Van der Breggen è l'Embatida
Dopo Amstel e Freccia la campionessa olimpica vince anche la Liegi. Ancora podio fotocopia con Deignan e Niewiadoma
Quante volte abbiamo visto un corridore regalarsi una prestazione maiuscola o addirittura una vittoria nel giorno del suo compleanno o in quelli limitrofi? Martedì scorso la campionessa olimpica in carica Anna Van der Breggen ha compiuto 27 anni e per festeggiare ha scelto di fare le cose veramente in grande: domenica scorsa ha centrato la prima vittoria stagionale in casa all'Amstel Gold Race, poi mercoledì si è aggiudicata la Freccia Vallone per il terzo anno consecutivo e oggi ha completato il capolavoro facendo sua la prima storica edizione della Liegi-Bastogne-Liegi femminile.
Dopo un inizio di stagione abbastanza sottotono, la fuoriclasse della Boels-Dolmans ha ritrovato la gambe dei giorni migliori proprio in occasione del trittico delle Ardenne: dopo il ritiro al Trofeo Alfredo Binda di Cittiglio è stato un crescendo e negli ultimi giorni non c'è stata nessuna atleta in grado di starle dietro. Nella storia del ciclismo gli unici a riuscire a vincere Amstel, Freccia e Liegi nello stesso anno tra gli uomini sono stati Davide Rebellin nel 2004 e Philippe Gilbert nel 2011, Anna Van der Breggen invece ci è riuscita al primo tentativo confermando quello che abbiamo sempre detto di lei: quando sceglie e punta con decisione ad un obiettivo del calendario, lei raramente sbaglia.
Tanti attacchi, ma la fuga parte tardi
Per questa prima edizione della Liegi gli organizzatori hanno predisposto un tracciato di 135.5 chilometri con un finale durissimo caratterizzato da Côte de Vecquée, Côte de la Redoute, Côte de la Roche-aux-Faucons e Côte de Saint-Nicolas negli ultimi 60 chilometri prima del traguardo di Ans. Ma pur in assenza di salite "ufficiali" anche la prima parte di gara non era propria banalissima visto che di strada pianeggiante le ragazze ne hanno trovata ben poca: i primi 45 chilometri sono stati ricchi di scatti e tentativi di allungo in testa al gruppo ma nessuna fuga è riuscita a consolidarsi. Le più attive sono state le portacolori del team WM3 Pro Cycling che aveva in Katarzyna Niewiadoma una delle pochissime in grado di battagliare con le stelle della Boels-Dolmans.
La fuga buona è partita al chilometro e ha visto come protagonista la francese Aude Biannic che, dopo averci già provato all'inizio, da sola è riuscita a prendersi una ventina di secondi di vantaggio sul plotone. La transalpina della FDJ è stata poi raggiunta dall'olandese Jeanne Korevaar della WM3 e questa coppia di battistrada ha finalmente guadagnato in margine di un certo interesse sulle inseguitrici: al chilometro 70 Biannic e Korevaar avevano circa 1'30" di vantaggio sul gruppo principale di tutte le favorite, ma a quel punto l'andatura alle loro spalle è aumentata sensibilmente anche perché si stata approssimando sempre di più la Côte de Vecquée, la prima salita di giornata.
Gli attacchi delle big sulla Roche-aux-Faucons
Appena la strada si è impennata Biannic e Korevaar hanno visto il loro vantaggio crollare in un attimo e la prima parte del gruppo è tornata compatta. Sulla salita di Vecquée, lunga ma senza pendenze troppo impegnative, le grandi favorite sono rimaste tranquille ma la selezione è stata comunque natura: in cima ai meno 53 chilometri la testa della corsa era formata da una quarantina di atlete, tutte le più forti ed in forma. L'unica atleta di peso a soffrire in questa fase è stata la francese Pauline Ferrand-Prévot che prima a perso le ruote e poi addirittura ha preferito terminare lì la sua gara senza neanche arrivare in cima: dopo l'ottavo posto all'Amstel ci si aspettava molto di più da lei nelle due gare successive delle Ardenne.
In discesa sono rientrate alcune atlete che erano rimaste attardate, tra loro anche l'australiana Tiffany Cromwell che poi ha subito attaccato nel tentativo di approcciare la temibile ascesa della Redoute. Sulla seconda difficoltà di giornata il gruppo si è nuovamente assottigliato ma ancora una volta le big hanno temporeggiato rimandando lo scontro decisivo sulla Côte de la Roche-aux-Faucons, l'ascesa che presentava la pendenze più impegnative: e qui ancora una volta è stata la polacca Katarzyna Niewiadoma ad accendere la miccia ed a scattare per prima a 19 chilometri dall'arrivo portandosi dietro solo chi aveva le gambe per farlo.
