Jelte Krijnsen vincitore di tappa al Tour of Denmark © Parkhotel Valkenburg
Mondo Continental

Jelte Krijnsen, l'ex pattinatore è pronto per il professionismo

Il ventitreenne con un passato nel pattinaggio è cresciuto esponenzialmente quest'anno e ha già ricevuto diverse offerte per salire di categoria

28.08.2024 23:00

Ventisettesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour Battle of Warsaw, Trans-Himalaya Cycling Race, GP Soğanlı, GP Kaisareia, GP de Plouay, Ronde van de Achterhoek e Jelte Krijnsen, vincente anche da stagista.

Le corse della settimana

Tour Battle of Warsaw

Il podio finale del Tour Battle of Warsaw
Il podio finale del Tour Battle of Warsaw © Diftar Continental

In Polonia è andato in scena il Tour Battle of Warsaw, corsa a tappe di quattro giorni, rientrata nel calendario UCI con un nome inglesizzato: nel 2020, infatti, anno dell’unica edizione disputata in precedenza, la corsa si chiamava Tour Bitwa Warszawska 1920. Quest’anno erano presenti al via diciassette squadre: nove Continental e otto formazioni dilettantistiche.

La gara si è aperta con una tappa adatta ai velocisti: erano previsti quattro giri di un circuito di 29,5 km, senza alcuna difficoltà altimetrica. Come da pronostico, il gruppo è arrivato compatto al traguardo e il più veloce è stato il campione nazionale polacco Norbert Banaszek (Mazowsze Serce Polski), che si è messo alle spalle il connazionale Bartłomiej Proć (Santic-Wibatech) e lo svedese David Larsson (Motala AIF Serneke Allebike).

La seconda frazione era divisa in due semitappe, ma la prima, una cronometro a squadre di 12,5 km non si è disputata. La seconda, invece, adatta alle ruote veloci, è andata regolarmente in scena. Ancora una volta è stata volata, ma il vincitore è cambiato: si è imposto, infatti, il neerlandese Lars Rouffaer (Diftar), quinto nella giornata precedente. Bartłomiej Proć si è dovuto accontentare ancora una volta della seconda posizione, mentre Norbert Banaszek ha salvato la leadership in classifica grazie all’abbuono del terzo posto.

La terza tappa presentava tre giri di un circuito lungo circa 37 km, con qualche strappetto di poco conto. Nonostante un percorso non troppo duro, la corsa si è rivelata abbastanza selettiva e solo venticinque corridori sono rimasti davanti. In tre sono riusciti a fare un’ulteriore differenza e si sono giocati il successo: Alan Banaszek (Mazowsze Serce Polski) si è imposto con 3” di margine su Zak Coleman (XSpeed United) e Guillaume Visser (Diftar) ed è riuscito a strappare la maglia di leader al cugino. Dopo due secondi posti, Bartłomiej Proć è riuscito finalmente a vincere la volata del gruppo, valida, però, solo per il quarto posto.

La gara si è conclusa con una frazione dal profilo simile alle precedenti, ma la volata è stata scongiurata dall’azione di tre uomini che sono riusciti ad anticipare il gruppo. Ha vinto Piotr Pękala (Santic-Wibatech), che ha preceduto di 3” Kamil Dolak (Mostostal Puławy) e Albin Stålberg (Motala AIF Serneke Allebike). Il plotone ha chiuso con un ritardo di 8” ed è stato regolato da Lars Rouffaer.

La terza tappa si è rivelata decisiva per la classifica: Alan Banaszek ha conquistato il successo finale con 8” su Guillaume Visser e 12” su Zak Coleman. Bartłomiej Proć ha vinto la classifica a punti, Lars Rouffaer è stato il miglior giovane e Michał Glanz (TTS.coach/Spica Solutions) il re degli sprint intermedi. Alla Mazowsze Serce Polski, infine, è andata la graduatoria a squadre.

Trans-Himalaya Cycling Race

Aaron Gate festeggia la vittoria della Trans-Himalaya Cycling Race
Aaron Gate festeggia la vittoria della Trans-Himalaya Cycling Race © Burgos-BH/UCI Asia Tour

In Cina si è disputata la Trans-Himalaya Cycling Race, una corsa a tappe di tre giorni, che ha esordito nel calendario dilettantistico lo scorso anno. Al via erano presenti ventidue squadre: un ProTeam (la Burgos-BH), venti Continental e una formazione dilettantistica. Le compagini si sono ridotte di un’unità già prima della partenza perché i marocchini della Sidi Ali-Unlock hanno iscritto solo due corridori e non sono stati autorizzati a gareggiare.

