
Alexys Brunel ci ricorda che non è mai troppo tardi per rinascere: assolo al GP Monseré
Il francese - che aveva abbandonato il professionismo tre anni fa - vince dopo una lunga fuga. Fredheim e Coppens sul podio, 8° Nizzolo
Se un produttore di docufiction avesse seguito il GP Monseré, avrebbe tra le mani un bellissimo soggetto: Alexys Brunel, anni 26, aveva smesso con il ciclismo di vertice nel 2022 dopo due anni abbastanza blandi in casa Groupama. Sembrava finita con le due ruote, anche se non aveva mai smesso di frequentare l'ambiente: in attesa di capire cosa fare da grande, il ragazzo nato sulle rive della Manica aveva scelto di proseguire con le granfondo e le corse gravel, dove aveva ricominciato a fare risultato. Finché non ha bussato alla sua porta la TotalEnergies: un anno di contratto per riprovarci. L'ultimo fotogramma di questa storia ha il volto sorridente di Brunel che, dopo quasi 200 km all'attacco, ha conquistato il GP Monseré, prima prova della Coppa del Belgio. Battute le squadre dei velocisti, che hanno colpevolmente sottovalutato la fuga mattutina e, quando erano sul punto di operare il riaggancio, sono state azzoppate da una caduta che ha dimezzato le forze in campo, a tutto vantaggio di chi era davanti.
La cronaca del Grote Prijs Jean-Pierre Monseré
La due giorni dedicata ai velocisti sulle strade fiamminghe si chiude con il 14° Grote Prijs Jean-Pierre Monseré, dedicato alla memoria dello sfortunatissimo corridore belga morto in un criterium nel marzo 1971, pochi mesi dopo il trionfo iridato sul circuito di Leicester, in Gran Bretagna.
Poco più di 200 km per la corsa inaugurale della Coppa del Belgio, con partenza da Ichtegem e arrivo a Roeselare. Dopo un tratto in linea di 25 km - caratterizzato dal primo passaggio sul Gitsberg, una rampa lastricata di 500 metri al 3,1% che si arrampica in vetta al 7% - la carovana affronta un primo circuito di 55 km da ripetere per tre volte. Oltre al Gitsberg, il menu propone le scalate multiple all'Hoogledeberg (300 metri al 2,8%) e il breve settore di pavé di Lookhuisstraat. Gli ultimi 13,5 km prevedono un'escursione piuttosto movimentata nei dintorni di Roeselare. Il rettilineo d'arrivo misura circa 200 metri.
Subito dopo il via, si avvantaggiano in 6: i belgi Michiel Coppens (BEAT Cycling) e Victor Vercouillie (Flanders-Baloise), il russo di passaporto cipriota Bogdan Zabelinskiy (BEAT), l'irlandese Leo Doyle (Atom 6 Bikes-Decca Continental Team), l'italiano Federico Biagini (VF Group-Bardiani CSF-Faizané) e l'olandese Michiel Van Vliet (Metec-Solarwatt), poi raggiunti dal francese Alexys Brunel (TotalEnergies). I battistrada accumulano un margine di poco superiore ai 5' (5'16" dopo 60 km, per la precisione) sul gruppo, trainato a turno da Alpecin-Deceuninck, Cofidis, Free Palestine, Lotto, Intermarché-Wanty, KERN Pharma e Q36.5.

Gli uomini al comando viaggiano a passo sostenuto anche nella seconda metà di corsa, al punto che il margine è ancora superiore al minuto e mezzo in vista degli ultimi 30 km di corsa. Quando l'azione comincia a perdere mordente - il contachilometri segna -25 - Brunel decide di portare una prima accelerazione - che costringe alla resa Doyle e Van Vliet - per poi ripetersi anche sull'ultimo Gitsberg, dove si arrendono Biagini e Zabelinskiy. La stessa rampa in cui il gruppo principale perde pezzi per una caduta nelle retrovie, di cui fanno le spese, tra gli altri, il danese Andreas Stokbro Nielsen (Unibet Tietema Rockets) e il kazako Anton Kuzmin (XDS-Astana). Un episodio che, nei fatti, darà una grossa mano ai superstiti della fuga.
Rilanciata l'azione, Brunel, Coppens e Vercouillie tornano a veleggiare oltre il minuto di scarto. E il responso del cronometro all'ingresso nel tortuoso circuito cittadino sorride alla testa della corsa: 1'14" da difendere in poco più di 13 km. A metà del giro finale, la terza e decisiva stoccata del 25enne di Boulogne-sur-Mer, che guadagna subito un centinaio di metri sulla coppia belga. Nonostante gli sforzi, gli inseguitori non ne hanno più: Brunel ha ancora in tasca una decina di secondi all'ultimo chilometro. Quel che serve per festeggiare il suo secondo successo da professionista a cinque anni di distanza dall'unico brindisi all'Étoile de Bessèges.
Alle sue spalle, i velocisti provano ad anticipare la volata per salvare perlomeno il podio (e accumulare punti preziosi per il ranking UCI): il norvegese Stian Fredheim (Uno-X Mobility) parte ai 250 metri, portandosi dietro il belga Milan Fretin (Cofidis) e il francese Hugo Hofstetter (Free Palestine). Il suo colpo di reni gli consente di superare Coppens, che riesce comunque a salvare il podio, anticipando Hofstetter e Fretin. 6° Vercouillie, poi il russo autorizzato Gleb Syritsa (XDS-Astana) e il primo degli italiani, Giacomo Nizzolo (Q36.5).