Lamperti dal motocross alla pandemia: e in mezzo ciclismo e liceo
Lo statunitense della Trinity ha iniziato il 2023 alla grande. Focus su Maloja Pushbikers, Belgrade Banjaluka, Rutland-Melton Classic, Campionati Panamericani e ciclomercato cinese
Dodicesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Belgrade Banjaluka, Rutland-Melton CiCLE Classic, Campionati Panamericani, Luke Lamperti, dal motocross alle volate, e la Maloja Pushbikers, nata in pista e vincente su strada.
Le corse della settimana
Belgrade Banjaluka
In settimana si è disputata la Belgrade Banjaluka, corsa a tappe di quattro giorni che prende il via dalla capitale serba, spostandosi sin dalla prima tappa in Bosnia-Erzegovina. Quest’anno al via c’erano ventitré squadre: due Pro Team (Green Project-Bardiani e Corratec), quindici Continental, quattro formazioni dilettantistiche, una selezione nazionale serba e una compagine chiamata Republika Srpska che, pur chiamandosi come l’entità politica in cui è situata la città di Banja Luka, comprendeva corridori di diverse nazioni (alcuni anche tesserati per squadre di terza divisione non presenti in gara).
La prima frazione, quasi completamente priva di difficoltà altimetriche, si è conclusa, come da previsione, con una volata di gruppo: ad imporsi è stato Bartosz Rudyk (Voster-ATS), che ha potuto festeggiare la prima vittoria UCI in carriera. Alle spalle del corridore polacco si è vista tanta Italia, con il giovanissimo Lorenzo Conforti (Green Project-Bardiani), secondo davanti ad Attilio Viviani (Corratec) e Filippo Fortin (Maloja Pushbikers).
La seconda tappa era la più impegnativa, ma non ha fatto grande selezione; il tentativo dello sloveno Jaka Primožič (Hrinkow Advarics) è stato annullato negli ultimi metri e sono stati ancora una volta i velocisti a giocarsi il successo: a vincere è stato Enrico Zanoncello (Green Project-Bardiani), che ha superato Eduard-Michael Grosu (HRE Mazowsze) e Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic). Il corridore veneto è passato in testa alla classifica generale, approfittando delle difficoltà di Bartosz Rudyk che, pur concludendo nel primo gruppo, non è riuscito a sprintare e nella volata ha preso un buco di 2”.
La terza frazione presentava un paio di salitelle di poco conto che, come da pronostico, non sono state decisive. Purtroppo si è verificata una maxicaduta in un tratto in discesa che ha coinvolto quasi un terzo del gruppo, causando diversi ritiri, tra cui quelli del polacco Bartlomiej Proc (Santic-Wibatech), sesto in classifica alla partenza, e del bosniaco Vedad Karic (Kamen), che ha riportato diverse fratture. A causa dell’incidente c’è stato bisogno di utilizzare tutte le ambulanze al seguito e la tappa è stata interrotta per permettere ai mezzi di soccorso di tornare disponibili.
Dopo la ripartenza si è deciso ancora una volta tutto in volata ed è stato nuovamente un italiano a festeggiare: Filippo Fortin ha sfruttato al meglio il grande lavoro dei compagni della Maloja Pushbikers, precedendo sul traguardo Grosu e il compagno di squadra Fabian Steininger. Il corridore romeno, costretto nuovamente ad accontentarsi della piazza d’onore, ha potuto consolarsi con la maglia di leader.
L’ultima tappa ha regalato un grande colpo di scena: nonostante un percorso altimetricamente molto semplice, il gruppo ha incredibilmente mancato l’aggancio con due dei protagonisti della fuga di giornata e lo sloveno Kristjan Hočevar (Adria Mobil) ha potuto festeggiare il primo successo UCI in carriera precedendo allo sprint il connazionale Gregor Matija Černe (mebloJOGI Pro-concrete). Il gruppo è arrivato con 14” di ritardo ed è stato regolato da Bartosz Rudyk che, ignaro della presenza dei due corridori in avanscoperta, ha tagliato il traguardo esultando.