La prima tappa era lunga 126 km e si è corsa interamente sopra i 3.000 metri di altitudine. Il percorso tendeva costantemente all'insù, ma con pendenze quasi impercettibili. Dodici corridori si sono giocati il successo allo sprint e il più veloce è stato Martin Laas (FereiQuick-Panda), velocista con un passato importante tra Astana e Bora. L’estone ha avuto la meglio sul colombiano Luis Carlos Chia (Huansheng-SCOM) e sul neozelandese Aaron Gate (Burgos-BH) e si è preso, ovviamente, la testa della classifica generale.

La seconda frazione era lunga 90 km e totalmente piatta, ma i corridori non sono mai scesi sotto i 3.600 metri di altitudine. Cinque uomini sono riusciti a fare la differenza e se la sono giocata in uno sprint che ha visto prevalere Petr Rikunov (Chengdu). Il russo, che lo scorso anno fu squalificato dalla corsa e privato del successo nella prima tappa, ha battuto il duo neozelandese della Burgos-BH composto da Aaron Gate, che si è consolato con la conquista della maglia di leader, e George Jackson. 

La corsa si è conclusa con una giornata quasi interamente pianeggiante, con un solo strappo di 800 metri, la cui difficoltà principale era ancora una volta costituita dall'altitudine: tutto il percorso si snodava oltre i 3.800 metri, con tratti oltre i 4.000. Senza sorprese, si è concluso tutto in volata e Luis Carlos Chia si è rivelato il più forte. Il colombiano, già vincitore di tappa lo scorso anno, è diventato, così, il primo a raggiungere due successi parziali nella gara cinese. Alle sue spalle si sono piazzati il tedesco Lucas Carstensen (Roojai Insurance) e Martin Laas.

Aaron Gate ha conquistato il successo finale, regalando punti UCI importanti alla Burgos-BH, che si è imposta anche nella graduatoria a squadre. Il trentatreenne ha preceduto di 4” Petr Rikunov e di 26” il vincitore della classifica a punti Luis Carlos Chia. L’eritreo Even Yemane (7Eleven Cliqq) si è portato a casa la maglia di miglior scalatore, nonostante l’ultimo posto nella generale.

GP Soğanlı e GP Kaisareia

Il podio del GP Kaisareia
Il podio del GP Kaisareia © Victoire Hiroshima

Nel weekend si sono disputate due gare in Turchia, il GP Soğanlı e il GP Kaisareia. Al via di entrambe le corse erano presenti le stesse undici squadre: cinque Continental (le locali Istanbul Büyükșehir, Konya Büyükșehir e Spor Toto, la giapponese Victoire Hiroshima e la kazaka Vino SKO), cinque formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale di casa. A sorpresa era assente la quarta compagine turca di terza divisione, la Sakarya BB.

Il GP Soğanlı era alla prima edizione nel calendario internazionale e presentava un percorso di 112 km con partenza e arrivo a Develi. Il profilo della corsa era sostanzialmente pianeggiante, ma con gli ultimi 3 km che tendevano costantemente a salire. Otto corridori sono stati protagonisti dell’azione decisiva e si sono giocati la vittoria, arrivando piuttosto sgranati sul traguardo.

Si è imposta una vecchia conoscenza del ciclismo di vertice, l’eritreo Natnael Berhane (Istanbul Büyükșehir). L’ex corridore della Cofidis ha battuto in volata il kazako Vladimir Koltunov (Vino SKO), con Tahir Yigit (Spor Toto), primo dei corridori di casa, che ha completato il podio con 1” di ritardo. Poco più dietro (a 2”) hanno concluso l’altro eritreo Petros Mengs, compagno di squadra del vincitore, il campione nazionale turco Doğukan Arikan (Spor Toto) e l’esperto iraniano Hossein Alizadeh (Crown Tabriz), che in passato ha vestito anche la maglia dell’Amore & Vita. 

