Jan Tratnik aiuta Tadej Pogačarai Mondiali di Zurigo ©Giorgio Camozzi
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Parla il c.t. della Slovenia: "Ecco come ha fatto Tratnik a sapere che Pogačar aveva attaccato"

I retroscena di Uroš Murn sull'attacco di Pogačar al Mondiale di Zurigo: non era preventivato, ma c'erano dei modi per ovviare all'assenza delle radioline...

Il commissario tecnico della Slovenia Uroš Murn ha recentemente rilasciato un'intervista a Wielerflits  dove ha parlato del Mondiale di Zurigo vinto dalla sua nazionale domenica scorsa. Hove ha svelato alcuni retroscena sulla cavalcata trionfale di Tadej Pogačar e ha raccontato come Jan Tratnik, pur senza radiolina come tutto il resto del gruppo, avesse capito che il suo capitano stesse attaccando dal gruppo principale.

Il selezionatore sloveno è stato professionista per dieci anni (nel 2007 fu compagno di squadra di Ivan Basso e Alberto Contador), dal 1997 al 2007. È commissario tecnico della nazionale slovena dal 2021 e, con la vittoria del Mondiale di Zurigo, ha ottenuto il suo primo successo in questo ruolo.

Il piano della Slovenia

Murn ha descritto la situazione in cui è nato l'attacco di Tadej Pogačar: a 100 km dalla fine, gli ultimi compagni a disposizione erano Domen Novak, che stava esaurendo le ultime energie, e Primož Roglič, mentre Jan Tratnik era ancora in testa nella fuga del giorno. Il piano A, come spiegato a fine gara da Novak, era di portare uno dei corridori – tra Novak, Roglič e Tratnik – in fuga e far sì che Pogačar potesse fare la differenza nell'ultimo giro.

“Sapevamo di essere leggermente più deboli rispetto ad altre nazionali."- ha detto Murn -" Per questo avevamo concordato un piano B: capire quale fosse il momento giusto per muoversi. In caso contrario, Tadej rischiava di rimanere isolato in un gruppo di una ventina di corridori. E lui ha percepito perfettamente il momento adatto. A quel punto era troppo tardi per comunicare con la nostra ammiraglia”.

Come Tratnik ha capito che era partito Pogačar

Murn ha poi spiegato che durante i rifornimenti (due per giro), gli sloveni avevano annotato le informazioni sulla corsa e sui distacchi sulle borracce dei corridori: "Non abbiamo i corridori più forti del mondo. Ma sono molto intelligenti. Jan (Tratnik) ha visto che sul tabellone dei tempi il vantaggio era sceso rapidamente da due minuti e mezzo a un minuto e venti secondi. Poi è passata una moto della corsa e Jan ha chiesto cosa stesse succedendo. Il motociclista gli ha risposto che Tadej stava arrivando, da solo. Jan ha smesso subito di pedalare, lo ha aspettato e poi lo ha aiutato. Questo dimostra che è un vero campione.

Tadej Pogačar e Jan Tratnik al Mondiale di Zurigo ©Giorgio Camozzi
Tadej Pogačar e Jan Tratnik al Mondiale di Zurigo ©Giorgio Camozzi

L'attacco di Pogačar non era poi così folle

Sull'attacco sconsiderato di Pogačar, da lui stesso definito folle a fine corsa, Murn dice di non essersi davvero preoccupato: 

"Se Tadej decide di andare, è perché sente che è il momento giusto e sa di poter portare a termine l'azione. Non ero preoccupato per questo, soprattutto perché c'era un gruppo in fuga davanti a lui e Jan ne faceva parte. Pensavo che potesse restare con loro per un giro e poi continuare da solo. Ma nessuno voleva lavorare con Jan, così Tadej è stato costretto ad andarsene prima. Non era quello il piano iniziale, anche se ho sempre pensato che potessimo attaccare prima dell'ultimo giro.”

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