Jonas Vingegaard, insieme a Wout Van Aert e a Christophe Laporte, nel ritiro di Tignes
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Benoot su Vingegaard: «Nessuno in squadra scommetterebbe su un suo podio al Tour»

L’esperto corridore della Visma-Lease A Bike non sembra avere grandi speranze sulle possibilità di vittoria al Tour de France del proprio capitano, al rientro sabato a Firenze dopo il pauroso incidente all’Itzulia

Pretattica? Eccessiva sincerità? Spietato realismo? Probabilmente un po’ di tutto questo, sta di fatto che Tjesi Benoot non sembra riporre grandi aspettative nel ritorno alle corse del proprio capitano Jonas Vingegaard. Come biasimarlo, del resto: al rientro a quasi tre mesi di distanza dal terribile incidente di cui il vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle è stato vittima all'Itzulia, le possibilità di poter competere alla pari con l’invincibile Pogačar di questa stagione sembrano essere davvero basse, per non dire nulle; e Benoot, intervistato da Het Laatste Nieuws prima della prova in linea del campionato nazionale belga vinta ieri da Arnaud De Lie, non ha fatto altro che confermare ciò che la logica suggerisce e in tanti, quasi tutti, pensano. «Se Jonas correrà il Tour – ha spiegato Benoot – è perché il management della squadra pensa che possa esserci anche solo una possibilità di averlo al top della condizione, ma sono sicuro al 100% che nessuno in squadra scommetterebbe del denaro sul fatto che Jonas possa conquistare il podio».

«Al posto di Vingegaard e Van Aert, non sarei mai stato convocato per il Tour!»

Insomma, nessuna pressione, ma nemmeno troppa fiducia nella possibilità di vincere il Tour per il terzo anno di fila, anche per la prolungata lontananza di Vingegaard dalle corse. «È chiaro, non è semplice fare una valutazione sul suo stato di forma in questo momento: non è che, quando ci alleniamo insieme in altura, ci comportiamo come durante una tappa di montagna al Tour; non ci mettiamo alla prova l'uno contro l'altro per vedere chi è il migliore. Inoltre, quando Jonas svolge la parte più intensa dei lavori specifici, non sono con lui», ha spiegato Benoot, che dopo il Criterium del Delfinato ha raggiunto Vingegaard, Van Aert e altri compagni a Tignes, dove i due big della Visma-Lease a Bike hanno trascorso tre settimane. «Con campioni con un talento come il loro, che possono raggiungere un buon livello in poco tempo, è normale – ha proseguito Benoot – che la squadra si prenda il rischio di portarli al Tour, nella speranza che possano rendere al meglio. Immaginate se, al posto loro, ci fosse stato un Benoot con appena otto settimane di allenamento nelle gambe: sarei stato selezionato per il Tour? Ovviamente no!». Come darti torto, caro Tiesj?!

© Wout van Aert poche settimane dopo la caduta alla Dwars door Vlaanderen

«Van Aert? Non è quello degli ultimi due anni»

Tra poter essere competitivo nelle tre settimane e conquistare il podio di un Tour de France c’è tutta la differenza del mondo, specie per chi, come Vingegaard, non potrà permettersi di partire con il piede sbagliato. Discorso diverso per Van Aert, anche se Benoot non nasconde di non aver visto al meglio nemmeno il campione di Herentals: «Wout ha fatto progressi nelle ultime settimane, ma non è al livello dell’anno scorso e certamente non a quello di due anni fa. Ogni atleta che rientra da un infortunio porta con sé un fardello di incertezza e lui e Jonas non fanno eccezione. Solo dopo il primo fine settimana potremo avere un’idea di quanto stiano bene», ha saggiamente suggerito Benoot. Dopo le sue parole, però, il sogno di godere di una sfida all’ultimo sangue tra i due dominatori degli ultimi quattro Tour de France è un po’ più lontano.

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Marco Francia
Nonostante tutto, il ciclismo è la mia unica passione.