L'Uzbekistan abbandona Yanina Kuskova: "Non mi daranno una bici per i mondiali"
L'ormai ex atleta della Tashkent ha acquistato i biglietti per Zurigo, ma la federazione fa muro dopo la uscita precedente su Instagram. Sarà in Svizzera con la sua bici da allenamento
Nell'articolo di qualche giorno fa sulla chiusura della Tashkent City, la squadra uzbeka che ha partecipato all'ultimo Tour de France per poi cessare l'attività, avevamo riportato la storia pubblicata su Instagram da Yanina Kuskova, atleta di punta del team, che aveva denunciato la problematica situazione interna alla propria federazione.
Kuskova dovrebbe rappresentare l'Uzbekistan alla gara in linea dei mondiali di Zurigo del prossimo 25 settembre, ma si sta trovando davanti un vero e proprio muro. “Il mio paese aveva promesso di pagarmi la trasferta, ma alla fine hanno preso dei biglietti che mi avrebbero fatto arrivare meno di 24 ore prima della partenza, e ovviamente sarei stata stanca dopo il volo, ma per loro non è un problema. Ho detto che non sarei andata in queste condizioni, ma a loro non interessa. Mi dispiace che in Uzbekistan non capiscano il valore del ciclismo e delle atlete”, aveva scritto qualche giorno fa, ma l'aggiornamento di oggi, sempre tramite storia di Instagram, è ancora più preoccupante.
Questa volta scrive di aver acquistato il proprio biglietto per poter essere in Svizzera in tempi ragionevoli per poter prendere parte alla gara, ma l'ostruzionismo da parte della federazione è aumentato ancor di più, proprio a causa della sua uscita pubblica sui social, che ha acceso un riflettore sulla questione e ha avuto risalto a livello internazionale, e non è stata per nulla gradita da chi dovrebbe supportarla.
Kuskova apre un nuovo caso Uzbekistan: “Dicono che non merito di partecipare”
“Ho già comprato il mio biglietto per partecipare ai campionati del mondo, ma ora affronto un nuovo problema. Non mi daranno la mia bici e le ruote, e tutto questo arriva da parte della federazione ciclistica dell'Uzbekistan. Quando ho chiesto perché non mi avrebbero dato bici e ruote, dopo che mi sono interamente pagata il viaggio, mi hanno risposto che non merito di partecipare per il mio comportamento, perché ho scritto un post su Instagram qualche giorno fa e questo non è piaciuto. Sono stata anche rimproverata per le mie scarse prestazioni negli ultimi tre anni e la mancanza di risultati. Tutto ciò è molto triste, perché durante questi tre anni ho fatto del mio meglio, ma la federazione non lo ha notato. Amo ancora la mia squadra e il mio Paese perché mi hanno dato molto, ma sono molto amareggiata per come stanno andando le cose. (Potrei finire nei guai per questo post, me ne rendo conto, ma voglio condividere quello che mi sta accadendo e le mie emozioni). Proverò ancora ad andare ai mondiali.”
Kuskova, che mi mostra molto provata emotivamente per una situazione insostenibile, chiama nuovamente in causa la federazione e il comitato uzbeko, che le hanno voltato le spalle, accusandola anche ingiustamente di scarso rendimento, questo è stata l'unica nella sua squadra a dimostrare di poter sostenere i ritmi di una gara World Tour.
Ai mondiali con la bici da allenamento
Un caso diventato evidentemente politico, in cui l'atleta non otterrà quello che le spetta per poter essere in gara a Zurigo. La sua testimonianza ha nuovamente catturato l'interesse sui social in giro per il mondo, e la speranza di molti è che qualche altra federazione possa venire in suo aiuto e offrirle i materiali e l'assistenza di cui ha bisogno per poter partecipare, e che la sua federazione le sta negando.
Un ulteriore aggiornamento è arrivato oggi con un'altra storia Instagram, in cui conferma che riuscirà a partire, anche se non nelle migliori condizioni. “Arriverò comunque in Svizzera, ho portato con me la bici da allenamento, e nonostante tutti gli imprevisti prenderò parte ai campionati del mondo. Voglio ringraziare chiunque sia stato di aiuto e mi abbia supportata. Per chiunque sia rimasto indifferente a questa situazione: grazie, ma ce la farò. Andare avanti, qualunque cosa succeda" , scrive Kuskova.