Per Jasper ad astra
Philipsen vince per la quarta volta in volata a Moulins, anche senza Van der Poel: battuti Groenewegen e Bauhaus. Giornata tranquilla per il gruppo e in fuga per Daniel Oss.
Per ultimo fu Marcel Kittel, in maglia Quick-Step Floors, al Tour del 2017. Mai più da allora un velocista era riuscito a vincere almeno quattro tappe a questo punto della Grande Boucle, nel contesto di massima esigenza e competitività possibile per un velocista. Già si era capito nel finale della scorsa edizione, ma oramai è chiaro ed evidente che il Tour de France abbia un nuovo padrone della velocità.
Jasper Philipsen ha infatti conquistato a Moulins il suo quarto successo su cinque sprint disponibili, che sommati alle due vittorie dello scorso anno, a Carcassone e sui Campi Elisi, fanno sei delle ultime sette volate al Tour. La superiorità del velocista della Alpecin-Deceuninick, che si appresta a conquistare la sua prima maglia verde, è totale sotto tutti gli aspetti. Non solo ha la potenza necessaria per vincere il confronto diretto contro qualsiasi altro velocista del gruppo, come avviene regolarmente durante tutta la stagione (quello di oggi è il decimo successo dell'anno), ma più il livello si alza e più De Vlam van Ham riesce ad elevarsi sugli altri. Il colpo d'occhio perfetto, la capacità di attendere il momento buono e di nascondersi fino all'ultimo alla ruota giusta, aspetto in cui anche la sua struttura fisica aiuta, lo rendono pressoché imbattibile negli sprint più affollati, con tanti treni coinvolti e disposti a tutto pur di vincere.
Nelle altre tre vittorie si era servito anche di parecchio mestiere per farsi strada anche con il corpo, mentre oggi è stato tutto pulito e perfetto in ogni momento. Non c'è stato nemmeno bisogno dell'aiuto di Mathieu van der Poel, che nelle prime due volate aveva fornito degli ottimi leadout al compagno, perché la Alpecin ha un treno di massimo livello in ogni suo componente, e anche quando deve fare da solo, come negli ultimi settecento metri di oggi, Philipsen sa perfettamente come farsi spazio nel caos per arrivare ad ottenere il massimo.
Ad oggi, a venticinque anni, Philipsen è per distacco il velocista più forte del mondo e una superstar del Tour de France, senza dimenticare che in questa primavera e non solo ha ribadito di essere molto più di uno sprinter, con prestazioni superlative come quella della Roubaix. Sarà il caso di ricordarlo bene tra meno di un mese, quando al mondiale di Glasgow sarà una delle carte principali della nazionale belga.
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Oggi alla partenza di Clermont-Ferrand c'è molta meno frenesia nella formazione della fuga: il primo a scattare è Andrey Amador (EF Education EasyPost), che pur senza molta convinzione prosegue per qualche chilometro in solitaria, prima di essere raggiunto da Daniel Oss (TotalEnergies) e Matis Louvel (Arkéa Samsic). Situazione ideale per le squadre dei velocisti, che puntano a controllare la tappa senza particolare apprensione.
Al traguardo volante di Lapeyrouse, dopo settanta chilometri dalla partenza, il vantaggio dei tre fuggitivi è di circa 1'20", mentre in gruppo Axel Zingle lancia Bryan Coquard per il quarto posto. Il velocista della Cofidis viene però battuto da Philipsen, che senza grande fatica si prende i 13 punti e aumenta il vantaggio nella classifica maglia verde: 273 per il belga, 160 per il francese. Dietro di loro punti anche per Meeus e Girmay, mentre se ne disinteressano gli altri velocisti: per Ewan, Groenewegen e Jakobsen, tutti con un compagno a lavorare in testa al gruppo, l'unico obiettivo è la vittoria sul traguardo finale, che ancora manca a tutti gli sprinter principali tranne Philipsen e Pedersen.
