ci sia.
Tour de France 2024, la cronaca della quarta tappa
Tre ritiri significativi prima della partenza: non ripartite Christina Schweinberger (Fenix-Deceuninck), che continua una stagione non particolarmente fortunata, Clara Emond (EF-Oatly-Cannondale), vincitrice di tappa al Giro d'Italia, e soprattutto Elise Chabbey (Canyon//SRAM Racing), che poteva essere una delle indiziate per un attacco da lontano oggi, ma non ha recuperato dalla caduta della prima tappa. Ritirata nei primi chilometri anche Martina Alzini (Cofidis).
La partenza da Valkenburg significa affrontare nei primi chilometri i Berg caratteristici dell'Amstel Gold Race: Bemeleberg (ripetuto due volte), Cauberg e Geulhemmerberg sono tutte salite categorizzate, con 9 punti totali in palio per la maglia a pois. Riesce a fare bottino Silvia Persico, che vince tutti e quattro gli sprint e si porta virtualmente al comando della classifica scalatrici, anche se ci diversi altri punti da assegnare nel finale.
Dopo il secondo Bemeleberg ci sono cinquanta chilometri pressoché interlocutori, con trasferimento dai Paesi Bassi al Belgio, il secondo dei tre Paesi che verranno attraversati da questo Tour de France. In questa fase c'è un attacco solitario di Sara Martín (Movistar), che riesce a guadagnare oltre un minuto. Qualche chilometro dopo ci prova anche Laura Tomasi (Laboral Kutxa - Fundación Euskadi), che non riesce però a rientrare. La spagnola passa per prima allo sprint intermedio di Pepinster, mentre dietro Charlotte Kool vince la volata con Lorena Wiebes e Marianne Vos, aumentando il proprio vantaggio per la maglia verde.
Il vantaggio di Martín è ancora superiore ai trenta secondi ai -52, quando è costretta a fermarsi per un passaggio a livello chiuso. Una scena non nuova nelle corse in Belgio, ma che arriva in un momento delicato, a pochi chilometri dai piedi della salita di Mont Theux (2.8 km al 5.7%). Una situazione favorevole a Neve Bradbury, che era rimasta attardata per una caduta insieme a Chloe Dygert, e ne approfitta per rientrare. Alla ripartenza è la Fenix-Deceuninck a prendere la testa per fare ritmo in salita e ad andare a riprendere la fuggitiva prima dello scollinamento. Yara Kastelijn vince lo sprint per il gpm battendo Justine Ghekiere (AG Insurance-Soudal Team), ma si arriva ancora a gruppo compatto ai piedi della Côte de la Redoute, che come avviene anche alla Doyenne diventa il primo trampolino di lancio.
Questa volte è Pieterse a fare l'andatura sul tratto in doppia cifra, e la Fenix prova un'azione di squadra con anche Kastelijn e Pauliena Rooijakkers per cercare di scremare il gruppo, ma senza che ci sia un vero e proprio attacco. Sempre nelle primissime posizioni Vollering e Kasia Niewiadoma, mentre Gaia Realini resta nelle retrovie del gruppo delle migliori. Dopo lo scollinamento il gruppo è comunque compatto, e diverse atlete riescono a rientrare nel falsopiano in discesa che precede la Côte des Forges (1.5 km al 6.9%), dove c'è ancora selezione da dietro e si ripropone il duello Kastelijn-Ghekiere, con la belga che questa volta riesce ad avere la meglio.
La maglia azzurra dell'ultimo Giro d'Italia questa volta prova a proseguire l'azione dopo lo scollinamento, guadagnando una ventina di secondi sul gruppo. La SD Worx questa volta non esita a mettersi a tirare nell'avvicinamento alla Côte de la Roche-aux-Faucons, l'ultima occasione per tentare di fare selezione, con Mischa Bredewold a fare una gran trenata per allungare la fila, e successivamente Niamh Fisher-Black a rinforzare in salita, guadagnando qualche metro insieme a Magdeleine Vallieres (EF-Oatly-Cannondale). Negli ultimi 500 metri, tutti con pendenze in doppia cifra, entra in azione Vollering con la sua classica progressione da seduta, e questa volta solo Niewiadoma, Pieterse e Rooijakkers riescono a rimanere con la maglia gialla.
Pieterse e Vollering sul filo
Pieterse passa per prima in cima ed è ufficialmente la nuova maglia a pois, ma quando si stacca anche la sua compagna, sulla carta più quotata per la generale, diventa clamorosamente pericolosa anche per il successo di tappa. Alle spalle del terzetto di testa si è formato un gruppetto di dodici, con tutte le favorite di classifica ad eccezione di Riejanne Markus, in grossa difficoltà sulla Roche-aux-Faucons. La EF ha anche Kristen Faulkner e Noemi Rüegg, ma nonostante i numeri non ci sono le forze per ridurre il distacco, che al traguardo sarà di quasi trenta secondi.
Si arriva dunque a una volata a tre, con due terzi del podio di un anno fa e una debuttante assoluta, sicuramente rispettata dalle altre due per la volata ma teoricamente senza ambizioni di classifica. Quando Niewiadoma prova ad anticipare agli 800 metri tocca a Vollering andare a chiudere il buco, con Pieterse che può attendere sulle ruote fino ai -300, prima di lanciare una volata lunghissima. Vollering esita un paio di attimi prima di entrare in scia, si affianca e negli ultimi metri è un testa a testa molto ravvicinato. È un photofinish al colpo di reni, con nessuna delle due che si sente di esultare dopo il traguardo, ma qualche minuto dopo viene confermata la vittoria di Puck Pieterse.
La nuova maglia bianca si porta al secondo in classifica a 22" dalla maglia bianca, con Niewiadoma terza a 34. Le altre sotto il minuto di distacco sono Faulkner a 47" e Juliette Labous a 56". Realini arriva nel secondo gruppo e ora è diciassettesima a 1'44" da Vollering, mentre oggi sono rimaste attardate anche Mavi García, che perde un minuto e venti per una foratura nel finale, Markus a 1'33", e Cecilie Uttrup Ludwig, caduta prima della Roche-aux-Faucons, arrivata a oltre tre minuti insieme a Bradbury.