All'ultima gara della carriera arriva la prima vittoria per Alan Marangoni: suo il Tour de Okinawa
Il fatto che Alan Marangoni, nella sua decennale carriera da professionista, non avesse mai vinto era francamente un'ingiustizia. Un corridore esemplare nei comportamenti e, allo stesso tempo, una energia positiva per il mondo del pedale italiano: vederlo lottare, come nella sua tappa di Forlì al Giro d'Italia 2015, e mancare di poco quel sogno ha dispiaciuto tutti gli addetti ai lavori.
Vincere o meno non è il metro con cui giudicare quel che un ciclista compie nel suo cammino da professionista. Certo è che una soddisfazione personale è sempre gradita. E così il romagnolo, che nelle passate settimane aveva annunciato la conclusione della carriera al termine del 2018, ha finalmente e meritatamente potuto alzare le braccia al cielo.
È successo a quasi 10000 km di distanza dalla sua Cotignola, in una isola nota al mondo per ragioni cruente. Il buon Alan Marangoni, quest'oggi, ha infatti conquistato il Tour de Okinawa, corsa in linea di categoria 1.2 di ben 210 km. Il trentaquattrenne della Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini è riuscito a distanziare tutti gli avversari, concludendo così al meglio una lunga e onorata carriera.
Seconda posizione a 18" per l'australiano Freddy Ovett (Australian Cycling Academy), che allo sprint ha superato il taiwanese della Bahrain Merida (ma oggi in gara con la propria nazionale) Chun Kai Feng. Ritardo di 49" per il neerlandese Derk Abel Beckeringh (WTC De Amstel) mentre il primo giapponese, Rei Onodera (Utsunomiya Blitzen), è giunto a 1'28".