Uran: "Pogačar non arriva a 37 anni correndo così. Ora mi do al calcio professionistico"
Il colombiano della EF Education-EasyPost ha rilasciato una lunga intervista ripercorrendo la propria carriera e svelando i progetti futuri
Rigoberto Uran, ciclista colombiano della EF Education-EasyPost, lascerà il ciclismo professionistico al termine della stagione e chiuderà cosi una carriera lunga 18 anni durante la quale ha vinto tappe nei tre Grandi Giri e per due volte è giunto secondo nella classifica generale del Giro d'Italia. Il ribattezzato ‘Rigo’ ha rilasciato una lunga ed interessante intervista in esclusiva ai microfoni di ‘El Colombiano’, noto quotidiano con sede a Medellin, raccontandosi a tutto tondo. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.
Uran: “Marlo Perez un amico. Ritiro? Non mi ha fatto male lasciare così”
Innanzitutto la dedica a Marlon Perez: “Era un grande amico, la persona che mi ha aiutato ad arrivare in Europa attraverso il manager italiano Giuseppe Acquadro. Ho vissuto con Marlon per circa un anno e mezzo ed è stato bello perché non mi sono sentito solo, cosa che diventa complicata quando non hai un connazionale al tuo fianco. Per me è stato un vantaggio averlo vicino, soprattutto perché ho condiviso con lui tanti momenti importanti”.
Poi, a precisa domanda su un ripensamento rispetto alla decisione di ritirarsi, ha di fatto chiuso qualsiasi porta: “Non c'è un altro piano e non ho nessun ripensamento. Ciò che ho deciso quest'anno riguardo al ritiro era già pronto da tempo. Come sai il mio contratto con la EF scade a dicembre e nel 2025 farò altre cose. Sono grato alle persone che mi hanno sostenuto nella mia carriera, per questo lascio il ciclismo sereno e felice. Anche se ho avuto un incidente, fortunatamente non è successo nulla di grave. Quindi la verità è che non mi ha fatto male lasciare così. Ero preparato all'addio da molti anni e il riconoscimento mi è sempre stato dato dai ciclisti. Volevo ritirarmi a Madrid, ma mi sento comunque tranquillo”.
Uran: “Pogačar? Non ho mai visto uno come lui nella mia vita”
Molto importante anche il tema del rientro dagli incidenti: “Confesso che a volte tornavo spaventato dopo un incidente. Sai cosa succede? Quando hai già dei figli inizi ad avere un po' di paura e rispetto per lo sport, a maggior ragione quando hai un incidente. Bisogna lavorare tante ore, anche ricevendo supporto psicologico per ricominciare, perché non c'è altra strada. Tutto nella vita comporta un rischio, ma soprattutto il ciclismo per come lo abbiamo visto degli ultimi anni, che comporta velocità più elevate e quindi cadute”.
‘Rigo’ ha parlato anche di Tadej Pogacar: “Per uno esperto battere uno giovane? Un tempo lo faceva Alejandro Valverde, un'icona che ha avuto una carriera brillante e che ha vinto in età avanzata. Dopo di lui non vedo chi potrà battere Pogačar. Siamo di fronte a fenomeni che già vengono paragonati ad Eddy Merckx. Non ho mai visto uno come Pogačar nella mia vita, quello che fa è impressionante. Ma è impossibile che arrivi a 37 anni andando correndo così, anche perché questi ragazzi si allenano dai 14 anni ad alti ritmi”.
Uran: “Voglio diventare un calciatore professionista”
Inevitabile l'accenno a quel Giro d'Italia 2014 in cui arrivò alle spalle di Nairo Quintana: “Penso che ognuno approfitti delle proprie opportunità. Sono molto fiducioso e credo che tutte le persone si comportino come mi comporto io. La verità è che quando c'è competizione bisogna avere diffidenza. Non puoi mai fidarti finché non raggiungi il traguardo. Non incolpo Nairo di nulla perché la carriera è la carriera. In quel Giro ci fu un errore, un fallimento dell'organizzazione, ne ha approfittato ed è andata molto bene. Non provo risentimento. Chi è negligente è chi perde”.
Infine la chiosa sul suo futuro: “Mi dedico al calcio professionistico. È un sogno che avevo, ci proverò e vedremo cosa succede. Il mio obiettivo ora è diventare un calciatore professionista. Lo sai che sono molto pazzo, ma mi piace fare tante cose”.