Rémi Capron, da tifoso sulle strade a protagonista in corsa
Da giovanissimo, il corridore francese andava a vedere il Tour de l'Ain sulle strade, come tifoso; quest'anno, alla prima partecipazione, ha vinto una tappa e ha chiuso secondo in classifica
Ventiduesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: GP Internacional Torres Vedras, GP Altınkale, Clásica Terres de l'Ebre e Rémi Capron, che ha trovato il primo successo in carriera.
Le corse della settimana
GP Internacional Torres Vedras - Trofeu Joaquim Agostinho
In Portogallo è andata in scena la quarantasettesima edizione del GP Internacional Torres Vedras, corsa a tappe di quattro giorni dedicata alla memoria di Joaquim Agostinho, forse il più forte ciclista portoghese di tutti i tempi. Al via si sono presentate diciotto squadre: tre ProTeams (la Burgos-BH, la Caja Rural-Seguros RGA e la Kern Pharma), dieci Continental e cinque formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con il classico cronoprologo di 8 km nelle strade di Turcifal. Il grande favorito Rafael Reis (Sabgal/Anicolor) ha rispettato i pronostici e ha fatto registrare il miglior tempo. Per il trentaduenne è stato il quarto successo su un percorso particolarmente adatto a lui. Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA) si è difeso benissimo e ha chiuso secondo a 4”, mentre il podio di giornata è stato completato da un altro corridore della Sabgal/Anicolor, il danese Julius Johansen, che ha pagato 11”.
La prima tappa era la più semplice di questa edizione, ma presentava comunque un percorso piuttosto ondulato. A causa di un errore organizzativo, i corridori sono stati mandati fuori dal percorso e, così, la gara è stata neutralizzata. Dopo una lunga pausa, si è deciso di ripartire per gli ultimi 10 km, con distacchi neutralizzati. Alla fine si è imposto David González (Caja Rural-Seguros RGA), che ha attaccato sull’ultimo strappo, a circa 2 km dal traguardo, insieme a César Martingil (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua) e lo ha poi battuto in volata. Pochi metri più dietro, Tomas Contte (Aviludo-Louletano-Loulé Concelho) si è preso il terzo posto, regolando il gruppo in volata. Curiosamente, anche lo scorso anno il corridore spagnolo aveva vinto la prima tappa in linea della corsa lusitana.
La seconda frazione aveva un profilo simile alla precedente, ma prevedeva un finale leggermente più impegnativo. Afonso Eulálio (ABTF Betão–Feirense) ha attaccato sull’ultimo strappo e solo Orluis Aular è riuscito a seguirlo. I due hanno gestito il vantaggio anche nella successiva discesa e si sono giocati il successo in volata: si è imposto il venezuelano della Caja Rural-Seguros RGA, che ha sfruttato il suo maggiore spunto veloce, conquistando anche la maglia di leader. Un gruppo di una trentina di uomini ha tagliato il traguardo con 9” di ritardo ed è stato regolato da un altro uomo della Caja Rural-Seguros RGA, Fernando Barceló.
La terza e ultima tappa era la più impegnativa, con l’arrivo sull’Alto de Montejunto. Afonso Eulálio ha confermato di essere in grande forma: ha attaccato sulle prime rampe della salita finale e ha subito fatto la differenza, involandosi verso la prima vittoria UCI in carriera. A 18” il portoricano Abner González (Efapel) si è preso il secondo posto davanti a Fernando Barceló.
Grazie a una strenua difesa sull’Alto de Montejunto, Orluis Aular ha conquistato il successo finale, conservando 13” su Afonso Eulálio, che si è imposto sia nella classifica a punti che in quella riservata ai giovani, e 23” su Artem Nych (Sabgal/Anicolor). Bruno Silva (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua) si è preso la maglia di miglior scalatore, mentre il re degli sprint intermedi è stato Diogo Narciso (Credibom/LA Alumínios). La Efapel, infine, ha vinto la graduatoria a squadre.
GP Altınkale
In terra turca si è disputata una nuova gara, il GP Altınkale, corsa di un giorno che ha preso il posto in calendario del GP Kültepe. Al via si sono schierate solamente sei squadre: le Continental locali Istanbul Büyükșehir, Konya Büyükșehir e Sakarya BB, le selezioni nazionali di Turchia e Iran e una formazione dilettantistica turca, l’Ankuva. Assente, invece, l’altra formazione turca di terza divisione, la Spor Toto, impegnata al Tour of Qinghai Lake.
Il percorso di gara era molto ondulato, ma non c’erano salite troppo impegnative. La principale asperità di giornata era rappresentata da uno strappo di 800 metri, che si concludeva soltanto all’ultimo chilometro. Quattro corridori si sono giocati la corsa nel finale, dopo aver staccato piuttosto nettamente il resto della compagnia. Ad imporsi è stato colui che probabilmente era il grande favorito della vigilia, il britannico Maximilian Stedman (Istanbul Büyükșehir), che ha centrato, così, la prima vittoria stagionale.