Il GP Kaisareia ha esordito a livello UCI lo scorso anno, rimpiazzando il GP Kayseri. Il percorso di gara misurava 133 km, era caratterizzato dalla scalata che conduceva all’Erciyes Ski Center. L’erta finale era lunga ufficialmente 13 km, ma in realtà la strada iniziava a salire molto prima. La vetta era situata a poco più di 3 km dal traguardo e il finale presentava una leggera discesa.

La lunga ascesa ha fatto grande selezione e un corridore si è involato in solitaria verso la vittoria: Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima) era probabilmente il grande favorito della vigilia e non ha tradito le attese. Burak Abay (Nazionale Turchia), colui che ha rappresentato il paese agli ultimi Giochi Olimpici, si è difeso alla grande, ma ha comunque perso 40” dall’australiano. Sul podio con loro è salito Petros Mengs, staccato di 2’18”. Daniil Pronskiy (Vino SKO) ha chiuso quarto a 3’27”, appena davanti al vincitore del GP Soğanlı Natnael Berhane.

GP de Plouay

Arrivo in parata per la CIC U Nantes Atlantique al GP de Plouay
Arrivo in parata per la CIC U Nantes Atlantique al GP de Plouay © CIC U Nantes Atlantique

Il GP de Plouay, versione dilettantistica della Bretagne Classic-Ouest France, è stato confermato nel calendario UCI come corsa di categoria 1.2, dopo l’esordio dello scorso anno. Al via di questa edizione erano presenti otto Continental e diciassette formazioni dilettantistiche, per un totale di venticinque squadre.  Il percorso consisteva negli ultimi dodici chilometri della Bretagne Classic, con gli strappi di Rostervel, Le Lezot e Kerscoulic, da ripetere in circuito per sedici volte.

Già protagonista nell’ultimo mese di buone prestazioni al Tour Alsace e a La Polynormande, il bretone Pierre Henry Basset ha confermato il suo ottimo stato di forma con un bell’attacco nel corso del penultimo giro. Nell’ultima tornata, il ventenne si è accorto che al suo inseguimento c’era, da solo, il compagno di squadra Clément Braz Afonso e ha deciso, quindi, di aspettarlo. Una volta che i due corridori della CIC U Nantes Atlantique si sono riuniti in testa alla corsa, per gli avversari non c’è più stata la possibilità di lottare per la vittoria.

Basset ha tagliato per primo il traguardo, conquistando, sulle strade di casa, il primo successo UCI in carriera. Braz Afonso, che il prossimo anno passerà nel WorldTour con la maglia della Groupama-FDJ, ha chiuso secondo, esultando per una doppietta che alla vigilia non era certamente scontata. Louis Rouland (Arkéa - B&B Hôtels Continentale) ha staccato tutti gli altri, classificandosi terzo a 55” dal duo di testa. La volata per il quarto posto, a 1’09”, ha visto Killian Theot (VC Rouen 76) prevalere su Tom Mainguenaud (Cre’Actuel-Marie Morin-U 22).

Ronde van de Achterhoek

Stian Rosenlund vince la Ronde van de Achterhoek
Stian Rosenlund vince la Ronde van de Achterhoek © Ronde van de Achterhoek

Nei Paesi Bassi è andata in scena la Ronde van de Achterhoek, corsa di un giorno che fa parte del calendario internazionale dal 2021. Hanno preso il via venti squadre, equamente suddivise tra Continental e formazioni dilettantistiche. Il percorso di gara era prevalentemente pianeggiante e le difficoltà erano rappresentate da diciannove settori di pavé, l’ultimo dei quali era situato a poco più di sei chilometri dall’arrivo. 

Sette uomini hanno composto la fuga di giornata, ma la loro azione è stata stoppata dal gruppo a 50 km dal traguardo. Poco dopo è partita l’azione decisiva: ne facevano parte Stef Koning (Parkhotel Valkenburg) e Teun Veelers (OWC Oldenzaal), già protagonisti del tentativo precedente, Stian Rosenlund e Daniel Stampe (Airtox-Carl Ras), Daan van Sintmaartensdijk (BEAT), Noa Isidore (Decathlon AG2R Development), Peter Schulting (Diftar), Tim Marsman e Hidde van Veenendaal (Metec-SOLARWATT), Callum Thornley (Trinity) e Stijn Daemen (VolkerWessels). Il vantaggio sul gruppo inseguitore è sempre rimasto inferiore al minuto, ma si è rivelato sufficiente e gli undici battistrada non sono più stati raggiunti.

