Vos supera la prova del #10yearschallenge
Trofeo Alfredo Binda, la campionessa della CCC vince a Cittiglio per la quarta volta. Sul podio Spratt e Uttrup Ludwig, quinta Cecchini
Nell'anno in cui le due attuali regine del ciclismo femminile neerlandese decidono per motivi diversi di disertare il Trofeo Alfredo Binda, a trionfare sul traguardo di Cittiglio è colei che regina assoluta lo è stata per tanti anni e adesso, dopo alcune stagioni di appannamento dovute anche a problemi fisici, sta cercando di riprendersi quel trono che nonostante tutto le apparterrà a vita ad honorem: per la quarta volta in carriera ed a sette anni di distanza dall'ultima volta (e a dieci dalla prima), la classica italiana organizzata dalla Cycling Sport Promotion di Mario Minervino è sua maestà Marianne Vos che allo sprint ha avuto la meglio sul ristretto gruppo di testa.
Per Marianne Vos, che difende i colori della CCC-Liv, si tratta della prima vittoria stagionale dopo i piazzamenti ottenuti alla Strade Bianche (settima) e alla Ronde van Drenthe (undicesima): una conferma al trend di grande crescita che avevamo iniziato a vedere dalla scorsa estate, ma anche una grande prova di squadra con una Ashleigh Moolman oggi assolutamente fondamentale nel ricucire sulle attaccanti e nel tenere un ritmo elevatissimo che facesse selezione ed al tempo stesso impedisse ulteriori scatti di altre atlete.
In fuga prima Tayler Wiles, poi Grace Brown
A differenza della pioggia e del freddo dello scorso anno, oggi le 129 atlete in gara al Trofeo Alfredo Binda hanno avuto la fortuna di gareggiare in una giornata calda e soleggiata. I 131.1 chilometri in programma erano gli stessi del percorso delle passate edizioni e fin dalle prime pedalate abbiamo assistito a tentativi di portare via una fuga e ad un po' di battaglia per il traguardi volanti a premio: tra coloro che si sono messe in evidenza segnaliamo Jessica Raimondi (Alé Cipollini), Martina Stefani (Top Girls-Fassa Bortolo), Rachele Barbieri (BePink) e Silvia Persico (Valcar-Cylance). La prima vera fuga di giornata, però, è nata dopo la salita di Cunardo dove ci sono state alcune piccole scaramucce tra le squadre delle favorite: a 88 chilometri dal traguardo è stata la statunitense Tayler Wiles ad uscire da sola dal gruppo che nel frattempo aveva già perso diversi elementi.
La fuggitiva solitaria, rappresentante della Trek-Segafredo, è rimasta al comando della corsa per circa ventidue chilometri durante i quali ha toccato un vantaggio massimo di 45": la Wiles ha fatto in tempo ad entrare per prima nel circuito finale di 17.8 chilometri da ripetere quattro volte, ma all'inizio della salita di Orino il plotone è tornato compatto. A quel punto prima di arrivare al gran premio della montagna è stata la Mitchelton-Scott a fare la propria mossa facendo attaccare l'australiana Grace Brown: la vincitrice della terza tappa del Santos Women's Tour Down Under a gennaio ha scollinato in testa sia al primo che al secondo giro, ma a 40 chilometri dalla conclusione il primo gruppo si è ricompattato un'altra volta. Nel tratto in discesa di Orino, l'elvetica Jolanda Neff ha messo in mostra tutte le sue qualità tecniche con traiettorie al limite che ricordavano un po' quelle di Bonifazio giù dalla Cipresso: il risultato è stato più o meno lo stesso, un guadagno minimo, ma il plotone si è poi riunito in vista dell'inizio del penultimo giro.
Gruppo compatto all'inizio dell'ultimo giro
A 35 chilometri dalla fine di questo Trofeo Alfredo Binda il gruppo di testa era ristretto a poco più di una cinquantina di atlete, ma di energie nelle gambe iniziavano ad essercene poche: i primi 100 chilometri di gara sono stati coperti ad un ritmo elevatissimo e costante che aveva prodotto a quel punto una velocità media di quasi 41 km/h. Sulla terza salita di Orino a forzare ulteriormente l'andatura è stata la CCC-Liv con la sudafricana Ashleigh Moolman ed il gruppo si è spezzato in due parti: le principale favorite erano però tutte assieme e così in discesa s'è deciso di rialzare il piede dall'acceleratore e rimandare lo scontro all'ultimo giro, sul quarto e quindi decisivo passaggio sulla salita di Orino.
