La dedica di Tadej, le lacrime di Romain: le dichiarazioni post-Liegi
Pogacar spiega il gesto che ha fatto al traguardo della Doyenne, Bardet profondo come sempre. La soddisfazione di Van der Poel e Vansevenant, la delusione di Healy e Skjelmose
Un'infornata di dichiarazioni dei protagonisti a conclusione del ciclo primaverile delle grandi classiche del ciclismo. L'ultimo appuntamento, la Liegi-Bastogne-Liegi, ha visto la vittoria di Tadej Pogacar in solitaria su Romain Bardet e un drappellone regolato da Mathieu van der Poel per il terzo posto.
Tra le varie cadute della giornata, la più brutta è stata forse quella di Carlos Canal, che si è ribaltato su un segnale spartitraffico: la Movistar fa sapere che il galiziano ha subìto un trauma cranico, per fortuna senza fratture, e passerà la notte in osservazione presso l'ospedale di Malmedy.
Tadej Pogacar, vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi 2024: “Dedicata alla mamma di Urska”
“Due anni fa, poco prima della Liegi la madre di Urska [Zigart, la fidanzata, ndr] morì, l’anno scorso mi sono rotto la mano, sono stati insomma due anni particolarmente difficili. Oggi correvo per la madre di Urska e sono davvero felice di aver finalmente potuto vincere di nuovo questa bellissima gara. Grazie a tutto il team che ha lavorato per me oggi, perché è stato un lavoro di squadra straordinario e senza di loro non avrei potuto farcela. Sono pieno di emozioni. Siamo andati forte in salita e sicuri in discesa e sulla Redoute abbiamo fatto esattamente quello che avevamo detto. Da lì in poi c'era solo da soffrire fino al traguardo. Dopo gare così lunghe è davvero speciale andare all'arrivo in solitaria, e indossare la maglia di campione nazionale per me rende tutto più bello”.
Romain Bardet: “Il podio con Pogacar e Van der Poel sarà una bella foto per mio figlio”
“Ho pensato al 2018 [quando fu terzo, ndr] nel finale, sì. In questa gara mi sono sentito troppo spesso frustrato sprecando buone opportunità. Questa volta, dopo l'atteso attacco di Pogacar sulla Redoute, dovevamo essere presenti nelle successive schermaglie per sbarazzarci di quanti più rivali possibile. Ho avuto la pelle d'oca sulla Roche-aux-Faucons perché è una salita che mi piace molto. L'esperienza passata mi diceva che in quel punto della corsa avremmo potuto sfruttare la situazione: lì cinque secondi possono essere sufficienti, basta reggere mentalmente. Ho sempre creduto che simili risultati fossero ancora possibile, altrimenti mi sarei già ritirato. Se continuo è semplicemente perché non mi sono mai sentito così forte su una bici. Ma i miei concorrenti sono ancora più forti. In ogni caso ritrovarmi sul podio con Pogacar e Van der Poel sarà una bellissima foto che potrò incorniciare per mio figlio”.
In qualche modo il francese della DSM spiega le lacrime che l'hanno colto dopo l'arrivo: “Nel ciclismo ti impegni al massimo e trascorri forse il 90% del tempo ad allenarti nell'ombra. Sappiamo che tutti nel team stanno lavorando duro e dando il massimo, quindi ho sempre fiducia nel progetto. Dobbiamo fare tanti sacrifici per essere a questo livello ma penso che sia bello anche poter poi condividere insieme quei momenti in cui otteniamo i risultati a cui puntiamo. Oggi i ragazzi hanno pedalato davvero bene ed eravamo dove volevamo essere. Sulla Redoute è stata una questione di gambe e ho seguito un contropiede, prima di dare il massimo sulla Roche-aux-Faucons. Sapevo che alla fine sarebbe stato difficile stare in avanscoperta a causa del vento contrario, ma sapevamo anche che non erano rimaste molte squadre con sufficienti uomini per organizzare un inseguimento: il gruppo procedeva a strappi tra uno scatto e l'altro, io invece ho solo cercato di concentrarmi sui miei sforzi e ho dato tutto fino al traguardo. Sono davvero contento del secondo posto ed è una bella iniezione di fiducia in vista di ciò che verrà”.
Mathieu van der Poel: “Pogacar prima o poi avrà una brutta giornata!”
“Sono felice di come sono andate le cose. Siamo tornati davanti dopo un lungo inseguimento e sentivo già che le mie gambe erano un po' stanche. Ma anche con le gambe di Roubaix o del Fiandre sarebbe stato difficile seguire Tadej. Sono abbastanza realista, so che se Pogacar ha una buona giornata non posso seguirlo nemmeno con le mie gambe migliori. Non si sa mai, potrebbe avere una brutta giornata, o almeno spero che possa! Anche oggi è stato impressionante. Penso che la mia stagione delle classiche sia stata più che soddisfacente. Sono davvero felice di essere salito sul podio qui oggi. Ognuno ha le sue gare e io ho fatto quello che dovevo fare nelle mie”.
Mattias Skjelmose: “Settimana da dimenticare, proprio quando avevo fatto proclami…”
"Tutta questa settimana è stata una grande delusione. In questo momento vorrei solo sdraiarmi e piangere perché quel che è successo è molto difficile da sopportare. Soprattutto dopo le ambizioni di cui ho parlato apertamente questa volta. Si torna al tavolo da disegno [siamo punto e a capo, ndr]".
Ben Healy: “Deluso e dispiaciuto, mi è mancato qualcosa”
“Sono piuttosto dispiaciuto di non essere riuscito a seguire Bardet sulla Roche-aux-Faucons, mi trovavo nella posizione giusta, proprio dove dovevo essere, ma mi è mancato solo qualcosina. Sono solo deluso perché la squadra ha fatto un lavoro straordinario oggi”.
Mauri Vansevenant: “Risultato che mi dà molta fiducia”
“Sono contento del mio risultato. Forse avrei potuto finire tra i primi cinque, ma lo sprint è stato molto frenetico, quindi non ho motivo di avere rimpianti. La top ten in questa gara dura e prestigiosa è un bel risultato che mi rende orgoglioso. Non è stato facile oggi, ma ho fatto del mio meglio e avevo un forte team Soudal Quick-Step che mi ha supportato nell’ultima parte della gara, facendo un grande sforzo per aiutarmi a recuperare dopo quella caduta. Il sesto posto qui mi dà molta fiducia, sento di aver fatto un altro passo importante nel mio sviluppo e ora non vedo l’ora che arrivino le prossime gare”.