Vollering esulta nella nebbia: il Tourmalet è suo ©Tour de France Femmes
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Sul Tourmalet inizia l'era del Tour de Demi

Dopo una lunga guerra di nervi, Vollering stacca nettamente tutte sulla salita finale ed è la nuova maglia gialla. Niewiadoma seconda, Van Vleuten crolla a più di due minuti

29.07.2023 19:58

Abbiamo atteso tanto, forse pure troppo, prima di avere un verdetto inappellabile su questo Tour de France Femmes, che nella tappa del Tourmalet ha ufficializzato il passaggio del testimone tra l'ex vincitrice Annemiek van Vleuten e la nuova padrona della maglia gialla, Demi Vollering. Ci sono voluti quasi venticinque chilometri di controllo, dalla cima dell'Aspin fino agli ultimi cinque chilometri dell'ascesa finale, prima che una delle due si lanciasse nell'azione risolutiva. Gli sguardi, i cambi mancati, il surplace e le attese hanno lasciato spazio alla verità più semplice e immediata, dopo lunghissimi minuti di domande sul perché la SD Worx, forte della presenza in gruppo di Lotte Kopecky in maglia gialla, avesse scelto di agire in modo così conservativo. La risposta definitiva, che probabilmente sarebbe stata uguale in qualsiasi contesto tattico, è quella che già si sospettava da tutta la stagione, ma che mai fino ad ora aveva avuto un riscontro così evidente sulle grandi montagne: Demi Vollering è ufficialmente la scalatrice più forte del mondo, e ha ufficialmente interrotto il dominio di Van Vleuten nelle corse a tappe sul suo terreno preferito.

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Negli oltre cinquanta chilometri pianeggianti che precedono l'Aspin si capisce subito quali sono le intenzioni delle squadre oggi. Non c'è la minima intenzione di lasciare andare una fuga numerosa: un tentativo a tredici, con dentro anche Lucinda Brand (Lidl-Trek), libera di andare in fuga dopo il ritiro di Longo Borghini, e diversi possibili punti d'appoggio per le donne di classifica, come Floortje Mackaij (Movistar) e Christine Majerus (Sd Worx), viene subito neutralizzato.

Alla fine le attaccanti sono solo due: Susanne Andersen (Uno-X) e Margot Pompanon (St.Michel-Mavic-Auber93), riprese proprio all'attacco della salita. Dopo aver lasciato davanti la dsm-firmenich per le prime centinaia di metri, la Movistar inizia a spendersi per l'attacco da lontano di Van Vleuten. Tutte le compagne, dalla vincitrice di ieri Emma Norsgaard a Paula Patiño, danno il loro contributo per iniziare a sgranare il gruppo. La prima donna di classifica a farne le spese è Yara Kastelijn, che si stacca a quasi dieci chilometri dalla vetta. La neerlandese della Fenix esce di classifica ma può ancora sperare di conservare la maglia a pois.

Dopo le ultime trenate di Liane Lippert, a sei chilometri dalla vetta dell'Aspin e trentacinque dal traguardo, Van Vleuten fa quello che chiunque si aspettava fin dalla vigilia e per fin dal primo metro di salita. Il suo attacco mette subito in chiaro quali sono i valori i campo: Demi Vollering e Kasia Niewiadoma sono le uniche a seguire. La polacca accetta di collaborare con Annemiek, mentre Vollering fa leva sulla presenza di Marlen Reusser e soprattutto Lotte Kopecky nel secondo gruppo per non tirare. Niewiadoma passa per prima sulla cima dell'Aspin e resta in corsa per la pois, e le tre di testa scollinano con circa 40" sulle inseguitrici. Alle due Sd Worx ci sono Juliette Labous (dsm-firmenich), Ashleigh Moolman (AG Insurance), Ane Santesteban (Jayco AlUla), Amanda Spratt (Lidl-Trek), Cecilie Uttrup Ludwig e Marta Cavalli (Fdj-Suez).

La discesa non è particolarmente tecnica, ma diventa uno snodo cruciale a causa della guerra di nervi in atto tra le due favorite principali: Vollering continua a non voler tirare, mentre Van Vleuten non vuole fare il gioco della Sd Worx. Nella gara di sguardi e di cambi non dati prova giustamente ad approfittarne Niewiadoma, che tira dritta in discesa e se ne va da sola fino ad avere quasi un minuto di vantaggio.

Per un attimo sembra che la Sd Worx abbia fatto male i calcoli lasciando così tanto spazio a una scalatrice che aveva già tenuto il passo di Vollering e Van Vleuten, ma quando i due gruppi si ricongiungono, Marlen Reusser fuga qualsiasi dubbio. Sul tratto più facile del Tourmalet la svizzera si mette in moto e nel giro di un paio di chilometri recupera quasi tutto lo svantaggio. Quando Reusser si sposta, in gruppo rimangono in nove, perché nel frattempo Cavalli ha perso le ruote in discesa e Spratt si è staccata a inizio salita.

Niewiadoma, che era arrivata ad avere solo una manciata di secondi di margine, riprende tutto il vantaggio che aveva perso. Questo perché la Sd Worx continua a speculare sulla sua doppia chance e sembra voler continuare a credere in Kopecky, mentre Van Vleuten probabilmente aspetta il tratto più duro. Ai -9 Labous prova ad approfittare dello stallo ma viene subito seguita, mentre perdono contatto Ludwig e Santesteban. Ai -8 Niewiadoma ha ancora quaranta secondi, mentre Labous prova a ripartire e a tirare il gruppetto. 

A cinque chilometri e mezzo dalla cima del Tourmalet, Demi Vollering nota qualche segno di cedimento nell'azione di Van Vleuten e decide di rompere gli indugi: in poche centinaia di metri il gap si apre definitivamente. In un amen va a riprendere Niewiadoma e si invola in mezzo a un mare di nebbia a conquistare la vittoria. La sua azione non cala mai di intensità fino al traguardo, mentre dietro le altre arrancano: Kopecky è ovviamente la prima a mollare, mentre Labous e Moolman riescono a riprendere il proprio passo e mantenersi a pochi secondi da Van Vleuten, che col passare dei chilometri si fa sempre più legnosa. La campionessa del mondo non riesce ad andare a riprendere Niewiadoma, che difende egregiamente il secondo posto e arriva a 1'58" dalla vincitrice. Il cronometro segna invece 2'34" quando AVV taglia il traguardo, con una decina di secondi di margine su Moolman e Labous. Kopecky chiude sesta a tre minuti e mezzo, rimanendo in piena corsa per il podio finale dopo una prestazione surreale.

Nella cronometro di domani a Pau, Vollering dovrà amministrare un vantaggio abissale di 2'28" su Van Vleuten, che non potrà fare nulla per ribaltare nuovamente la situazione. Niewiadoma è attualmente seconda a 1'50", e dovrà cercare di limitare i danni ma sia Kopecky (2'35") che Moolman (2'39") potrebbero ancora dire la loro per un posto sul podio.  

Per quanto riguarda le italiane, in assenza di Elisa Longo Borghini, l'unica nelle prime dieci di tappa è stata Marta Cavalli, ottava a 5'43". In classifica generale la migliore è Erica Magnaldi, undicesima a poco più di un minuto dalla top ten, mentre Silvia Persico era già andata in difficoltà sull'Aspin e ora è quattordicesima.

A meno di cataclismi, domani Demi Vollering vincerà il suo primo Tour de France Femmes, completando una stagione già ai limiti della perfezione con l'impresa più difficile: battere Van Vleuten sul suo territorio di conquista. 

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