La lode a Van der Poel, gli onori anche agli avversari
Non bocciamo nessuno nelle nostre pagelle della Strade Bianche 2021: troppo bella la corsa, troppo bravi tutti i protagonisti
Mathieu Van der Poel - 10 e lode
Potremmo anche evitare di scrivere altro oltre all'inevitabile, meritatissimo voto. Divarica la corsa più e più volte, primo a rispondere agli Jumbo (quindi a Wout) a Monte Sante Marie, fulminante sulle Tolfe, devastante su via Santa Caterina, e in mezzo tanto lavoro, anche più del lecito secondo alcune vulgate: quando è partito il gruppetto buono, poco dietro aveva Vermeersch e Vakoc, e quindi la giustificazione a non collaborare. Ma lui ragiona da campione, pensa che certe corse vadano onorate assumendosi la responsabilità di tirare. Corre male? Può darsi, ma dove si firma col sangue per far sì che tutti i big del ciclismo corrano male così?
Julian Alaphilippe - 9
In crescita impetuosa già solo rispetto a sette giorni fa, è l'unico ad avere abbastanza gas e personalità da guardare negli occhi il Fenomeno. Solo che, come in certe epiche greche, se guardi negli occhi gli dei rischi di restare pietrificato: quello che gli è successo sulla rampa finale, quando ha dovuto amaramente lasciare la scena a Van der Poel.
Egan Bernal - 9
Un podio che in pochi si sarebbero probabilmente aspettati, ma la Strade Bianche è una corsa a sé, mette di fronte, di fianco, i vincitori delle pietre fiamminghe e quelli del Tour de France... non lesina una goccia di energia, tanto che pare lavorare per il compagno Pidcock a un certo punto. E invece è lui l'Ineos con più frecce: scocca la penultima per riprendere Mathieu e Julian subito dopo le Tolfe, l'ultima per chiudere ancora su MVDP ai -3. Poi si siede e aspetta il giusto podio.
Wout Van Aert - 7.5
È appena tornato da un lungo stage d'altura per cui non può avere la brillantezza di altri. Lo si vede bene a Monteaperti, quando non sa reagire all'affondo di Alaphilippe. Però carbura, con delay ma carbura: e infatti si rifà sotto a Colle Pinzuto, trascinandosi pure Pidcock. Idem più avanti: non tiene le ruote alle Tolfe, ma riemerge ancora nel finale per prendersi un quarto posto, peggior risultato in quattro edizioni di Strade Bianche (due terzi e un primo, prima d'oggi). È vero che quella senese è fin qui la sua gara d'elezione su strada (strada per così dire), tant'è vero che, da campione uscente, si occupa lui coi suoi di far la corsa fino a Monte Sante Marie, e poi una volta partito il primo gruppo buono spende pure troppo per quello che ha; ma è anche vero che, se la condizione ingolfata post-altura è quella vista oggi, tra un paio di settimane farà volare mazzate pure lui come oggi abbiamo visto fare alla sua nemesi Mathieu.
Thomas Pidcock - 7.5
L'ultimo arrivato nel club dei fenomeni conduce una gara degna delle attese che si addensano su di lui, facendo gioco parallelo con Bernal, avendone di meno rispetto al colombiano, ma non tirando indietro la gamba. Top five importante e promettente.
Michael Gogl - 8
Procedendo nell'ordine d'arrivo, arriviamo al sesto posto e al "Signor Intruso" in una compagnia spaziale. Eppure non perde una pedalata tranne quando proprio non si può evitare di accusare i colpi di cotanti rivali. La Strade Bianche gli piace e gli si addice (già nono nel 2020), ma lascia intravedere qualità che gli faranno piacere e addirsi anche molte altre gare.
Tadej Pogacar - 7
Già solo per esserci, per onorare questa gara, per correrla col consueto piglio da campione che fa tutto quello che è in suo potere per provare a vincere: compresa una fagianata, quando forse già aveva capito che le gambe non erano all'altezza di qualcun altro. Conoscendolo, tornerà a Siena per altri assalti alla Torre del Mangia.
Greg Van Avermaet - 6.5
Il vecchio leone non dispone più delle munizioni di quando questa corsa se la giocava, ciò non gli impedisce di provare a indirizzare il proprio destino con una corsa saggiamente d'attacco: l'unica possibile per sorprendere certi rivali. I quali, però, di farsi sorprendere non ci pensano minimamente.
Philipp Walsleben, Gianni Vermeersch, Petr Vakoc - 8
La guardia d'onore di Van der Poel, in parte proveniente come lui dal cross, spesa lungo il percorso degli sterrati per preparare l'attacco supremo che prima o poi arriverà. Dopodiché, Mathieu fa sempre di testa sua, nel suo cervello l'area deputata alla tattica è soppiantata dalle famose scimmiette con la fisarmonica, per cui immaginiamo che da questo punto di vista possa essere un po' frustrante dovergli essere luogotenenti. Come fossero nel Deserto dei Tartari, loro il loro dovere lo compiono fino in fondo. MVDP e l'Alpecin-Fenix: un successo di squadra, anche. Malgrado lui.
Simone Petilli - 6.5
Come di consueto prendiamo un nome dei fuggitivi del mattino e gli affibbiamo il 6.5 d'ordinanza per averci provato, in rappresentanza anche degli altri attaccanti disperati (a parte il già citato Walsleben, c'erano pure Kévin Ledanois, Simone Bevilacqua, Samuele Zoccarato, Filippo Tagliani, Samuele Rivi e Tosh Van der Sande. Prendiamo Petilli perché le ottime prospettive di cui era accreditato al passaggio tra i prof erano andate via via sfumando, chissà che questo possa essere un anno di riscatto per lui.
Jakob Fuglsang - 6.5
Non è lontano dal condividere l'epico drappello di testa, per un attimo anzi sta quasi rientrando, portandosi a traina diversi colleghi, alcuni dei quali inani per ragioni tattiche. Ma poi quelli lì rilanciano e gli 8", i 50 metri, ridiventano 15 e 100, poi 30 e 200, poi ciao. Non era certo fissato all'inizio di marzo il suo picco, avrà tanti mesi per colorare di gioia anche questo 2021.
Alberto Bettiol - 6
Un voto di stima, intanto perché è il primo degli italiani al traguardo (solo 23esimo), poi perché è messo fuori causa da una caduta, infine perché abbiamo sensati sospetti che possa in qualche modo tenere una top ten, se non avesse intoppi. Anche lui lo aspettiamo più avanti, tipo tra un mese dalle parti di Oudenaarde.
Davide Formolo - 6
Quando in squadra hai un Pogacar, gli spazi fatalmente ti si restringono. Per cui sei costretto a ragionare su distanze più ampie, a partire più da lontano: quello che lui fa in apertura di Monte Sante Marie. Poi lo riprendono presto, ma il tentativo edifica: in primo luogo la speranza che possa far risuonare il proprio nome in qualcuna delle classiche più dure del prossimo calendario.