Il ventottenne ha preceduto di 3” il campione nazionale iraniano Hasan Seyfollahifard (Nazionale Iran) e di 4” il diciannovenne Ferhat Emisci, che ha tenuto alto il nome della Spor Toto, anche se in questa occasione indossava la maglia della nazionale. L’altro componente dell’azione decisiva, il turco Ahmet Akpinar (Konya Büyükșehir) ha chiuso a 8” dal vincitore, rimanendo giù dal podio. Burak Abay (Sakarya BB), colui che dovrebbe rappresentare la Turchia a Parigi, ha vinto la volata per il quinto posto, a 2’04”, salvando almeno parzialmente il bilancio della sua squadra, unica Continental ad aver mancato l’attacco buono.
Clásica Terres de l'Ebre
In Spagna è andata in scena la prima edizione di una nuova corsa di un giorno, la Clásica Terres de l'Ebre. Si tratta di un’aggiunta molto importante nel calendario iberico, in cui non figurano altre gare di categoria 2. Al via si sono schierate diciassette squadre: i quattro ProTeams locali sono stati sfidati da altrettante formazioni dilettantistiche e da nove Continental.
Il percorso era abbastanza ondulato, con diverse salitelle, ma la grande difficoltà di giornata era piazzata nel finale: l’arrivo, infatti, era situato in cima al Mont Caro, una salita lunga 14 km con una pendenza media superiore all’8%. A 6 km dal traguardo c’è stato l’attacco decisivo di Abel Balderstone. Il corridore della Caja Rural-Seguros RGA si è avvantaggiato rapidamente su tutti i suoi avversari. Il ventiquattrenne ha temuto di vedere la vittoria sfuggirgli negli ultimi 3 km, quando, a causa dei crampi, ha iniziato a toccarsi la coscia, ma in realtà gli inseguitori non si sono mai avvicinati più di tanto.
Joan Bou (Euskaltel-Euskadi) ha chiuso secondo a 36”, superando nel finale José Félix Parra (Kern Pharma), a lungo primo inseguitore di Balderstone e alla fine terzo a 41”. La Kern Pharma ha fatto bene anche con Jorge Gutiérrez e Carlos García Pierna, che hanno terminato ai piedi del podio, staccati rispettivamente di 59” e 1’10”. I primi corridori della Burgos-BH, José Manuel Díaz e David Delgado, hanno pagato 1’20”, dimostrando la nettissima superiorità dei ProTeams rispetto alla concorrenza: il primo dei Continental, infatti, è stato il brasiliano Nícolas Sessler (Victoria Sports), nono a 2’52”, preceduto anche dall’etiope Mulu Hailemichael (Caja Rural-Seguros RGA).
Le Continental tra i big
Ben quindici Continental hanno partecipato al Tour of Qinghai Lake, ma hanno sofferto molto il confronto con le squadre professionistiche. Fra le compagini locali, la Tianyoude Hotel ha fatto le cose migliori, sfiorando la top ten in classifica con Saeid Safarzadeh, undicesimo, e Yonathan Monsalve, tredicesimo, e indossando per un giorno la maglia dei GPM con Wang Jiancai. La più grande soddisfazione, però, se l’è tolta la turca Spor Toto, che ha vinto la settima tappa con Ahmet Örken. Il trentunenne ha conquistato la quarta vittoria di tappa nella corsa cinese, dopo le due del 2017 e quella del 2014.
Al Tour de l’Ain erano presenti sei squadre di terza divisione, alcune delle quali sono state grandi protagoniste. La Van Rysel-Roubaix ha ottenuto risultati esaltanti grazie a Rémi Capron, vincitore dell’ultima tappa e secondo in classifica generale. Per la formazione nordista è arrivato, inoltre, il titolo di supercombattivo, conquistato da Maxime Jarnet. Anche la St.Michel-Mavic-Auber 93 ha piazzato un corridore in alta classifica: Nicolas Breuillard si è, infatti, piazzato al sesto posto. La Trinity, invece, non ha piazzato nessuno tra i primi venti della generale, ma ha potuto festeggiare il sorprendente successo di Fergus Browning nella prima frazione.
Al via del Giro dell’Appennino si sono schierate undici Continental, ma, come spesso accade, nelle corse dure le differenze con i top team si acuiscono notevolmente. Non è un caso, infatti, che l’unico rappresentante di una formazione di terza divisione a chiudere la corsa in top ten sia stato un corridore con una grandissima esperienza ai massimi livelli: Jonathan Caicedo, vincitore in carriera anche di una tappa al Giro d’Italia, ha portato la Petrolike al quinto posto dell’ordine d’arrivo.