In classifica generale si è concretizzata una clamorosa beffa per le Continental: grazie alla fuga nella tappa finale, Gregor Matija Černe è riuscito nel colpaccio e ha regalato alla mebloJOGI Pro-concrete, una formazione dilettantistica, una vittoria tanto importante quanto inattesa. Il ventiquattrenne è stato accompagnato sul podio da Eduard-Michael Grosu e Bartosz Rudyk, entrambi staccati di 6”. Gli italiani hanno chiuso subito dietro, con Enrico Zanoncello quarto a 8”, Filippo Fortin quinto a 10” e Lorenzo Conforti, miglior giovane della corsa, settimo a 14”. Jaka Primožič ha conquistato la maglia di miglior scalatore, mentre la mebloJOGI Pro-concrete si è aggiudicata la graduatoria a squadre, completando un trionfo assolutamente impronosticabile.
Rutland-Melton CiCLE Classic
Nel weekend è andata in scena la Rutland-Melton CiCLE Classic, l’unica corsa britannica di un giorno a far parte del calendario UCI maschile. Al via si sono presentate ben trentaquattro squadre: un Pro Team, nove Continental, ventidue formazioni dilettantistiche locali, una selezione scozzese e una gallese. La gara, come al solito priva di grandi difficoltà altimetriche, prevedeva quest’anno undici settori di sterrato (uno in più rispetto al 2022), resi fangosi e ancora più complicati dalla pioggia che è caduta copiosa.
La fuga di giornata ha visto protagonisti David Hird e Tom Williams (ROKiT-SRCT), Joseph Smith (BC East Midlands), James Nicholson (TAAP-Endura) e Lucas Van De Vosse (Scorpions). Il quintetto è diventato presto un trio perché Hird è stato vittima di una foratura e Van De Vosse non ha retto il passo dei compagni di avventura. In seguito Williams è riuscito a staccare anche Nicholson e Smith, ma la sua azione solitaria non ha avuto esito.
Negli ultimi chilometri nessuno ha provato il colpo di mano e il gruppo di testa, composto da circa trenta elementi, è arrivato compatto al traguardo. La volata ha premiato lo statunitense Luke Lamperti (Trinity), al terzo successo stagionale, che ha superato al fotofinish Tijl De Decker (Lotto Dstny Development). Alle loro spalle il podio è stato completato dal sorprendente James McKay (Sheffield), rivelazione del calendario dilettantistico nazionale di quest’anno, che a livello UCI non aveva mai fatto meglio di un cinquantatreesimo posto (in una tappa del Tour de Beauce 2019).
Delusione per l’unico Pro Team in gara, la Bolton Equities Black Spoke, che ha mancato il podio, piazzando Rory Townsend al quinto posto e Jacob Scott al sesto.
Campionati Panamericani
Una settimana dopo i Campionati Centroamericani, Panama, capitale dell’omonimo stato, ha ospitato i Campionati Panamericani di ciclismo su strada. Le prove a cronometro hanno visto élite e under 23 in gara sullo stesso percorso e con lo stesso chilometraggio, ma in momenti diversi della giornata e con classifiche separate, mentre la gara in linea dei big misurava circa 50 km in più.
Fra gli under 23 è stata festa grande per il Cile che si è aggiudicato entrambe le medaglie d’oro. Nella cronometro Hector Quintana, già vincitore nel 2021, ha preceduto di 2” il costaricano Donovan Ramírez, fresco vincitore del titolo centroamericano, e di 44” il messicano Juan José Prieto. Nella corsa in linea Vicente Rojas è riuscito a beffare in volata i colombiani, che non hanno saputo sfruttare al meglio la superiorità numerica e hanno dovuto accontentarsi degli altri due gradini del podio. L’argento è andato a Juan Pablo Sossa, mentre William Colorado (GW Shimano-Sidermec) si è preso il bronzo. Il salvadoregno Brandon Rodríguez non ha avuto le energie per sprintare e si è dovuto accontentare del quarto posto con 6” di ritardo.
