Vos colpo doppio, Cavalli colpo e basta
Marianne vince la seconda tappa del Tour davanti a Silvia Persico e va in giallo. Bell'attacco Trek-Segafredo, Elisa Longo Borghini sale in classifica. Brutto incidente per Marta in un giorno pieno di cadute: ritirata la cremonese
Avremmo voluto limitarci a incensare oggi la vittoria numero 241 in carriera di Marianne Vos, la prima al Tour de France Femmes, guarnita con tanto di maglia gialla per la fenomenale olandese, al termine di una tappa che ha avuto un finale emozionante; e il bel gioco d'attacco messo in campo della Trek-Segafredo delle due Elise, per un giorno Balsamo al servizio di Longo Borghini con l'idea di guadagnare in classifica su tante rivali (missione compiuta!); e l'ottima riuscita di Silvia Persico, seconda al traguardo nel giorno del suo 25esimo compleanno, alle spalle di un'avversaria francamente imbattibile.
Tutto questo è avvenuto e lo sottolineiamo come merita; purtroppo la vicenda sportiva oggi è stata messa un po' in ombra dalle tante cadute che hanno funestato la tappa, che hanno condotto a più di un ritiro e che hanno visto coinvolta tra le altre Marta Cavalli. Perché poniamo l'accento proprio sulla cremonese? Non tanto perché la seconda dell'ultimo Giro d'Italia era la migliore carta (insieme a Longo Borghini) da giocare in classifica per il nostro movimento; quanto per la dinamica tremenda del botto, con la 24enne di Formigara che si era fermata per non finire addosso ad Amanda Spratt, cadutale davanti, ed è stata travolta ad alta velocità dalla campionessa nazionale australiana Nicole Frain, giunta da dietro come se fosse su un'autostrada libera, quando invece aveva il groviglio davanti a sé. Chiaro che qualcuna (pure lei, che non è che sia atterrata bene dopo l'impatto con Marta) si sarebbe fatta male, e anzi c'è pure da dire che potevano esserci conseguenze peggiori rispetto a quelle patite dalle ragazze coinvolte.
Sia come sia, Cavalli si è ritirata e il Tour perde troppo presto una delle più attese protagoniste, vincitrice quest'anno di Amstel e Freccia e sicuramente destinata a essere un fattore anche sulle strade della Grande Boucle.
Con questo rimpianto passiamo alla cronaca. La seconda tappa del Tour de France Femmes 2022, la Meaux-Provins di 136.4 km, è partita con una fuga a quattro andata via dopo 3 km con Sabrina Stultiens (Liv Racing Xstra), Femke Garritse (Parkhotel Valkenburg), Rotem Gafinovitz (Roland Cogeas Edelweiss Squad) e Marit Raaijmakers (Human Powered Health). Il quartetto ha guadagnato bene, 3' già al km 27, un margine tenuto poi per diversi chilometri ancora. Senonché sul percorso spirava un buon vento, e appena si è trovata una strada utile per provarci, alcune squadre hanno tentato di portar via dei ventagli: la Trek-Segafredo in primo luogo, ma non solo.
Le strappate in testa al gruppo hanno fatto staccare qualche ciclista, e per eterogenesi dei fini hanno riavvicinato le battistrada, che si son viste riprese già dopo 58 km di gara, a 78 dalla fine. Il massimo che, collettivamente, sono riuscite a ottenere, è stato il Gpm della Côte de Tigeaux (al km 17), vinto dalla Garritse, compagna di squadra della maglia a pois Femke Markus (che ha conservato il simbolo del primato in quanto la Garritse l'ha eguagliata a 2 punti Gpm ma è più indietro nella generale).
Dopo la fase del vento, il gruppo s'è placato, da dietro sono rientrate le staccate, tra le quali c'era Sanne Cant (Plantur-Pura), e per diversi chilometri non è successo niente di interessante. Ai -30 una caduta ha coinvolto parecchie atlete: Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing), Ursa Pintar (UAE ADQ), Séverine Eraud e Natalie Grinczer (Stade Rochelais Charente-Maritime), Alison Avoine (St Michel-Auber93), Morgane Coston (Arkéa), Ally Wollaston (AG Insurance-NXTG), Krista Doebel-Hickoc (EF Education-TIBCO), Quinty Schoens (Parkhotel), ma tutte per fortuna sono ripartite senza grossi danni.
Ai -27 è partita Maike Van der Duin (Le Col-Wahoo), alle sue spalle nel plotone in accelerazione è caduta malamente Gaia Masetti (AG) - destinata al ritiro - e poco dopo un altro capitombolo a centro gruppo ha coinvolto tra le altre Amanda Spratt (BikeExchange-Jayco), Olivia Baril e Margaux Vigie (Valcar-Travel & Service), quest'ultima finita nel fosso accanto alla stradina; alle spalle della Spratt, Marta Cavalli (FDJ-Suez) ha frenato ma è stata travolta da Nicole Frain (Parkhotel), sopraggiungente come una matta a velocità altissima. La cremonese ha preso una tremenda schienata ed è rimasta per un bel po' a terra, prima di ripartire; la campionessa australiana (la Frain), sullo slancio, si è ribaltata.