Il ritratto della settimana: Rémi Capron
Rémi Capron ha finalmente colto il primo successo in una corsa UCI e lo ha fatto in grande stile, sbloccandosi addirittura in una corsa professionistica. Per il ventiquattrenne, inoltre, la vittoria al Tour de l’Ain ha anche un forte valore simbolico: originario di Échirolles, nell’area metropolitana di Grenoble, non troppo lontano dalle zone toccate dalla gara, da giovane si recava con i genitori a seguirla dal vivo. Ora, invece, non solo ha potuto parteciparvi per la prima volta, ma ha anche concluso col botto: oltre ad essersi imposto nell’ultima tappa, infatti, è anche salito sul podio in classifica generale, dato che, grazie all’abbuono, è salito fino al secondo posto finale.
Il ventiquattrenne, che quest’anno aveva già trovato la top ten in una tappa di un’altra corsa professionistica (il Tour des Alpes-Maritimes), ha trovato la vittoria tirando fuori una grande volata, in cui ha dimostrato di avere ottime gambe, ma anche una grandissima lucidità, che gli ha permesso di non rimanere chiuso in una situazione in cui altri corridori più esperti (come Stefano Oldani) non hanno trovato lo spazio per emergere. Il francese ha dimostrato di aver meritato pienamente la fiducia della Van Rysel-Roubaix, che lo ha ingaggiato per questa stagione con un contratto da professionista.
Rémi Capron disputò il suo biennio tra gli juniores, con la squadra di casa, la Grenoble Métropole Cyclisme 38. Nel 2017 riuscì a vincere la cronometro del Tour du Léman, disputata quasi interamente in salita, e concluse la classifica generale della corsa svizzera in seconda posizione. Nella stagione seguente non conquistò successi, ma si piazzò nuovamente sul podio del Tour du Léman (questa volta al terzo posto) e sfiorò il successo di tappa in una corsa importante come l’Ain Bugey Valromey Tour, in cui fu sconfitto in una volata a due. Partecipò anche ad una corsa nel nostro paese, il Giro del Nordest d’Italia.
Nel 2019, alla prima stagione da under 23, fece il suo esordio nel mondo Continental: anche grazie agli ottimi risultati ottenuti al Tour du Léman, trovò posto in una formazione svizzera, la IAM Excelsior. Conscio di non essere pronto per il ruolo di leader, cercò di fare esperienza, senza particolari pressioni. Centrò il suo obiettivo e riuscì a portare a termine corse ricche di tappe impegnative come la Ronde de l’Isard, il Giro d’Italia Under 23 e il Giro della Valle d’Aosta Mont Blanc.
Nonostante la chiusura della IAM Excelsior a fine stagione, il francese riuscì a trovare un’altra Continental per proseguire la sua carriera: rimase in Svizzera e firmò per la Akros-Excelsior-Thömus. In un 2020 sconvolto dalla pandemia, fu costretto ad accontentarsi di un calendario un po’ raffazzonato e non entrò mai fra i primi dieci di nessuna corsa. Il suo miglior risultato fu il quindicesimo posto nella cronoscalata del Sibiu Tour, contro una concorrenza di ottimo livello.
Nel 2021 la Akros-Excelsior-Thömus non continuò l’attività a livello Continental e Capron scese di un livello, accasandosi in un’altra formazione elvetica, la Cogeas Sogecoma. Disputò un calendario prevalentemente dilettantistico, con il Giro della Valle d’Aosta e la Liège-Bastogne-Liège Espoirs uniche corse UCI della sua stagione. Tra Francia e Svizzera si piazzò per sei volte nella top ten, ma non riuscì mai a entrare nei primi cinque.
Dopo tre anni in Svizzera, il francese tornò in patria: per l’ultima stagione da under 23 scelse l’EC Saint-Etienne Loire. In corse UCI non riuscì a centrare alcuna top ten, ma si tolse la soddisfazione di disputare il Tour de l’Avenir con la maglia della Auvergne-Rhône-Alpes. A livello dilettantistico ottenne lo stesso numero di top ten (sei) dell’anno precedente, ma i risultati furono migliori: conquistò, infatti, la prima vittoria da under 23, imponendosi nel Circuit des Monts du Livradois e centrò anche due quarti posti.
Per il primo anno da élite è passato a un’altra squadra francese, la VC Villefranche Beaujolais e ha migliorato i suoi risultati esponenzialmente. A livello UCI ha centrato tre top ten, arrivando a sfiorare il successo in una tappa del Circuit des Ardennes, in cui è stato battuto dal solo Thibaud Gruel. Nelle corse dilettantistiche, invece, si è affermato come uno dei corridori di punta del movimento francese, con ben cinque vittorie e altri quindici piazzamenti nei primi dieci all'attivo.
Rémi Capron proseguirà la stagione con Tour Alsace e Tour du Limousin, con la speranza di ottenere altri risultati importanti, ma ha comunque la consapevolezza che per considerare la sua stagione soddisfacente è stata sufficiente la sua performance al Tour de l’Ain.