Troppi galli Jumbo, alla Ronde van Drenthe viene giorno solo per Dries Van Gestel
Nelle corse minori di Belgio e Paesi Bassi la razionalità e l'ordine non sono di paese; l'unica certezza è l'incertezza, l'unica linearità il disordine. E così uno specialista delle pietre come Dries Van Gestel, volto abituale in queste terre, isolato contro quattro membri della stessa squadra, riesce a trionfare in solitaria. E ancora una volta si materializza una caporetto tattica per la Jumbo-Visma, la quale nasconde però giovani note liete.
La cinquantanovesima edizione della Ronde van Drenthe parte da Assen e, dopo 196.3 km di muri, pavé, stradone e stradine giunge ad Hoogeveen. Nel mezzo ben 5 passaggi sul Vamberg, l'ormai celebre collina di rifiuti che da un paio d'anni ospita i maggiori eventi del pedale neerlandese; da affrontare negli ultimi 100 chilometri per tre volte il circuito breve (poco meno di 15 mila metri) e per due quello lungo, che transita proprio ad Hoogeveen sulla linea d'arrivo. Nelle prime battute di corsa protagonisti tre corridori: Jasper Schouten (Allinq Continental Cyclingteam), Sven Burger (BEAT Cycling) e Rick Ottema (Metec-Solarwatt P/B Mantel). I fuggitivi non arrivano mai a guadagnare un margine confortante, sempre controllati dal gruppo guidato dalla Jumbo-Visma (ad alta concentrazione di giovani provenienti dal Development Team).
Lungo i primi tre passaggi sul Col du Vam si seleziona alle spalle dei primi un drappello interessantissimo composto da ben quattro Jumbo, Rick Pluimers, il talentuosissimo Mick van Dijke e i due esperti Pascal Eenkhoorn e Timo Roosen (campione nazionale), l'ex campione belga Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), Barnabas Peak (Intermarché-Wanty Gobert), Casper van Uden (Team DSM), Benjamin Declercq, Kévin Vaquelin e il favorito della vigilia Hugo Hofstetter (Arkéa-Samsic). E poi ancora Dries van Gestel (TotalEnergies), Soren Wærenskjold (Uno-X Pro Cycling Team), Joren Bloem e Antti-Jussi Juntunen (A Bloc CT).
Questi inseguitori veleggiano per una decina di chilometri con circa 1'30" di ritardo rispetto ai battistrada, e 20" su un terzo gruppetto che intorno ai -50 si avvicina pericolosamente causando l'accelerata della Jumbo, il team più rappresentato davanti. Mentre il G3 si rimpolpa grazie al rientro di diversi attardati, i 14 intercalati trovano l'accordo e approcciano le prime rampe del Vamberg, a 41 chilometri dal traguardo, con appena 50" da recuperare nei confronti dei due fuggitivi superstiti (Sven Burger è stato riassorbito ai -45). Ottema lascia sul posto Schouten e si lancia in solitaria verso il penultimo transito ad Hoogeveen, venendo ripreso solamente ai -33.
Tre chilometri dopo iniziano le schermaglie: prima prova la sortita Eenkhoorn, poi Peak, Roosen e Van Gestel, ma in entrambe le occasioni un appesantito Hofstetter chiude il gap. Ritentano nei metri seguenti lo stesso Eenkhoorn, Vaquelin e anche Van Dijke, con un generosissimo Van Gestel che si spende per ricucire. La Jumbo cerca di portar via un gruppettino meno folto per mezzo di una serie di scatti ben organizzati, senza però riuscirci.
Si arriva ai -15, in corrispondenza del Vamberg, tutti compatti. Van Gestel, Roosen, Peak e Van Dijke attaccano sull'ultimo muro staccando di forza gli altri dieci; solo Hofstetter e Bloem hanno le energie per riportarsi sotto prima che sia troppo tardi. Rapidamente il vantaggio raggiunge le due cifre e subito dopo i 20", anche perché solo De Bondt e Van Uden hanno interesse nel collaborare dietro. Ai -5 Roosen e Van Gestel ripartono, Peak chiude con facilità. Van Dijke prepara il terreno per un nuovo tentativo del campione neerlandese, che giunge puntuale a 3 km dalla fine. Proprio Van Gestel approfitta del momento di incertezza tra Hofstetter e Roosen e si invola verso il traguardo. Nessuno vuole inseguirlo, nessuno riesce a prenderlo. Il belga della Total giunge all'arrivo di Hoogeveen con 6" di vantaggio su Barnabas Peak, Hugo Hofstetter, Timo Roosen, Bloem e Van Dijke. Vaquelin (a 24") precede De Bondt (a 27"), Ottema e Pluimers nella volata dei battuti.