In un momento tremendo, ai -22 c'è stata un'ennesima caduta, tra le tante coinvolte Ellen Van Dijk (Trek-Segafredo), Demi Vollering e Marlen Reusser(SD Worx), Alice Arzuffi ed Eleonora Gasparrini (Valcar), Lausa Süssemilch (Plantur), rimasta a lungo distesa e poi ritiratasi, e Cecilie Ludwig (FDJ). L'intera FDJ ha allora aspettato la danese, e Cavalli ha dovuto essere necessariamente abbandonata a se stessa; l'inseguimento, col vento sempre presente sul percorso, non era peraltro facile per nessuna, men che meno per una ragazza appena reduce da una botta del genere. Intanto il gruppo ha rallentato per qualche frangente e la Van der Duin è riuscita ad andare a +43", vantaggio massimo toccato ai -21; solo che sulla salitella che portava all'arrivo di Provins (il primo passaggio a 20 km dalla fine) ha perso praticamente tutto il margine.
Al passaggio c'era il traguardo intermedio, Lorena Wiebes (DSM) ha preceduto per il secondo posto Lotte Kopecky (SD Worx) e Marianne Vos (Jumbo-Visma), e sullo slancio - col gruppo ulteriormente sfilacciato per la salita dopo essere stato frazionato dalle cadute - Elisa Balsamo (Trek) ha lanciato un contrattacco, pianificato con la squadra, a cui si è accodata la compagna Elisa Longo Borghini e poi pure Vos, Silvia Persico (Valcar) e Katarzyna Niewiadoma (Canyon). Questo quintetto ha subito ripreso la Van der Duin ai -19 e ha rapidamente portato il margine a 20" (grande lavoro di ELB). Intanto al passaggio Cavalli, stordita e sofferente, è scesa dalla bici e ha abbandonato la corsa.
Nel primo gruppetto alle spalle delle attaccanti, le Movistar di Annemiek Van Vleuten lavoravano per ricucire, poi ai -10 sono arrivate davanti anche la SD Worx con la Vollering e la DSM con Juliette Labous: l'obiettivo era permettere a Kopecky e Wiebes di giocarsi la tappa, ma le battistrada non erano così d'accordo: 33" il vantaggio agli 8 km. Poi le Jumbo in gruppo si sono messe a rompere scientificamente i cambi e il margine delle prime è ulteriormente aumentato: 40" ai -4, e a questo punto l'azione prendeva proporzioni diverse dal semplice "proviamo a vincere la tappa": avendo la possibilità di incidere in classifica, si sono invertiti i ruoli tra le due Elise della Trek, con la Balsamo che nel finale ha spinto a fondo per permettere all'omonima di guadagnare il più possibile.
A 2 km dalla fine l'ultima caduta della giornata ha visto Évita Muzic (FDJ) andare giù in curva dopo un tocco con Laura Asencio (Ceratizit). Ma i giochi seri avvenivano davanti: dopo un'ultima trenata, Balsamo si è sfilata quando agli 800 metri Longo Borghini ha fatto il suo scatto; bene hanno risposto Niewiadoma, Vos e Persico, mentre Van der Duin ha perso metri. Ai 400 metri, visto che non si scrollava di dosso le altre, l'ossolana si è spostata lasciando il primo posto a Kasia, ne è venuto un rallentamento su cui Van der Duin è rientrata accennando pure a tirare dritto, ma le altre non erano certo lì per caso, sicché hanno soffocato sul nascere il progetto della giovane neerlandese.
Ai 200 metri Niewiadoma è partita con Vos a ruota, ma su un traguardo del genere come la freni Marianne? E infatti la Campionissima del ciclismo femminile non ha avuto indugi, ha superato agevolmente la polacca ai 120 metri, mentre Persico provava a rinvenire, ne aveva abbastanza per superare l'atleta della Canyon, ma non a sufficienza per avvicinare la Vos, già pronta a esultare per il doppio colpo: tappa e maglia.
Il frastagliatissimo ordine d'arrivo ha visto le prime tre (Vos-Persico-Niewiadoma) cronometrate con lo stesso tempo, poi a 2" è transitata Longo Borghini e a 12" Van der Duin; a 29" un primo gruppetto con Wiebes, Julie De Wilde (Plantur), Rachele Barbieri (Liv), Kopecky, Maria Giulia Confalonieri (Ceratizit), Mavi García (UAE), Vollering, Elise Chabbey (Canyon) e Sandra Alonso (Ceratizit). A 34" sono arrivate, tra le altre, Labous, Ashleigh Moolman (SD Worx) e Annemiek Van Vleuten (Movistar); la Ludwig, come Marlen Reusser (SD Worx) ha pagato 1'38", Erica Magnaldi (UAE) è arrivata in un gruppo a 3'22", Paladin tutta sola a 9'39". Pintar, coinvolta nella prima caduta di gruppo, è arrivata addirittura fuori tempo massimo.
La generale è tutta cambiata rispetto a ieri: Vos è prima con 10" su Persico, 12" su Niewiadoma, 18" su Longo Borghini, 28" su Van der Duin, 35" su Wiebes, 41" su Kopecky, 45" su Barbieri, De Wilde, Vollering, Chabbey, García e Confalonieri. A 50" Labous, Van Vleuten e Moolman, a 1'54" Ludwig e Reusser, a 3'38" Magnaldi. Domani la terza tappa promette altra battaglia nel finale: nella Reims-Épernay di 133.6 km non ci sono grandi salite, ma le côte presenti nel finale sono disposte benissimo (l'ultima rampa scollina a 4 km dall'arrivo, ma poco prima c'è la durissima Côte de Mutigny, praticamente lo stesso finale della tappa del Tour maschile del 2019 nella quale Julian Alaphilippe si illustrò da par suo); per cui aspettiamoci spettacolo e speriamo di non vedere altre cadute.