Viviani fino in fondo, il Dubai Tour è suo
Nell'ultima tappa della corsa emiratina il veronese della Quick Step Floors rimonta in extremis e conquista la generale. Colbrelli sale sul podio
Si pensava che l'agosto-settembre del 2017 fosse difficilmente, almeno a breve termine, ripetibile. E invece Elia Viviani smentisce i pochi detrattori che ancora non sono convinti del suo talento. Tappa al Tour Down Under, secondo con rammarico al Cadel Evans Great Ocean Road Race e ora due tappe e classifica al Dubai Tour. L'inizio dell'esperienza con la Quick Step Floors non poteva essere migliore e, con i tanti obiettivi che ha nel mirino, l'occasione per essere sempre più un velocista di lusso.
Quattro in fuga, nessun pericolo per il gruppo
La tradizionale passerella conclusiva di Dubai, fra i numerosi e imponenti grattacieli che rendono caratteristico lo skyline dell'emirato, prende il via con una mezz'oretta scarsa di ritardo rispetto al programma, con i 105 atleti rimanenti in marcia per i 132 km completamente pianeggianti. Subito tanti tentativi di attacco, fra cui un big di classifica come Nathan Van Hooydonck: il belga del BMC Racing Team è quarto in classifica a soli 7", motivo per cui la Quick Step Floors non lascia via libera al nipote d'arte.
Le prime scaramucce fanno una vittima, ossia Christopher Williams: l'australiano del Team Novo Nordisk cade ed è costretto al ritiro. La fuga buona parte attorno al km 10 per merito del britannico Daniel Pearson (Aqua Blue Sport). Assieme all'ex Zalf vanno in avanscoperta l'emiratino Nasser Almemari (Emirati Arabi), il cinese Sun Xiaoling (Mitchelton-BikeExchange) e il francese Quentin Valognes (Team Novo Nordisk).
Pearson ci prova da solo fino ai meno 11 km
Il plotone può rimanere tranquillo, data l'identità degli evasi, permettendo ai quattro di cogliere un margine interessante. L'apice si tocca ai meno 60 km, quando il gap è nell'ordine dei 5'. Poco dopo si affronta il primo traguardo volante preso l'Al Mamzar Beach Park (km 73.5) conquistato da Sun su Valognes e Almemari, con Pearson infastidito per l'atteggiamento dei rivali. Le compagini dei favoriti, in particolar modo Quick Step Floors e Team Katusha-Alpecin, iniziano a lavorare, riducendo il gap a 3'45" ai meno 50 km e a 2'50" ai meno 40 km.
Il distacco scende ancora ai meno 30 quando solamente 100" separano quartetto e gruppone che avanza senta eccessiva fatica. Valognes fa invece suo il traguardo volante di Union Flag (km 104.8), dopo aver ricevuto il beneplacito dei tre colleghi. 1'20" più tardi transita il plotone, dove anche Team LottoNL-Jumbo e UAE Team Emirates si danno da fare. Davanti, intanto, Pearson saluta la compagnia a 23 km dalla conclusione e cerca la cavalcata solitaria, ma la sua azione dura fino ai meno 11.2 km.
Hennessy e Stannard, talento e coraggio per i baby Mitchelton
Il gallese viene superato in tromba da due elementi, lanciatisi in un tentativo tanto coraggioso quanto velleitario. Data l'età la condotta spavalda ci sta e anzi va incoraggiata: è così che il ventunenne britannico Jacob Hennessy e il diciannovenne australiano Robert Stannard mostrano la maglia blu con inserti gialli della Mitchelton-BikeExchange, andando a transitare ai meno 10 km con una decina di secondi.
Dietro si danno da fare a lavorare anche Aqua Blue Sport e Team Dimension Data ma, almeno inizialmente, i baby talenti non perdono affatto, mantenendo sempre quella decina di secondi anche ai meno 5 km. La coppia ha resistito fino ai meno 3.5 km quando il gruppo ne ha fatto un sol boccone. La lotta per portare al meglio i rispettivi velocisti vede numerosi team, con la LottoNL-Jumbo che entra per prima negli ultimi 1500 metri e anche negli ultimi 1000.
Caduta all'ultimo km, in tanti danneggiati. Viviani rimonta e vince
Il treno giallonero viene superato ai meno 600, poco prima dell'ultima curva a sinistra, da Marco Coledan (Wilier Triestina-Selle Italia) e da Cyril Lemoine (Cofidis, Solutions Crédits). A ruota del transalpino si posiziona il suo capitano, ossia Nacer Bouhanni. Ma il velocista di Épinal scivola e fa andar giù con lui anche Borut Bozic (Bahrain Merida) e i due Trek-Segafredo John Degenkolb e Giacomo Nizzolo. Vengono inoltre tagliati fuori dal poter sprintare nomi come Cavendish, Groenewegen e Kristoff e davanti rimangono in pochi.
Chi è in forze è il Team Katusha-Alpecin che si trova con due uomini a supporto di Kittel. Ma c'è un "ma": il biondissimo tedesco è mal posizionato e non a ruota dei gregari, i quali cercano così gloria personale in quello che pare uno sprint con Drucker. Purtroppo per loro, Fabio Sabatini si è prodigato in un perfetto lavoro di ricucitura che porta sotto Elia Viviani: il veronese si lancia in un disperato tentativo di riaggancio, dovendo inoltre spostarsi a sinistra per cercare spazio. E vi riesce, in extremis, ma vi riesce, mettendo la sua ruota davanti a 5 metri dalla linea bianca.
Il veronese fa sua la generale, Colbrelli terzo
È la quarta vittoria in un mese magico per il ventinovenne di Vallese di Oppeano che con la Quick Step Floors pare aver ulteriormente fatto il salto di qualità. Secondo posto per l'austriaco Marco Haller (Team Katusha-Alpecin), quindi a seguire il britannico Adam Blythe (Aqua Blue Sport), terzo una buona rimonta. Completano la top 10 il lussemburghese Jempy Drucker (BMC Racing Team), i tedeschi della Katusha Rick Zabel e Marcel Kittel, il bresciano Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), il danese Magnus Cort Nielsen (Astana Pro Team), il padovano Andrea Peron (Team Novo Nordisk) e il pistoiese Fabio Sabatini.
Già capoclassifica, Viviani conquista la vittoria nella classifica generale con 12" su Cort Nielsen e 14" su Colbrelli, che chiude comunque la settimana con tanto fiducia. Van Hooydonck resta quarto a 17" mentre, con il gioco dei piazzamenti, Loïc Vliegen (BMC Racing Team) supera Bouhanni per il quinto posto. Settimo a 20" il neerlandese Timo Roosen (Team LottoNL-Jumbo), quindi a 24" Drucker, Alexander Kristoff (Team Katusha-Alpecin) e Zabel.