Corse

Volta a Catalunya 2023 - Analisi del percorso

Mai come quest'anno il tracciato della storica corsa catalana presenta tante salite (3 arrivi in quota) e continue occasioni per smuovere la classifica

19.03.2023 19:30

La Volta è senza dubbio una delle più importanti tra le brevi corse a tappe, anche perché è la corsa per eccellenza di una regione particolarmente identitaria come la Catalogna, in grado di offrire molto anche sotto l'aspetto tecnico, essendo adagiata tra i Pirenei ed il mare. È stata mantenuta la formula di 7 tappe tutte in linea, che alternano giornate vallonate rivolte a fughe e velocisti resistenti a tappe di alta montagna che fungono da perfetto antipasto per i Grandi Giri. Quest'anno in particolare sono 3 le giornate rivolte agli scalatori, tutte con arrivo in quota, ma formulate abbastanza diversamente. Delle restanti quattro giornate, almeno due possono comunque creare scompiglio in classifica, ma visto il modo in cui si è decisa l'ultima edizione tutte le tappe saranno potenzialmente esplosive.

 

 

Lunedì 20 marzo - 1a tappa: Sant Feliu de Guíxols - Sant Feliu de Guíxols (164.6 km)

Si comincia con la classica tappa mediamente ondulata destinata a chiudersi in volata. Pur essendo disseminati sul percorso quattro GPM in cima a salite relativamente lunghe, è difficile pensare come i velocisti possano lasciarsi sfuggire questa occasione. Da segnalare comunque che il finale non si può definire propriamente banale, partendo dall'Alt de Romanyà (5 km al 5.2%) che termina a 24.5 km dal traguardo di cui almeno 5 sono di discesa, anche abbastanza impegnativa; ma soprattutto si dovrà fare attenzione agli ultimi 5 km, che identici quelli della frazione di apertura del 2022. Un primo strappo seguito da un tortuoso attraversamento cittadino porta sul lungo rettilineo finale di circa 900 metri, anche questo tutto all'insù (2\3%). Non si può dunque escludere un colpo da finisseur.

 

Martedì 21 marzo - 2a tappa: Mataró - Vallter (165.4 km)

Al secondo giorno è già il momento del primo spauracchio: l'impegnativo arrivo in salita di Vallter 2000; si tratta di un'ascesa piuttosto esigente (è il primo GPM di cat.E) soprattutto per una corsa che si svolge a marzo. La tappa si configura come una sorta di unipuerto, ma c'è da dire che negli ultimi 80 km i tratti in salita sono molti più di quelli in discesa e si potrebbe arrivare già usurati all'ultima impennata: si segnala in questa fase il GPM di 1a categoria del Coll de Coubet (circa 10 km al 5.5%), con la strada che sale ulteriormente fino a circa 1050 metri di altitudine in corrispondenza del Coll de Santigosa. Al termine di una breve ma tecnica discesa si entra nel lungo fondovalle, che lentamente lascerà il posto alla salita vera e propria verso il traguardo. Già a Camprodon (dopo 15 km) il falsopiano si fa più impegnativo, con la pendenza che cresce per al 3/4% per un'altra decina di km fino all'inizio formale della salita: 11.1 km al 7.6% con pendenze importanti nella prima parte (circa 6 km all'8.5%). Elemento da non sottovalutare sarà l'altitudine: il traguardo è a quota 2135.

 

Mercoledì 22 marzo - 3a tappa: Olost - La Molina (180.6 km)

Dopo l'unipuerto è il turno della tappa di montagna di La Molina, altro classicone della Volta. È la tappa con il maggior numero di metri di dislivello (circa 4000 metri). Si parte praticamente in salita per raggiungere San Bartomeu del Grau (circa 7 km al 4%, con i primi 2.5 al 7%), elemento che - si sa - crea sempre confusione. Una manciata di km di pianura porta a Manlieu, per poi superare una serie di asperità senza GPM per raggiungere Olot: si segnalano in particolare i 14 km al 3.7% del Coll del Bac e i 3 km al 4.3% verso la Devesa; quindi un falsopiano di 3 km porta al Coll de Condreu dove inizia una lunga discesa piuttosto insidiosa. Una decina di km di fondovalle ci porta di nuovo ai piedi del Coll de Coubet, dopo il quale stavolta si terrà la sinistra per salire al Coll de Canes (13 km al 5%, con il GPM sempre posto dopo i primi 10).

Una discesa da pedalare permette di raggiungere Ripoll ed imboccare il fondovalle che anticipa la salita più dura del giorno: i 20 km del Coll de la Creueta. La pendenza media del 4.9% nasconde un tratto in discesa, che spezza la salita in due segmenti rispettivamente di 4 km al 6% e 12 km al 5.7%. Non sono pendenze impossibili, ma i numerosi tratti tra il 7% e il 9% di una salita così lunga che termina ad oltre 1900 metri di altitudine (il dato ufficiale è sottostimato) potrebbero fare male. Dalla vetta si scende per 2.5 km, prima di raggiungere una prima volta La Molina tramite la Collada del Pedrò (2.5 km al 3/4%). A questo punto 15 km di discesa portano ad Alp, dove la strada inizia quasi subito a salire abbastanza cattiva costantemente al 7\8% ed è solo un breve tratto in falsopiano ad abbassare la media dei primi 8.6 km al 6.5%. A questo punto rimangono 2 km di discesa e circa 1500 metri di nuovo in salita (800 metri finali all'8%, max 10%).