Nella cronometro élite il duo colombiano del Team Medellin ha dato luogo ad un duello combattutissimo, rifilando distacchi enormi al resto della concorrenza. Walter Vargas ha conquistato la medaglia d’oro per la quarta volta in carriera, staccando soltanto di 1” Miguel Ángel López, che quest’anno sembra aver fatto dei bei miglioramenti nelle prove contro il tempo. Con un ritardo di 2’06” Kaden Hopkins ha regalato uno storico bronzo alle Bermuda. Nonostante il grande distacco dal duo colombiano, la medaglia del ventitreenne, che corre da quest’anno con la Vendée U, formazione dilettantistica vivaio della TotalEnergies, non è mai stata in discussione, dato che il quarto classificato, il cileno José Luis Rodriguez (SwiftCarbon), gli è finito dietro di oltre un minuto.
Anche la prova in linea vedeva favoriti i colombiani, ma era evidente che gestire una corsa di oltre 200 km con soli sei corridori a disposizione non sarebbe stato facile. Dopo vari attacchi senza successo, il panamense Alex Strah (Panamá es Cultura y Valores), il cileno José Luis Rodriguez e il brasiliano Caio Godoy (SwiftCarbon) sono usciti dal gruppo a sei giri dal traguardo, costringendo la Colombia a spremere i grossi calibri nell’inseguimento.
L’azione dei tre si è esaurita a circa 20 km dall’arrivo e, poco dopo il ricongiungimento, hanno attaccato nove corridori. La presenza davanti di quasi tutte le nazioni principali ha lasciato alla Colombia l’onere dell’inseguimento e il gruppo di testa, che aveva nel frattempo perso il venezuelano Yilber Ramirez, si è reso irraggiungibile. Vista la presenza davanti di due canadesi e di diversi corridori veloci, l’uruguayano Eric Antonio Fagundez (Burgos-BH) ha provato a forzare su uno degli ultimi strappi, ma ha tagliato fuori solo il costaricano Daniel Bonilla e il guatemalteco Dorian Monterroso.
Sono stati dunque sei corridori a giocarsi la corsa in volata: Fagundez ha provato a lanciare la volata lunga, ma ha stroncato soltanto la resistenza del brasiliano Nícolas Sessler (Global6), finendo per tirare la volata agli avversari. A vincere è stato così il campione nazionale canadese Pier-André Coté (Human Powered Health), che ha preceduto l’argentino German Nicolás Tivani (Corratec) e il connazionale Charles-Étienne Chrétien (Human Powered Health), che ha completato un trionfo canadese difficilmente prevedibile alla vigilia della corsa. Fagundez ha chiuso quarto, davanti all’ecuadoriano Byron Guamá (Movistar-Best PC), che si è tolto la piccola soddisfazione di essere il miglior corridore Continental.
Con il titolo panamericano, Pier-André Coté si è qualificato per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 e ha regalato al Canada la possibilità di usufruire di un posto extra ranking.
Le Continental tra i big
Il Tour of the Alps ha dato spazio ad una sola Continental, la britannica Trinity Racing, presentatasi al via con una formazione giovanissima. Finlay Pickering è stato il migliore dei suoi in tutte le tappe e ha concluso la corsa al venticinquesimo posto. Il miglior corridore di una compagine di terza divisione è stato Johannes Kulset, tesserato per la Uno-X Dare Development, ma in gara con il ramo Pro della squadra. Il norvegese ha chiuso la corsa al quattordicesimo posto, ottenendo anche un ottimo quinto posto nell’ultima tappa.
Nella terza e ultima prova della Coppa delle Nazioni di ciclismo su pista, i risultati delle Continental sono stati leggermente peggiori rispetto alle tappe precedenti, anche a causa dell’assenza della Danimarca, e solo due squadre hanno potuto festeggiare delle vittorie. Josh Charlton ha rappresentato al meglio la Saint Piran nel quartetto britannico dell’Inseguimento a Squadre, mentre Matthijs Büchli ha portato la BEAT sul gradino più alto del podio nell’Eliminazione.
In settimana ci sono state diverse novità di ciclomercato: le squadre del bronzo mondiale del ciclocross under 23 Witse Meeussen (Alpecin Deceuninck Development) e del giovane norvegese Trym Holther (GW Shimano-Sidermec) erano già note da tempo, ma l’UCI ha ufficializzato il tutto solo negli ultimi giorni.