Niewiadoma super, le Boels sono sempre lì
Con la capitana di giornata della WM3 c'erano ovviamente Anna Van der Breggen ed Elizabeth Deignan della Boels-Dolmans, c'era la sudafricana Ashleigh Moolman della Cervélo-Bigla che stava molto bene già mercoledì alla Freccia ma aveva forse sbagliato un po' di tempi ed infine c'era anche la nostra Elisa Longo Borghini che è sembrata in ripresa dal malanno che in settimana l'ha costretta a dare forfait dalla classica del Muro di Huy. Le cinque battistrada hanno subito messo un gap considerevole tra loro e le prime inseguitrici: ai meno 13 sono stati cronometrati 50" tra i primi due gruppetti anche perché il lavoro della Orica-Scott era stato interrotto da un problema meccanico capitato a Katrin Garfoot.
Quando i giochi per la vittoria sembravano ormai ristretti alle prime cinque, ai piedi della Côte de Saint-Nicolas c'era stata la reazione del secondo gruppo che si è riportato a meno di 20", ma in salita è stata poi di nuovo Katarzyna Niewiadoma a ribadire che la vittoria se la sarebbero giocata quelle davanti: l'azione della polacca ha costretto Elisa Longo Borghini ad alzare bandiera bianca, ma anche la britannica Elizabeth Deignan ha dovuto fare gli straordinari per rimanere in scia in una fase così delicata.
Van der Breggen saluta tutte ai meno quattro
Come accaduto sia all'Amstel Gold Race che alla Freccia Vallone, Anna Van der Breggen non ha aspettato lo strappo finale per fare la propria mossa vincente. L'olandese stavolta è scattata a poco più di quattro chilometri dal traguardo, nel tratto tra la cima del Saint-Nicolas ed l'inizio dell'ascesa di Ans: una botta secca a cui Niewiadoma e Moolman non hanno saputo rispondere, mentre ancora una volta l'ex iridata Elizabeth Deignan ha interpretato perfettamente il ruolo dello stopper mettendosi a ruota per garantire a sé e alla propria squadra una posizione di assoluto vantaggio.
Negli ultimi chilometri quella di Van der Breggen è stata una cavalcata trionfale che le ha permesso di giungere tutta sola a traguardo festeggiando l'ennesimo successo di una carriera che diventa sempre più straordinaria. Alla sue spalle l'esito è stato lo stesso identico che avevamo già visto sia all'Amstel che alla Freccia: Niewiadoma ha fatto un ultimo tentativo su per Ans, ma allo sprint è stata superata per l'ennesima volta da Deignan che ha tagliato il traguardo in seconda posizione a 17" dalla compagna di squadra. Tre grandi classiche, tre podi identici se si esclude la presenza di Annemiek Van Vleuten al terzo posto ex aequo all'Amstel.
Annemiek Van Vleuten nuova leader del Women's World Tour
A 31" la volata per la quarta posizione è stata vinta da Ellen Van Dijk davanti ad Annemiek Van Vleuten che con questo ennesimo piazzamento ha strappato a Coryn Rivera la maglia ciclamino di leader della classifica del Women's World Tour: nelle otto prove disputate, la portacolori della Orica-Scott è sempre arrivata nelle prime sei ad eccezione della Gent-Wevelgem dove ha colto il suo peggior risultato un 14° posto in uun finale allo sprint non certo adatto a quelle che sono le sue caratteristiche di atleta.
Nell'ordine d'arrivo la migliore delle italiane è tornata ad essere Elisa Longo Borghini che, evidentemente non al meglio, si è piazzata in nona posizione: in corsa non ha fatto calcoli e nonostante la condizione un po' deficitaria ha provato ad andare dietro al trenino che in quel momento significava la possibilità di conquistare il podio o anche la vittoria. Quanto si è accesa la spia della riserva l'ossolana della Wiggle High5 ha dovuto lasciare spazio alle altre, ma non ci sono dubbi che questa sua prima parte di stagione sia positiva. Un po' di Italia anche per quanto riguarda le squadre: la BePink-Cogeas sorride con l'ottavo posto di Olga Zabelinskaya, per la Alé Cipollini invece è arrivato uno sfortunatissimo 11° con Janneke Ensing che sul rettilineo finale è stata appiedata da un problema meccanico quando si apprestava a sprintare per la quarta posizione.