Intorno ai -60 si entra in una zona segnalata come potenzialmente a rischio ventagli, per cui dopo 120 chilometri di semi-relax, iniziando le grandi manovre in gruppo. Il livello del nervosismo si alza, ma la direzione e l’intensità del vento non sono propizie a creare un frazionamento in gruppo. Poco vento, ma un bel po’ di pioggia per i corridori nel finale: un po' di refrigerio, dopo la tappa di ieri corsa nel caldo torrido del Massiccio Centrale, definita da diversi corridori come una delle più dure della loro carriera.
Nel frattempo Louvel e Amador si sono rialzati, e Daniel Oss è l'ultimo ad essere ripreso dal gruppo. Premio di combattivo di giornata per l'italiano della Total, alla prima occasione per mettersi in mostra in questo Tour. La sua avventura finisce a tredici chilometri dal traguardo, mentre inizia la lunga preparazione dello sprint finale.
Quello che salta subito all'occhio è un'assenza pesante nel treno della Alpecin-Deceuninck: Mathieu van der Poel, che è stato il leadout di Philipsen nella prima settimana, si prende un turno di riposo in fondo al gruppo, lasciando a Jonas Rickaert il ruolo di pesce pilota della maglia verde. Il corridore belga, rientrato a marzo dopo un anno di stop per infortunio, si dimostra ancora una volta fondamentale per i successi dei velocisti della Alpecin.
Fino alla neutralizzazione ai -3 il gruppo viene allungato dalla Jumbo Visma, che oltre a tenere davanti Vingegaard punta anche al successo di tappa di Wout Van Aert. Dopo le voci di ieri sul suo ritiro imminente, anche oggi WVA prova a gettarsi nella mischia in volata, ma come nei giorni precedenti qualcosa va storto: ai 600 metri Laporte si sfila, trovandosi chiuso da Mezgec e Groenewegen da una parte e da Stuyven e Pedersen dall'altra, lasciando Van Aert a cercare spazio surfando tra le ruote degli altri velocisti a centro strada, ma senza luce per poter uscire.
L'ultima parola la ha il treno della Uno-X, con Søren Wærenskjold che lancia lo sprint di Alexander Kristoff. Il veterano norvegese però è decisamente imballato, e alla sua ruota c'è un Dylan Groenewegen pronto a cogliere l'occasione dopo il gran lavoro di Mezgec: la punta di velocità del velocista della Jayco è ottima, ma ancora una volta ha ragione Jasper Philipsen. La maglia verde, rimasta sola nel finale dopo il lavoro di Rickaert, si dimostra il più furbo di tutti a muoversi nel caos di una volata del massimo livello, aspettando il momento perfetto per sprigionare la sua potenza negli ultimi 200 metri.
Una vittoria senza discussione per Philipsen, la quarta su cinque volate di questo Tour, la numero trentatré in carriera e la nona nei Grandi Giri, al pari di Elia Viviani, Magnus Cort e dello stesso Van Aert. Dopo la tripletta consecutiva della prima settimana, la Alpecin fa centro nell'unica occasione disponibile nella seconda, dimostrandosi ancora molto superiore alla concorrenza. Al secondo posto si piazza Groenewegen, che sembra in costante miglioramento dopo qualche difficoltà nelle prime volate, mentre Phil Bauhaus ottiene un altro ottimo terzo posto, dimostrandosi estremamente competitivo negli sprint più caotici. Si piazza invece quarto Bryan Coquard, che ora è a -145 da Philipsen in una classifica maglia verde decisamente poco combatutta.
Domani ci sarà da faticare per i velocisti in una tappa adatta agli attaccanti, con tre gpm di fila tra i -60 e i -30, prima dell'arrivo in piano a Belleville-en-Beaujolais. Ci sarà tempo per pensarci in casa Alpecin, dove intanto si potranno dormire sonni tranquilli dopo aver celebrato un altro capolavoro di Jasper Philipsen, il più forte di tutti in qualsiasi circostanza.