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Mondiali in Ruanda, l'UCI valuterà la situazione nelle prossime settimane
Prevista una riunione dopo la gara a tappe di fine febbraio
Il conflitto nella Repubblica democratica del Congo tiene in allerta l'Unione ciclistica internazionale in vista dei Mondiali di fine settembre in Ruanda. Al momento, però, il percorso di avvicinamento alla settimana iridata di Kigali resta invariato: nonostante alcune defezioni, il Tour of Rwanda - al via domenica prossima - si correrà regolarmente.
Mondiali in Ruanda, l'UCI prende tempo
La corsa a tappe africana sarà dunque un test fondamentale per valutare la situazione all'interno del paese e capire se i combattimenti nella regione del Nord Kivu tra l'esercito regolare della RDC e il gruppo ribelle 23 Marzo - che hanno già costretto alla fuga più di 130.000 persone - possano avere ripercussioni sull'incolumità di atleti e accompagnatori. Oltretutto, gli osservatori delle Nazioni Unite hanno confermato il coinvolgimento diretto del Ruanda nelle azioni di guerra a sostegno di M23, con il malcelato obiettivo di acquisire il controllo della regione, ricca di terre rare.
Un quadro decisamente inquietante che getta un'ombra non solo sul primo Mondiale africano della storia, ma anche sull'imminente Tour of Rwanda, al quale non parteciperà la squadra di sviluppo della Soudal Quick-Step, che ha denunciato i rischi per la sicurezza di corridori e staff tecnico: le prime tappe della corsa - che si svilupperanno nella parte occidentale del Ruanda - lambiranno a più riprese le zone insanguinate dal conflitto. Oltretutto, la quarta frazione partirà da Rusizi, a una manciata di chilometri da Goma, la città-simbolo della guerra civile, dove hanno già trovato la morte più di 3.000 persone.
Gli organizzatori hanno invece confermato la partecipazione delle altre 16 squadre iscritte, in testa le Professional Free Palestine e TotalEnergies. Regolarmente al via anche i team cadetti delle World Tour PicNic PostNL ed UAE Emirates e della Lotto.
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Il governo del ciclismo mondiale si riunirà dopo il Tour of Rwanda
Come riferiscono i portali specializzati DirectVelo e RadSportNews, i vertici del ciclismo internazionale faranno il punto della situazione dopo il Tour of Rwanda. Per il momento, il presidente David Lappartient e i suoi pretoriani sono intenzionati a confermare la settimana iridata nella capitale ruandese, ma tutto dipenderà dall'evoluzione degli scenari di guerra. Ove mai la situazione dovesse peggiorare, la prima opzione sul tavolo sarebbe la cittadina svizzera di Martigny, che avrebbe dovuto ospitare il Mondiale 2020, poi cancellato e spostato a Imola per le politiche restrittive applicate dalla Confederazione elvetica durante l'emergenza sanitaria.