I fuggitivi sono andati d’accordo fino agli ultimi chilometri e, dopo un paio di tentativi velleitari, un inesauribile Stef Koning ha sferrato un attacco secco ai 1200 metri, sfruttando una rotonda. Da dietro hanno, però, reagito e il ventenne è stato ripreso a 150 metri dal traguardo, in piena volata. Lo sprint di Stian Rosenlund è stato irresistibile: il danese ha potuto, così, festeggiare la seconda vittoria stagionale. Noa Isidore e Daan van Sintmaartensdijk hanno centrato le piazze d’onore, mentre Tim Marsman e Stijn Daemen si sono fermati ai piedi del podio. Dopo una gara da grandissimo protagonista, Stef Koning si è dovuto accontentare del sesto posto.

Le Continental tra i big

Dawit Yemane ha indossato per un giorno la maglia di leader dei GPM al Deutschland Tour
Dawit Yemane ha indossato per un giorno la maglia di leader dei GPM al Deutschland Tour © BIKE AID

Le quattro Continental “pure” francesi hanno partecipato al Tour Poitou-Charentes en Nouvelle Aquitaine. A centrare i migliori risultati è stata la Van Rysel-Roubaix: Samuel Leroux, bandiera del team, ha portato la formazione nordista sul podio finale (ha chiuso terzo) ed è andato vicinissimo al successo nella prima tappa, in cui si è arreso al solo Fredrik Dversnes.

BIKE AID e Lotto Kern-Haus sono state le uniche formazioni di terza divisione invitate al Lidl Deutschland Tour, ma non sono riuscite a lasciare il segno. La BIKE AID non è andata oltre il trentanovesimo posto di Anton Schiffer in classifica e un giorno in testa alla classifica dei GPM con Dawit Yemane. La Lotto Kern-Haus ha centrato un decimo posto di tappa con Joshua Huppertz. Due noni posti, invece, li ha ottenuti Tobias Müller, corridore della Rad-Net Oßwald, in gara con la nazionale tedesca.

Le compagini di casa Philippe Wagner/Bazin e Tarteletto-Isorex sono state accompagnate dalle neerlandesi BEAT e Parkhotel Valkenburg, dalla britannica Trinity e dalla statunitense Hagens Berman Jayco al via della Druivenkoers Overijse. Gli unici corridori a raggiungere il traguardo sono stati Jochem Kerckhaert, che ha portato la BEAT al trentunesimo posto, e Callum Thornley, esponente della Trinity, che gli è finito subito dietro. In realtà la vittoria è andata a Jelte Krijnsen, ma il corridore della Parkhotel Valkenburg era in gara con la Q36.5, che lo ha ingaggiato come stagista.

La Muur Classic Geraardsbergen è salita di livello (passando alla categoria 1), ma ha dato comunque ampio spazio alle Continental: al via, infatti, ce n'erano ben tredici. La Diftar è arrivata vicina al podio con a Rick Ottema, che ha concluso in quarta posizione, perdendo le ruote dei primi solo nell’ultimo chilometro. Anche la Parkhotel Valkenburg ha centrato la top ten con Jelte Krijnsen, decimo.

Il ritratto della settimana: Jelte Krijnsen

Jelte Krijnsen vince la Druivenkoers Overijse
Jelte Krijnsen vince la Druivenkoers Overijse © Q36.5

 

Nell’ampio panorama Continental dei Paesi Bassi, le occasioni per farsi notare non mancano e ogni tanto si mettono in luce corridori arrivati alla categoria con qualche anno di ritardo: nel 2023, ad esempio, si è rivelato Frank van den Broek, che oggi corre nel WorldTour ed è stato grandissimo protagonista della prima tappa del Tour de France. Quest’anno, invece, la grande rivelazione neerlandese è stata Jelte Krijnsen della Parkhotel Valkenburg, che, come Van Den Broek, era all’esordio nella categoria, nonostante fosse già al primo anno da élite.

