Niewiadomina! Cittiglio ai piedi di Kasia
Vittoria in solitaria sotto la pioggia per Katarzyna Niewiadoma al Trofeo Alfredo Binda. Podio per Chantal Blaak e Marianne Vos, decima Elisa Longo Borghini
Ha dovuto aspettare a lungo Kasia Niewiadoma per riuscire a trionfare in una delle grandi classiche del Women's World Tour, sempre costretta ad accontentarsi di un bel piazzamento, spesso anche sul podio, ma con la vittoria che sembrava non voler arrivare mai. Era stato così anche settimana scorsa, alla Strade Bianche, quando la 23enne di Limanowa aveva colto il suo terzo secondo posto consecutivo nella gara senese. Oggi, però, al Trofeo Alfredo Binda, prova dedicata al leggendario Trombettiere di Cittiglio, la formidabile polacca, grintosa e spigliata come al suo solito in corsa, era intenzionata a sfatare questa maledizione e non poteva che farlo a modo suo, con un numero d'alta scuola che non ha nulla da invidiare nemmeno a quelli che faceva il grandissimo Alfredo.
Inizio tranquillo sotto la pioggia battente
Il tempo non è certo stato clemente sul percorso del Trofeo Alfredo Binda, 131 km con quattro giri da percorrere sul circuito cittadino di Cittiglio, 18 km con due salite: Casalzuigno e Orino. Il plotone, tuttavia, è rimasto tranquillo nelle fasi iniziali di gara, in cui si segnala solo una caduta, fortunatamente senza conseguenze, di Coryn Rivera (Team Sunweb). A 45 km dall'arrivo iniziano le prime scaramucce, ad accendere la miccia è Soraya Paladin (Alé Cipollini), con un attacco che si rivela velleitario, mentre poco dopo, sulla salita di Orino, si muovono Alena Amialiusik (Canion SRAM Racing) e Ane Santesteban (Alé Cipollini). In un primo momento si riporta sulle due sopraccitate anche Elinor Barker (Wiggle High5), la quale, però, è costretta a mollare quasi subito le ruote delle compagne di fuga non riuscendo a tenere il loro ritmo.
A due giri dalla fine la corsa entra nel vivo
Mentre le due battistrada arrivano ad avere fino a un minuto di vantaggio sul plotone all'inseguimento, dietro un attacco di Karol-Ann Canuel (Boels-Dolmans Cycling Team) risveglia improvvisamente il gruppo, che, a 28 km dalla fine, inizia pian piano a sgretolarsi, con solo una quindicina di atlete che riescono a rimanere davanti. Tocca quindi a un duo composto da Megan Guarnier (Boels) e Malgorzata Jasinka (Movistar) provare ad evadere dal gruppo. Le due in poco tempo riescono a guadagnare un buon margine sulle rivali all'inseguimento e a raggiungere la testa della corsa, andando così a formare un quartetto insieme ad Amialiusik e Santesteban che, a un giro dalla fine, ha ancora 51" di vantaggio sul primo manipolo di inseguitrici.
Ultimo giro: Niewiadoma mette in piedi uno show
Le inseguitrici trovano un po' di accordo e riescono a rosicchiare secondi alle battistrada, ma è Kasia Newiadoma (Canyon) a doversi muovere in prima persona per chiudere il gap. La polacca sa che se vuole vincere deve prendere in mano la situazione, e non si fa attendere sulla salita di Casalzuigno, quando, con uno scatto secco, rientra sul gruppo di testa, portandosi dietro, in un primo momento, solo Elisa Longo Borghini (Wiggle High5) e una bravissima e coriacea Canuel.
Poco dopo, tuttavia, rientrano anche le superstiti di ciò che resta del gruppo, sulla spinta di una Pauline Ferrand-Prevot (Canyon) probabilmente ignara della presenza tra le atlete in testa della compagna Niewiadoma, andando a formare così un plotone di 12 unità che si giocherà la corsa.
Poco male, comunque, per Niewiadoma che all'imbocco dell'ultimo passaggio sulla salita di Orino sa di avere in faretra ancora un'altra freccia, la più appuntita. E, infatti, nel tratto più impervio della salita la giovane polacca non si fa attendere e scatena la sua offensiva. Basta uno scatto, uno solo, tagliente come la più affilata delle lame, per fare il vuoto dietro a sé: non ce la fa nemmeno Longo Borghini a rispondere questa volta, e non ci riesce, neanche, una stoica Lucy Kennedy (Mitchelton-Scott), che più di tutte cerca, purtroppo per lei invano, di non perdere troppi metri dalla scatenata Niewiadoma su quelle stradine ripide e bagnate.
L'ultimo disperato tentativo di Elisa Longo Borghini
Ma Kasia ha troppa voglia di vincere, di levarsi la proverbiale scimmia dalle spalle, in salita martella sui pedali scandendo un ritmo infernale, poi giù a tutta in discesa, nonostante l'insidia data dalla pioggia, mentre dietro una più timorosa Kennedy viene riassorbita dalle inseguitrici. Elisa Longo Borghini ci riprova, a fine discesa, con un attacco disperato, la piemontese non vuole arrendersi nemmeno all'evidenza e, spinta dalla sua incredibile tenacia, pensa ancora di poter riuscire in un miracolo.
La polacca, però, non si spaventa nemmeno di fronte al rettilineo finale, lunghissimo ed in leggera e costante salita, perfetto per mettere in crisi qualsiasi corridore in fuga solitaria. Ma con questa Niewiadoma non basta, la vincitrice dell'ultimo OVO Energy Women's Tour continua a macinare metri su metri spingendo un lungo rapporto, costringendo tutte quante le inseguitrici ad alzare bandiera bianca. E così, in una giornata da tragenda, con un'azione estasiante, arriva la vittoria più bella della giovane carriera di Kasia.
Dietro, a ben 23" da Niewiadoma, la Campionessa del Mondo Chantal Blaak (Boels) regola allo sprint il plotoncino inseguitore, comprendente sole otto atlete, precedendo l'intramontabile campionessa europea Marianne Vos (WaowDeals Pro Cycling), e poi Amanda Spratt (Mitchelton), Alena Amialiusik, Pauline Férrand-Prevot, Karol-Ann Canuel, Cecilie Uttrup Ludwig (Cérvelo-Bigla), Lucy Kennedy e, decima e prima delle italiane, Elisa Longo Borghini. A 59" arriva il grosso del gruppo, con una rampante Elisa Balsamo (Valcar PBM) che vince lo sprint per l'undicesimo posto.