Dopo diversi anni in cui la pandemia aveva bloccato il ciclismo nel paese, le squadre cinesi hanno riaperto le loro porte agli stranieri. La Yunnan Lvshan Landscape ha ingaggiato tre corridori colombiani: Steven Cuesta, Oscar Pachon e Nestor Rueda. Il ventottenne Cuesta, ancora a caccia della prima vittoria in carriera, ha già assaggiato il ciclismo orientale nel 2017, quando ha corso con la Hainan Jilun, e non faceva parte di una Continental dal 2019, anno in cui ha militato nella boliviana Deprisa. Anche il Pachon, due vittorie UCI in carriera, ha già corso in Asia: ha vestito la maglia della taiwanese RTS-Monton nel 2017 e della China Continental Team of Gansu Bank l’anno successivo. Il venticinquenne Rueda, invece, è alla prima esperienza in una squadra UCI.
In casa Li Ning Star altri due corridori stranieri si sono aggiunti ai già presenti Jacob Hennessy e Aliaksei Shnyrko: il bielorusso Vasili Bialiauski e il venezuelano Roniel Campos. Il ventisettenne Bialiauski è ancora alla ricerca del primo successo e ha corso con la Minsk dal 2018 fino allo scorso anno, quando le squadre russe e bielorusse sono state sospese dall’UCI. Il ventinovenne Campos ha vinto per tre volte la Vuelta al Tachira, ma sia nella precedente avventura in Cina (con la China Continental Team of Gansu Bank nel 2017) che in quella in Portogallo (con la Louletano-Loulé Concelho nel 2021) non ha ottenuto grandi risultati.
Ha deciso di puntare su uno straniero anche la Pingtan International Tourism Island, che ha ingaggiato lo sprinter russo Roman Maikin. Il trentatreenne ha corso tra i professionisti dal 2013 al 2018 con la Gazprom-Rusvelo e in carriera ha vinto cinque corse, ottenendo piazzamenti di rilievo anche in Italia.
La mossa di mercato più interessante della settimana l’hanno messa a segno i lusitani della Efapel, ingaggiando il ventisettenne Keegan Swirbul che, dopo un biennio tra i professionisti in maglia Rally / Human Powered Health, aveva iniziato questa stagione con i dilettanti spagnoli della Vigo-Rias Baixas. Pur non avendo mai corso prima con squadre locali, il corridore statunitense si è fatto notare in Portogallo nel 2020, con il nono posto al GP Torres Vedras e il quindicesimo alla Volta a Portugal, e potrà essere molto utile al suo nuovo team in gare che ha già avuto modo di conoscere.
Il corridore della settimana: Luke Lamperti
Da un paio d’anni Luke Lamperti si sta dimostrando uno dei corridori più interessanti del panorama under 23 e sembra avere tutte le carte in regola per diventare il prossimo ciclista statunitense ad approdare tra i professionisti. Il ventenne è partito fortissimo quest’anno, vincendo quattro corse e confermando le doti di velocista in grado di difendersi anche in salita che aveva messo in mostra sin dall'inizio della sua carriera.
Cresciuto in un ranch, lo statunitense iniziò ad andare sulla moto da cross all’età di tre anni, seguendo le orme del padre che gareggiava nella specialità. In seguito iniziò ad allenarsi anche in bici, ma solo all’età di undici anni decise di mettere da parte le due ruote motorizzate per dedicarsi al ciclismo, sport praticato anche dal fratello Gianni. La scelta della bicicletta gli diede subito grandi soddisfazioni: si aggiudicò diversi titoli nazionali giovanili già prima di compiere quindici anni e tra gli juniores entrò subito nel giro della nazionale.
Nel 2019, al primo anno nella categoria, il californiano ottenne risultati di spessore in Coppa delle Nazioni, come il decimo posto alla Parigi-Roubaix e diversi piazzamenti di tappa fra Tour du Pays de Vaud e Tour de l’Abitibi. Con la maglia del suo team, la LUX-Strading, conquistò, invece, il primo successo internazionale, vincendo una tappa del prestigioso GP Rüebliland. L’unica occasione di disputare i Campionati del Mondo insieme al fratello, che si era laureato campione nazionale e avrebbe lasciato il ciclismo a fine anno, svanì perché, nonostante l’ottima stagione, Luke non fu convocato per la trasferta britannica.