Il ventitreenne non ha patito l’impatto con il nuovo mondo e ha subito trovato buoni risultati, mostrando anche un’ottima continuità di rendimento. Nel mese di marzo ha concluso sul podio, in terza posizione, l’Olympia’s Tour, ad aprile ha trovato la prima vittoria UCI in carriera nella terza tappa del Tour du Loir et Cher (poi chiuso in sesta posizione), a maggio ha sfiorato il podio nel GP Herning e nel Fyn Rundt e a giugno è stato sesto nella prova in linea del campionato nazionale (battuto solo da cinque corridori WorldTour).

A luglio ha disputato solo il Tour of Qinghai Lake e non ha brillato particolarmente. Si è, quindi, preso un mese di pausa, dopo il quale è ripartito fortissimo: al Tour of Denmark ha centrato la prima vittoria in una corsa professionistica, aggiudicandosi la quarta frazione. Ingaggiato per uno stage dalla Q36.5 (che lo aveva contattato già nel mese di maggio tramite il DS Aart Vierhouten), ha bagnato l’esordio con la nuova maglia con un altro successo: ha vinto, infatti, la Druivenkoers Overijse

Non capita spesso di assistere alla vittoria di uno stagista in una corsa professionistica, ma quando ciò accade (come nel caso di Riley Sheehan, vincitore dell’ultima Paris-Tours), le possibilità di un contratto tra i professionisti salgono esponenzialmente. Krijnsen ha rivelato di aver già avuto contatti con diverse squadre delle categorie superiori, ma di non aver ancora firmato nulla perché vuole prendersi del tempo per decidere se preferire una squadra grande in cui crescere all’ombra di capitani importanti o una più piccola in cui avere delle occasioni di gloria personale.

Da bambino Jelte Krijnsen era specializzato nel pattinaggio su ghiaccio, sport particolarmente popolare nei Paesi Bassi. Iniziò con il ciclismo all’età di quattordici anni e, dopo aver alternato i due sport per qualche tempo, scelse la bicicletta sia perché stava ottenendo migliori risultati, sia per motivi logistici (il palazzetto del ghiaccio era piuttosto lontano da casa).

Al primo anno da junior iniziò a disputare eventi internazionali, arrivando al dodicesimo posto nella prestigiosa Guido Reybrouck Classic. Per la seconda stagione nella categoria, si trasferì alla Willbrord Wil Vooruit, una delle migliori formazioni juniores neerlandesi, in cui fu compagno di squadra di diversi ragazzi che oggi corrono nel WorldTour. I suoi risultati migliorarono e arrivarono anche le prime convocazioni in nazionale per le gare di Coppa delle Nazioni: in una di queste, il Tour de DMZ andò anche vicino al successo, concludendo la corsa in seconda posizione.

Nel 2020, il corridore nativo della Frisia esordì fra gli under 23 con il Wielerploeg Groot Amsterdam, ma poté disputare pochissime gare, a causa dello scoppio della pandemia. Nella stagione successiva beneficiò di un accordo fra il suo team e la storica formazione britannica Holdsworth Zappi, grazie al quale ebbe la possibilità di disputare il Giro d’Italia under 23. In seguito, rientrato alla base, ottenne un buon dodicesimo posto al Carpathian Couriers Tour.

Nel 2022, Krijnsen disputò il suo secondo Giro d’Italia under 23, a cui fu invitato il Wielerploeg Groot Amsterdam. Con la partecipazione alla corsa rosa dell’anno precedente, si rese conto che le salite lunghe non sarebbero state il suo pane e prese peso per cercare di essere più competitivo su altri terreni. La scelta diede i suoi frutti nella seconda parte di stagione: partecipò a tante corse del calendario nazionale neerlandese, tornato a essere corposo dopo gli annullamenti dovuti al covid, e ne vinse due.

Lo scorso anno è passato alla JEGG-DJR Academy. A livello UCI disputò pochissime corse e si concentrò sulle gare dilettantistiche in Belgio, Francia e Paesi Bassi. In tutti e tre i paesi riuscì a fare buone cose e i suoi risultati gli hanno aperto le porte del mondo Continental: il resto è storia.

La stagione di Jelte Krijnsen proseguirà la sua esperienza da stagista della Q36.5 con il Tour of Britain, la Paris-Tours e il Tour of Taihu Lake. Con la maglia della Parkhotel Valkenburg, invece, disputerà sicuramente la Betcity Elfstedenrace, corsa che si disputerà proprio nella sua Frisia.

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