Il gruppo di circa quarantacinque unità era quindi di nuovo compatto all'inizio dell'ultimo, ma era chiaro che chi si era staccata in precedenza quasi sicuramente avrebbe avuto la stessa sorte anche poco più avanti: la neerlandese Demi Vollering (Parkhotel Valkenburg) è stata quindi brava a provarci a 17 chilometri dall'arrivo con un attaccato che le ha fatto prendere fino a 45" di vantaggio. La Vollering ha superato lo strappo di Casalzuigno e ha approcciato in testa la salita finale, salvo poi essere ripresa a 8 chilometri dalla conclusione quando la Canyon-SRAM ha iniziato a lavorare in funzione di un attacco di Katarzyna Niewiadoma: ad imporre un ritmo molto elevato è stata la bielorussa Alena Amialiusik che ha dato tutto come se la sua gara dovesse finire da lì a poco.
Sull'ultima salita se ne vanno in otto
Lo scatto della campionessa uscente Katarzyna Niewiadoma è arrivato puntualissimo poco dopo che il gruppo aveva ripreso la Vollering: l'azione della 24enne polacca è stata molto determinata, ma meno incisiva rispetto a quella sotto la pioggia dell'anno scorso. Niewiadoma non è riuscita a fare il vuoto e non ci è riuscita neanche Cecilie Uttrup Ludwig che aveva provato a rilanciare: alla loro ruota si era incollata un'attentissima Marianne Vos, ma subito in scia c'erano anche Ashleigh Moolman, Amanda Spratt, la sorprendente russa Anastasiia Chursina e le italiane Erica Magnaldi e Soraya Paladin. Dietro alle otto battistrada il gruppo era diviso in due: a pochi secondi c'era un drappello di circa 25 unità, un'altra quindicina invece era un poco più distante.
Nel ristretto gruppo di testa l'atleta più veloce era Marianne Vos e la CCC-Liv era anche l'unica squadra ad avere due atlete in testa vista la presenza anche di Ashleigh Moolman: inevitabile quindi che negli ultimi sei chilometri le maggiori responsabilità sul buon esito di questa fuga ricadessero proprio sulla coppia in maglia arancione; ai 3000 metri la russa Anastasiia Chursina, portacolori della BTC City Ljubljana che era stata argento al Mondiale juniores di Firenze 2013 quando ancora correva con cognome Iakovenko, ha tentato quello che sarebbe potuto essere uno dei colpi più inaspettati da diversi anni a questa parte, ma nonostante un bell'allungo anche lei è stata ripresa da un ottimo lavoro di Ashleigh Moolman, assolutamente decisiva in questa fase di corse in cui Marianne Vos ha potuto evitare di spendere troppe energie per chiudere su tutte.
Volata magistrale di Marianne Vos, Elena Cecchini è quinta
All'ultimo chilometro la distanza tra il gruppo di testa e quello al suo inseguitore era ridotta a pochissimi secondi: il Team Sunweb stava provando a riaprire la corsa in funzione dello sprint della statunitense Coryn Rivera, ma per un soffio non è riuscito nel suo intento. Nel rettilineo finale in leggera salita Marianne Vos ha fatto valere la legge della più forte con un grandissimo sprint che le ha permesso di togliersi di ruota tutte le avversarie: Amanda Spratt ha colto la seconda posizione, terzo posto per la danese Cecilie Uttrup Ludwig che ha bissato il piazzamento del 2017; resta giù dal podio la russa Anastasiia Chursina, che può comunque essere soddisfatta di una quarta piazza che quasi nessuno avrebbe pronosticato.
Negli ultimi metri il gruppo è piombato addosso alle prime con una splendida volata di Elena Cecchini, lei sì che può avere qualche rammarico: l'ex campionessa italiana della Canyon-SRAM è stata la più veloce di tutte andando addirittura a chiudere in quinta posizione, davanti alla compagna di squadra Katarzyna Niewiadoma sesta, con Emilia Fahlin, Coryn Rivera, Soraya Paladin ed Erica Magnaldi che hanno completato nell'ordine la top 10 dell'ordine d'arrivo. Buon risultato per la tricolore Marta Cavalli (Valcar) che è finita al 13° posto, mentre stupisce un po' non avere alcuna atleta di Boels-Dolmans e Trek-Segafredo nelle prime dieci posizioni: per il team dei Paesi Bassi la migliore è stata Chantal Blaak undicesima, la formazione di Luca Guercilena invece ha avuto come migliore Elisa Longo Borghini, solo 33esima dopo che sull'ultima salita non è riuscita ad aggangiarsi di poco alle migliori.