Primoz Roglic al Tour de France 2024: dubbi e speranze © Red Bull-BORA-Hansgrohe
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Roglic, se ci sei, batti un colpo

Un Primoz abbastanza sotto tono nella prima parte di Tour de France. Nonostante i balbettii è quarto in classifica, ma non sarà facile scalare posizioni. Questione di condizione o di convinzione?

09.07.2024 08:00

La prima settimana di questo Tour de France 2024 è stata molto variegata, con tre tappe mosse, altrettante per velocisti, una di montagna non durissima, una crono e infine una tappa in stile “classica senese”, molto spettacolare ma senza provocare scossoni significativi. In sintesi non un inizio particolarmente duro come forse ci si aspettava.

Eppure qualche indicazione è stata data nelle parti alte della classifica generale. Una di queste è che Roglic non sembra avere la condizione (o la convinzione?) dei suoi diretti avversari.

Roglic, un 2024 fin qui in chiaroscuro

Primoz non inizia la stagione come al solito, e non solo perché in inverno ha cambiato squadra, passando dalla Visma-Lease a Bike alla BORA-Hansgrohe (che poi diventerà strada facendo Red Bull). C'è chi dice che proprio nel cambio di casacca risiedano parte dei problemi evidenziati dallo sloveno quest'anno. Ma andiamo con ordine.

Roglic sembra faticare molto alla Parigi-Nizza finendo decimo a 5’33” dal vincitore Matteo Jorgenson. A fine gara dichiara di non essere preoccupato e di voler fare una preparazione giusta. Lo rivediamo ai Paesi Baschi dove una caduta in discesa alla quarta tappa lo mette fuori gioco ma senza che lui riporti grandi conseguenze. Non possono dire lo stesso gli altri big caduti insieme a lui come Remco Evenepoel, che riporta la rottura di spalla e clavicola, e soprattutto Jonas Vingegaard, alle prese con la rottura di diverse costole e della clavicola e con una contusione polmonare.

L'ex saltatore ha modo di ripartire quasi subito con la preparazione ma decide di saltare la Liegi e presentarsi al via del Giro del Delfinato con l’intenzione di vincerlo come nel 2022. Dopo un buon avvio, arriva all’ultima tappa da leader della generale con un buon margine su Matteo Jorgenson (ancora lui), ma complice una giornata non brillantissima è costretto a difendersi andando a perdere oltre 50” dall’americano. Vincerà la corsa per soli 8”.

A inizio Tour lo sloveno ha rilasciato una intervista a BiciSport dove diceva di sentirsi venti anni, di avere una buona forma e di aver recuperato molto bene dalla caduta di aprile. Si è presentato quindi alla partenza della Grande Boucle a Firenze dove, anche a causa dei problemi di condizione del danese della Visma e l'incognita del primo Tour de France per il belga della Soudal, poteva essere accreditato come il secondo favorito dei quattro guidati da Pogacar, avendo avuto un miglior avvicinamento alla corsa francese rispetto ai suoi colleghi.

E allora cosa è andato storto?

Al Tour Primoz non esaltante né in salita né a crono

Primoz Roglic durante la crono di Gevrey-Chambertin © Red Bull-BORA-Hansgrohe - SprintCycling
Primoz Roglic durante la crono di Gevrey-Chambertin © Red Bull-BORA-Hansgrohe - SprintCycling

Alla seconda tappa, sul San Luca, salita amica dello sloveno della Red Bull che ci ha vinto già tre volte il Giro dell'Emilia (il cui traguardo è posto appunto sull'iconica ascesa bolognese), Roglic si è staccato dai principali rivali. Al termine della corsa ha dichiarato di non aver avuto delle belle gambe, ma soprattutto che era in una posizione sbagliata durante lo scatto di Pogacar.

La mattina della tappa del Galibier aveva detto di sentirsi bene e che il Tour era ancora lungo, ma sul gigante francese è andato ripetutamente in difficoltà rischiando di staccarsi definitivamente dal gruppo dei migliori, in una tappa dove c’erano pure Sestriere e Monginevro che non possono certo far paura al miglior Roglic.

Nella crono di venerdì, suo tradizionale terreno di caccia, è partito più lento degli altri per poi finire in crescendo, accusando però 34” da Evenepoel e 22” da Pogacar. Infine nella tappa degli sterrati si è dapprima staccato per poi ricongiungersi con il gruppo ogniqualvolta l'andatura calava; alla fine è arrivato con i migliori, senza mai dare segnali di grande vivacità.

Insomma, non ha perso molto (1’ 36” dalla maglia gialla Pogacar), ma neppure poco, se si considera un inizio Tour non certo durissimo. Poteva sicuramente fare meglio.

Cosa dobbiamo allora aspettarci da Roglic? Ha perso un’occasione per mettersi alle spalle il danese della Visma e il belga della Soudal, oppure ha corso sulla difensiva risparmiando molte energie per la terza settimana? Anche oggi ad Eurosport ha dichiarato che per ora chi gli sta davanti gli è superiore, ma che il Tour dura altre due settimane.

Insomma, per rispondere al quesito di partenza: Roglic manca di condizione o di convinzione? A noi sembra che la seconda non manchi ma che la prima latiti. Recuperare più di un minuto a Pogacar è una missione ardua, ma difficile é anche sopravanzare Evenepoel e Vingegaard, che peraltro sembra in crescita di forma e morale.

Ieri Primoz ha riposato e avrà ancora qualche giorno per collaudare la gamba, ma quando sabato inizieranno i Pirenei dovrà scoperchiare le carte e far vedere, in primis a se stesso, che questo Tour lo vuole vincere, anche perché a trentacinque anni potrebbe essere l'ultima occasione per mettere in bacheca l'agognata maglia gialla.

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