
Sheffield: "La mia dedica a Gino Mäder". Jorgenson: "Volevo la vittoria finale"
Le parole dei protagonisti della Parigi-Nizza 2025 nelle interviste del dopo tappa
Matteo Jorgenson (Visma-Lease a Bike) è il vincitore della ottantatreesima edizione della Parigi-Nizza, riconfermandosi alla corsa francese per il secondo anno di fila. Lo statunitense è salito anche sul podio della tappa conclusiva, vinta dal connazionale Magnus Sheffield (INEOS-Grenadiers). Nelle interviste del dopo tappa due hanno parlato del comune passato nella categoria junior e della difficile settimana appena trascorsa in sella.
Magnus Sheffield: “Non credevo di poter vincere ancora dopo l'incidente al Tour de Suisse”
Visibilmente emozionato durante il interviste del dopo gara, il giovane americano ha esordito: “È veramente incredibile. È la mia prima vittoria a livello World Tour: significa molto, perché nel ciclismo è difficile vincere, in qualsiasi gara. La squadra e la mia famiglia hanno creduto in me nei momenti difficili". Sheffield ha poi spiegato lo svolgimento della tappa e come il suo attacco sul Col d'Èze fosse una mossa pianificata con i compagni già dal mattino: “Con i miei compagni, che voglio ringraziare, abbiamo studiato il piano stamattina, sul bus. Non abbiamo mai mollato. Volevamo attaccare sulla prima salita, ma c'erano ancora troppi corridori. Tobias Foss e Josh Tarling sono stati incredibili: abbiamo continuato a fare il ritmo e quando siamo stati in superiorità numerica abbiamo giocato le nostre carte. Matteo Jorgenson e Florian Lipowitz erano isolati quindi ho detto ai ragazzi che avrei attaccato senza voltarmi indietro. Sono riuscito a riportarmi su Mads Pedersen: dovevo utilizzare il suo lavoro al meglio in discesa e in pianura e poi spingere più che potevo in salita, dove sono più forte di lui. Mi è saltato il cambio, è successo di tutto! Ero preoccupato sul rettilineo finale, per il vento contro: potevo non farcela, perché col ciclismo non si sa mai, finché non arrivi alla fine. Sono molto felice e sollevato di aver tagliato il traguardo per primo”.

“Questa settimana i miei compagni sono stati fortissimi: non abbiamo vinto la corsa, ma siamo molto fieri di avere Thymen Arensman sul podio. Il modo in cui hanno corso oggi è stato speciale” ha concluso il ventiquattrenne, che ha poi commentato la vittoria del proprio connazionale: “Io e Matteo non siamo mai stati compagni di squadra, ma abbiamo corso per la stessa formazione junior, la Hot Tubes Cycling: penso che la sua vittoria di oggi dimostri ciò che è possibile per il ciclismo americano e per tutti i ragazzini che approcciarsi a questo sport”.
Dopo il podio e la premiazione come vincitore di tappa, Sheffield è stato raggiunto dai microfoni di CyclingPro, rilasciando una toccante dichiarazione: "Dal mio primo anno da pro ho avuto tanti alti e bassi. Ci sono tantissime persone che vorrei ringraziare, ma penso che la persona più importante a cui voglio dedicare questa vittoria è Gino Mäder. Sono già passati due anni da quando abbiamo perso Gino… Non lo conoscevo personalmente, ma sono stato coinvolto nell'incidente in cui è venuto a mancare al Tour de Suisse. Non credevo che per me sarebbe stato possibile vincere una corsa, dopo quel momento. Il ciclismo è uno sport durissimo: non si può dare niente per scontato, come nella vita".
Dopo due anni difficili, il giovane americano guarda al risultato raggiunto e a quelli possibili per il futuro: "Il cielo è l'unico limite. Sono venuto qui cercando di fare il meglio possibile in classifica generale: mi sono preparato molto bene nelle scorse settimane. Sfortunatamente ho sofferto molto il freddo nel giorno in cui c'è stata la neutralizzazione. Sono comunque riuscito a vincere oggi, quindi questo mostra il mio potenziale anche dopo sette giorni di corsa durissima. Ora guardo alle classiche e alle Ardenne, poi ho davanti una stagione ancora molto lunga. È passato molto tempo da quando ho potuto alzare le braccia al traguardo quindi per ora mi godo questa vittoria".
Matteo Jorgenson: “È bello sapere di aver fatto tutto il possibile e che abbia funzionato”
Vincitore uscente, appena dopo essersi riconfermato Jorgenson ha parlato nelle interviste del dopo tappa di quanto questa gara sia importante per lui: “Questa vittoria significa tutto. In questo momento è come se mi stessi liberando di un grosso peso: ho pensato molto a questa settimana negli ultimi quattro mesi. È bello sapere di aver fatto tutto il possibile e che abbia funzionato” ha detto l'uomo della Visma-Lease a Bike. La formazione olandese ha giocato molto bene le proprie carte in una settimana che ha visto, purtroppo, anche l'abbandono della sua punta principale, Jonas Vingegaard. “Devo ringraziare la mia squadra: mi hanno supportato tantissimo” ha detto Jorgenson. “Oggi ero isolato, ma sapevo che non sarebbe stato lo stesso se Jonas fosse stato qui. Il resto della settimana abbiamo sfruttato il fatto di avere una squadra fortissima in pianura: tattica, posizionamento… tutti si sono impegnati dal primo giorno e questo è fantastico. Sono felicissimo di essere parte di questa squadra. Ho vinto la Parigi-Nizza per due anni di fila, sembra pazzesco!”

La Corsa verso il Sole non è stata sicuramente una passeggiata per i corridori, con condizioni meteo proibitive e la neutralizzazione di una tappa per la neve: “Ci sono stati momenti in cui ero al limite: ieri e sulla Loge de Gardes, dove Jonas è stato secondo. Ho veramente sofferto il freddo per la prima volta nella mia carriera… forse è perché sono un po' troppo magro adesso. Ieri vestivo abbigliamento da sci e comunque avevo mani e piedi congelati. Non è stata una settimana facile e ogni tappa ha presentato le sue sfide: le ho affrontate tutte come una gara da un giorno. Penso che dormirò una settimana intera”.
Jorgenson è tornato a ringraziare la squadra anche dopo le premiazioni, svelando di aver pensato da sempre a conservare il proprio titolo: “Anche se c’era Jonas il mio obiettivo era comunque la vittoria finale. Ho apprezzato il fatto che i miei compagni di squadra abbiano lavorato sia per me che per lui e poi, una volta che Jonas si è ritirato, si siano dedicati completamente a me. Sono orgoglioso di questo successo”.

Il giallo-nero ha parlato anche del vincitore di tappa, suo connazionale: “Sono contento che Magnus Sheffield abbia vinto: eravamo nella stessa squadra junior ed è stato fantastico vederlo arrivare davanti a me. In realtà stavo cercando di raggiungerlo, non posso nasconderlo! Ma merita di aver vinto questa tappa: è stato molto forte tutta la settimana e… forse la Parigi-Nizza sta diventando una corsa americana!”
Lo statunitense, che sarà prossimamente impegnato nel GP di Harelbeke, alla Dwaars door Vlaanderen e al Giro delle Fiandre, prima di affrontare Criterium du Dauphine e di tornare al Tour de France in supporto di Jonas Vingegaard, non si sbilancia per ora sulla sua stagione appena iniziata: “Lascerò che sia il pubblico a dire se il Matteo Jorgenson del 2025 sia migliore di quello del 2024”.