Kelsey Mitchell: dall'oro di Tokyo al pattinaggio su ghiaccio. Punta a Milano-Cortina 2026?
La campionessa olimpica canadese della velocità nel 2021 tenta una nuova sfida sul ghiaccio, ispirata da un calo di motivazione nel ciclismo, puntando alle Olimpiadi invernali
Kelsey Mitchell, la campionessa olimpica della velocità a Tokyo 2020, sta intraprendendo un'audace transizione verso il pattinaggio di velocità su pista lunga. Questa decisione è arrivata dopo una delusione alle Olimpiadi di Parigi e una perdita di motivazione per il ciclismo su pista. Mitchell, che ha vinto l'oro nella velocità alle Olimpiadi di Tokyo, aveva iniziato a gareggiare in bici solo tre anni prima.
Dopo i risultati deludenti a Parigi (eliminata nei quarti di finale nel keirin, ottava nello sprint individuale e a squadre), Mitchell ha sentito il bisogno di un cambiamento radicale e la necessità di dedicarsi a qualcosa di nuovo che mettesse alla prova il suo corpo in modo differente. Ha così deciso di contattare i responsabili dello stadio olimpico del ghiaccio di Calgary per provare il pattinaggio di velocità. Ha anche cercato consiglio da pattinatori esperti come Vincent De Haître, Ivanie Blondin e Laurent Dubreuil, trovandoli ben disposti ad aiutarla nel suo intento.
Blondin in particolare, a sua volta campionessa olimpica, ha espresso entusiasmo per la nuova iniziativa di Mitchell, che ha iniziato a pattinare lo scorso novembre, ma ha poi ammesso di essersi sentita nella sua prima volta “come Bambi sul ghiaccio”: per quanto in farti si trovasse a suo agio fuori dal ghiaccio con esercizi simili a quelli del ciclismo, la sottigliezza delle lame rispetto ai pattini da hockey e la mancanza di allenamento per i muscoli dei piedi e delle caviglie l'hanno messa in difficoltà.
Nonostante la difficoltà del suo primo approccio su ghaccio, Mitchell ha deciso di procedere con l'acquisto i suoi pattini e di perseverare. La sfida più grande, secondo Blondin, saranno le curve e i crossover (incroci con le gambe).
Sulle orme di Clara Huges
Le due discipline hanno indubbiamente aspetti tecnici peculiari, ma hanno in comune un tipo di sforzo analogo, tanto che spesso i pattinatori e le pattinatrici su ghiaccio utilizzano la bicicletta per allenarsi.
Prima di lei la connazionale Clara Huges aveva intrapreso lo stesso cammino, lasciando il ciclismo professionistico nel 2003 dopo due bronzi olimpici ad Atlanta 1996, ma non dopo aver già iniziato a pattinare e vinto un bronzo olimpico nei 5mila metri a Salt Lake City 2002, prima dell'oro a Torino nella stessa disciplina.
Mitchell si scermisce ironizzando sul paragone: “La gente mi dice: ‘La prossima Clara Hughes…’ Per favore, non mancate di rispetto a Clara Hughes in quel modo!”, ma va detto che Huges al contrario suo non arrivò al pattinaggio da ex campionessa olimpica.
È solo un arrivederci?
La trentunenne canadese si è posta l'obiettivo di competere in gare di pattinaggio entro la fine della stagione, con un possibile debutto a marzo a Calgary. Nonostante questa nuova avventura, Mitchell non ha intenzione di abbandonare completamente il ciclismo: spera ancora di partecipare ai Giochi di Los Angeles nel 2028, ritenendo che questa pausa dal ciclismo le permetterà di "resettare" il corpo e tornare più forte (anche qui si sprecano i potenziali paragoni con Huges, che tornata al ciclismo nel 2011, dopo essere stata portabandiera e di nuovo bronzo a Vancouver 2010, tornò al ciclismo professionistico, vinse per due volte il titolo nazionale a cronometro e partecipò alle olimpiadi di Londra).
Quanto a capacità di adattamento, Mitchell si ispira alla sua precedente esperienza, quando, dopo aver giocato a calcio a livello universitario, è passata al ciclismo centrando in meno di un anno il record del mondo nei 200 metri lanciati e divenendo campionessa olimpica di ciclismo su pista in meno di tre anni. Afferma che l'importante è dare tutto, cercare di migliorare ogni giorno, puntando all'obiettivo finale, ma amando il lavoro quotidiano. Pur essendo consapevole della difficoltà di raggiungere le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina tra un anno, non perde la speranza e afferma che "essere un po' deliranti va bene". Mitchell guarda al futuro con ottimismo e un sorriso, sperando di ritrovare la passione per il ciclismo per il 2026, una volta terminata questa parentesi nel pattinaggio.