Il 2020 iniziò molto bene, con due vittorie in corse dilettantistiche statunitensi aperte anche ai professionisti. Le cose cambiarono a causa della pandemia, che bloccò l’attività agonistica, portando anche all’annullamento dei Campionati del Mondo Junior. Lamperti si ritrovò praticamente fermo e ne approfittò per concentrarsi sull’ultimo anno di liceo, che sarebbe stato certamente più difficile con le continue trasferte in Europa.
Nonostante un lungo periodo senza gare, il corridore statunitense poté beneficiare degli ottimi risultati ottenuti nel primo anno fra gli juniores per trovare una squadra di buon livello tra gli under 23: la scelta cadde sulla Trinity Racing, squadra guidata dal suo manager Andrew McQuaid. SI rivelò subito pronto al salto di categoria e, nel mese di maggio, vinse la sua prima corsa UCI, una tappa al Tour d’Eure-et-Loir. Nel mese di giugno, dopo aver portato a termine il Giro d’Italia under 23, si laureò a sorpresa campione nazionale dei criterium.
La sua stagione proseguì con la partecipazione a diverse corse professionistiche, tra cui il Tour of Britain, in cui ottenne un bel quarto posto di tappa, e con l’esordio ai Campionati del Mondo. Nella prova in linea riservata agli under 23, Lamperti chiuse decimo, ma fu squalificato perché ritenuto responsabile della caduta di un rivale in un settore di pavé.
Lo scorso anno si è confermato campione nazionale dei criterium e ha mostrato una buona regolarità di piazzamenti lungo tutto l’arco della stagione. Proprio all’ultima gara dell’anno, il Tour de Taiwan, ha trovato nella terza tappa l’unica vittoria UCI dell’anno, la prima in una corsa di categoria 1. Nella corsa asiatica, conclusa in quarta posizione, si è aggiudicato anche la classifica a punti
Quest’anno, con quattro successi in poco più di un mese, Luke Lamperti sembra aver fatto un ulteriore salto di qualità e sembra ormai pronto all’approdo tra i professionisti.
La squadra della settimana: Maloja Pushbikers
Non è comune che una squadra ciclistica sia fondata da un corridore in attività, ma è quello che accadde alla Maloja Pushbikers, fondata nel 2014 da Christian Grasmann, pistard tedesco specializzato nelle sei giorni. Inizialmente il team era attivo solo su pista e nei criterium, ma nel 2018 incrementò l’attività su strada, grazie alla fusione con gli austriaci della WSA-Greenlife, attivi nel mondo Continental dal 2011.
A fine anno lo sponsor diminuì il suo impegno economico e la WSA-Pushbikers assunse il nome di Maloja Pushbikers tuttora in uso. Grasmann, ormai trentottenne, decise di chiudere la propria carriera agonistica per assumere il ruolo di team manager. Nella stagione 2020 con il ritorno di WSA nel ciclismo, la Maloja Pushbikers prese la licenza tedesca e dovette rinunciare ai corridori austriaci (quelli che avevano ottenuto i migliori risultati su strada), che seguirono lo sponsor storico. Da allora la squadra è cresciuta anno dopo anno e nel 2023 ha già ottenuto due vittorie.
Il roster per questa stagione è composto al momento da dodici corridori, con due italiani. Il velocista Filippo Fortin, professionista nel triennio 2012-2014 e nel 2019, è uno degli uomini di punta della squadra: in carriera può vantare ben venti successi UCI e nelle corse di categoria 2 è da anni una garanzia di risultati. Quest’anno ha vinto una tappa alla Belgrade Banjaluka, ha chiuso al secondo posto il GP Adria Mobil e conta altri sette piazzamenti in top ten.
L’altro italiano in rosa è Liam Bertazzo, da anni nel giro nella nazionale di ciclismo su pista. Su strada non vince una corsa dal 2017, ma è importante nel treno per le volate e, in una squadra nata nei velodromi, un corridore che in passato ha conquistato titoli mondiali ed europei in pista può avere sicuramente un grande peso. In più è stato professionista dal 2015 al 2021 e sicuramente la sua esperienza può rappresentare un lusso per una Continental.
