Il percorso del Tour Femmes 2023? Completo e divertente
Aggiunta la crono che mancava nell'edizione 2022, tolta una tappa di montagna ma si moltiplicano le frazioni miste in cui lo spettacolo non mancherà: attendiamoci ancora una grande corsa
Alla seconda edizione, il rinato Tour de France femminile acquisisce interesse e spessore. E non è che la prima (ri)edizione sia stata povera di entrambe le caratteristiche. Tutti, alla fine della sbornia gialla, dicemmo: ci fosse stata anche una crono, sarebbe stata praticamente perfetta. Ebbene, nel percorso 2023, presentato questa mattina insieme a quello della gara maschile, la crono l'abbiamo trovata: 22 km (tanti quanti ne faranno gli uomini, seppur in altra sede), in chiusura di corsa a Pau, a definire tutto quel che in classifica sarà a quel punto ancora da definire.
Qualcuno storcerà il naso in quanto la prova contro il tempo va a sostituire una delle due tappe di montagna che chiudevano l'edizione 2022 della Boucle, ma bisogna pur dire che l'unica frazione d'alta quota prevista il prossimo anno, con la somma di Aspin e Tourmalet (e quindi il ritorno delle ragazze sui Pirenei), basterà e avanzerà a far danni tanto quanto le frazioni di Grand Ballon e La Planche des Belles Filles lo scorso luglio. Altro elemento che non ci fa giudicare male la scelta degli organizzatori: essendo ancora in giro una certa Annemiek, metterle a disposizione altre montagne - oltre alla crono - avrebbe potuto significare corsa ammazzata senza appello, invece così la classifica resterà aperta se non altro fino al penultimo giorno. Insomma se ASO, il direttore generale Christian Proudhomme, la direttrice del Tour Femmes Marion Rousse e tutti i loro collaboratori si sono orientati in tal senso, non mancavano loro delle ragioni.
In compenso non mancano svariate frazioni in cui lo spettacolo verrà da sé, tra rampe e rampette che tanto ricorderanno le classiche: già la prima tappa, a Clermont-Ferrand, avrà un muretto a 10 km dalla fine che potrà fungere da trampolino ideale verso il traguardo; la seconda, a Mauriac, terminerà su una côte di oltre tre chilometri; la quarta, a Rodez, ha un finale che pare una Liegi (oltre a essere la più lunga del Tour coi suoi 177 km); e pure la quinta, ad Albi, ha una fase centrale molto accidentata che non garantirà un tranquillo epilogo allo sprint; per le velociste rimangono i sicuri approdi di Montignac (nei pressi delle Grotte di Lascaux) alla terza tappa e di Blagnac alla sesta. Il finale, tra Aspin+Tourmalet (e si arriva lassù proprio ai 2110 metri) e crono di Pau, l'abbiamo già citato prima.
A margine del percorso, un paio di riflessioni: lo sganciamento del tracciato femminile dalla convergenza di quello maschile, oltre a permettere uno sviluppo planimetrico interamente al sud della Francia, suggerisce che il Tour donne viene subito considerato in grado di camminare sulle proprie gambe (o pedalare sulle proprie ruote, per meglio dire). Non viene più sentito come necessario il lancio “all'americana” tra l'ultima tappa di una Grande Boucle e la prima dell'altra, come è stato quest'anno a Parigi: il Tour femminile ha già un suo pubblico, e altri spettatori potrà cercare andando - non solo metaforicamente - per la propria strada. Non mancheranno punti di contatto tra le due manifestazioni gemelle, per esempio Clermont-Ferrand e Pau saranno sede di tappa da una parte e dall'altra, ma sono dettagli che peraltro coinvolgono località storiche della corsa francese.
In definitiva, sarà un'altra grande festa e francamente non si vede l'ora di gustarsi un'altra settimana ad altissima intensità come quella che abbiamo vissuto quest'estate; e la crescita del ciclismo femminile prosegue, impetuosa, inarrestabile.