Spesso l'ascesa finale si è rivelata troppo veloce per creare danni concreti ed è stata una volata tra gli uomini di classifica sullo strappo conclusivo a decidere le cose. Tuttavia l'unica volta in cui la tappa era così concepita (Creueta+Molina senza respiro) è stato nel 2018, l'anno in cui senza dubbio ci fu più selezione (arrivarono soltanto Valverde, Bernal e Quintana a giocarsi la tappa).

 

Giovedì 23 marzo - 4a tappa: Llívia - Sabadell (188.2 km)

Frazione movimentata dal finale agevole che sembra destinata al successo della fuga del mattino o ad una volata a ranghi ristretti qualora si volesse tener chiusa la corsa. In avvio di tappa si sale nuovamente a La Molina e alla Collada de Toses (Circa 15 km al 4.5%). Una lunga discesa pedalabile conduce alla fase centrale della tappa, mossa, ma priva di salite esaltanti, inaugurata dal GPM del Collet de Sant Augustì (8.5 km al 3.5%). Nel tratto successivo si susseguono salite brevi ma abbastanza arcigne. A Moià si percorre un tratto più lineare di 10 km, prima di svoltare a sinistra ed entrare sulla tortuosa B-124, lungo la quale si supera il Coll de Lligabosses (circa 4 km al 4.5%). La strada procede frastagliata, ma per lo più in lieve discesa fino a a Castellar del Vallès, dove si entra negli 9 km, molto più lineari.

Manca ancora un impegnativo arrivo in salita, ma la tappa somiglia a quella dove Carapaz e Higuita si inventarono quel numero clamoroso l'anno passato e se possibile è ancora più favorevole ad eventuali attaccanti, quindi nessuna possibilità va esclusa a priori.

 

Venerdì 24 marzo - 5a tappa: Tortosa (Terres de l'Ebre) – Lo Port  (176.6 km)

Tornano di scena gli uomini di classifica con una tappa fondamentalmente unipuerto, ma già mossa nei primi 110 km. La salita finale si imbocca a Roquetes, quando mancano circa 17 km al traguardo. Inizialmente si tratta di un falsopiano, poi un primo tratto di 4 km al 4.5% porta alla salita vera e propria: 8 km abbondanti con una pendenza media dell'8.8% e numerosi tratti in doppia cifra. È (insieme a quella di Vallter) la salita più impegnativa di questa Volta e giunge peraltro dopo altre tre tappe molto esigenti. C'è la possibilità di veder qualcuno saltare per aria con conseguenti eventuali sconvolgimenti in classifica.

 

Sabato 25 marzo - 6a tappa: Martorell - Molins de Rei (183.2 km)

Nelle giornate restanti la classifica non è comunque per niente già decisa. Anche questa frazione risulta piuttosto arcigna e concentra un paio di salite insidiose nel finale di tappa. Di pianura ce n'è in verità poca fin dall'inizio, con i primi 130 km che pur essendo privi di GPM sono composti da un susseguirsi di salitelle più o meno marcate, anche se con pendenze sempre molto lievi, ma sufficienti a sommare velocemente 1500 metri di dislivello. Con questa fatica nelle gambe si arriva ai piedi del primo GPM, il 2a categoria dell'Alt de la Creu d'Aragall, 5.6 km al 6% di media e alcuni tratti all'8/9%. Una discesa veloce spezzata da due strappi di 1 km a testa porta a Pallejà, dove svoltando a destra si sale all'Alt de Fontpineda: si tratta di una salita di circa 2.5 al 7.8%, che maschera un muro di circa 1200 metri al 12% con punte del 20%. Dopo una breve discesa si torna su strade pressoché pianeggianti a 11 km dal traguardo, sicuramente non tantissimi: l'ultimo GPM può essere un ottimo trampolino sia per andare a vincere la tappa, sia per smuovere nuovamente la classifica.

 

Domenica 26 marzo - 7a tappa: Barcellona - Barcellona (135.8 km)

La chiusura vede anche quest’anno protagonista il capoluogo catalano, Barcellona. Durante un primo ampio circuito si scala l'Alt de Begues (7 km al 5.4%), ma sarà soprattutto il circuito conclusivo ad essere determinante. Si ripropone infatti l'impegnativo percorso delle ultime due edizioni che prevede a metà della tradizionale salita al Montjuïc una deviazione a sinistra per affrontare (dopo un breve tratto in leggera discesa) il muro che porta fino al castello: formalmente la salita risulta di 2.5 km al 4.6%, ma con una pendenza massima del 19%; la salita vera e propria è infatti di circa 900 mt, quasi tutta in doppia cifra. Nei 5 km che portano al traguardo è previsto anche l’ulteriore strappo nei pressi dello stadio olimpico, di circa 700 metri al 6%. Il circuito, privo di pianura, viene ripetuto per 6 volte, totalizzando così una cinquantina di km senza respiro dove c’è lo spazio per fare scompiglio e ribaltare la classifica, un po’ come avviene sui muri marchigiani alla Tirreno-Adriatico.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.