Il neozelandese Felix Meo è un italiano d'adozione: vive da tempo nel nostro paese, ha corso da dilettante con la Namedsport e ha esordito nel mondo Continental con il Team Colpack nel 2019. In carriera non ha mai ottenuto grandi risultati, ma il suo lavoro da gregario è sempre apprezzatissimo.
Oltre a Fortin, l’altro corridore che ha già alzato le braccia al cielo in questa stagione è Roy Eefting, vittorioso nella prima tappa del Tour de Taiwan. Anche lui ha grande esperienza in pista e ha ottenuto le migliori soddisfazioni dallo Scratch, specialità in cui è argento europeo e bronzo mondiale in carica. Dopo essersi sposato ha preso anche il cognome della moglie e ora il suo nome completo è Roy Eefting-Bloem.
Ha iniziato bene la stagione anche Fabian Steininger, che alla Belgrade Banjaluka ha ottenuto due piazzamenti nella top five. Ancora a caccia della prima vittoria in carriera, il ventiduenne ha mostrato buone doti di sprinter, ma al momento non ha avuto spesso la possibilità di correre da leader perché è stato utilizzato principalmente come gregario per Fortin.
Sebbene la Maloja Pushbikers sia una squadra con grossi interessi nel ciclismo su pista, dai tempi di Grasmann mancava un tedesco con un buon pedigree nei velodromi. Questo buco è stato colmato dall’arrivo, a stagione in corso, di Moritz Malcharek. Il venticinquenne non ha un grande palmares su strada, ma su pista è stato argento europeo dello Scratch nel 2022 e ha ottenuto vittorie sia nella Corsa a Punti che nella Madison nella Coppa delle Nazioni.
Anche Matias Malmberg è un nome noto del ciclismo su pista: in carriera è stato campione d’Europa con il quartetto danese dell’Inseguimento a Squadre nel 2021 e, nella stessa manifestazione, ha conquistato anche il bronzo nell’Omnium. Nel 2022 si è sbloccato anche su strada, vincendo una tappa del Flanders Tomorrow Tour.
Completano l’organico cinque corridori tedeschi che non hanno risultati di spessore in carriera. Il più esperto è il trentasettenne Wolfgang Brandl, tornato in patria quest’anno dopo aver corso a livello Continental con Movistar Team Ecuador (2017-2019) e Team Skyline (2020-2022).
Il ventottenne Patrick Reissig ha ottenuto al Tour de Taiwan di quest’anno i migliori risultati in carriera a livello UCI, con un ottavo posto di tappa e il quattordicesimo in classifica generale.
I ventiquattrenni Paul Rudys e Philip Weber sono stati compagni di squadra per tutta la carriera: hanno, infatti, condiviso l’esperienza quadriennale alla LKT Team Brandenburg (2017-2020), il ritorno fra i dilettanti alla KED Stevens Radteam Berlin (2021) e la risalita a livello Continental con la Maloja Pushbikers l’anno scorso.
Anche il ventiduenne Max Benz-Kuch, il corridore più giovane in rosa, correva nella KED Stevens Radteam Berlin nel 2021, ma l’esperienza con il team di Christian Grasmann, cominciata nel 2022 è la sua prima a livello Continental.
La stagione della squadra tedesca continuerà domenica in Austria, con il GP Vorarlberg.
Oltre alla formazione Continental, la Maloja Pushbikers ha provato negli anni nuovi tipi di esperienze, contando in passato su una sezione femminile e su una di Mountain Bike. Dal 2014 è in corso un progetto chiamato Future Stars che ha, come facilmente intuibile, l'obiettivo di introdurre nel ciclismo i giovani, inizialmente prendendo il tutto come un divertimento e senza l'assillo del risultato. Future Stars è attivo su strada, pista e MTB in tutte le categorie di età. Laurin Von Stetten, corridore della Maloja Pushbikers nel 2021 e nel 2022, aveva iniziato la sua avventura nel ciclismo proprio grazie a questo progetto.