C'è pure De Marchi nel ciclismo dei campioni
Tre Valli Varesine scoppiettante, pioggia battente, Pogacar all'assalto da lontanissimo (sarà poi terzo); la corsa se la gioca chi attacca, e nella coppia formata da Formolo e il Rosso di Buja ha la meglio quest'ultimo. Tra le donne vince Arlenis Sierra
Un altro giorno di pioggia, un altro giorno di Trittico Lombardo, un altro giorno di ciclismo spettacolo in una classica onorata alla grande dai suoio interpreti. E alla fine una vittoria per Alessandro De Marchi, evenienza che, quando si verifica, è sempre motivo di gioia e festa. Non è che non avesse ancora conseguito successi, nella Mixed Relay d'oro agli Europei di Trento c'era pure lui... ma dalla caduta che in maggio ha spezzato il suo Giro d'Italia più bello (nel quale aveva indossato pure la maglia rosa) all'esultanza di oggi non c'erano state affermazioni individuali per il Rosso di Buja, anzi proprio nell'intera stagione (che conta un'altra cronosquadre vinta alla Coppi e Bartali), anzi proprio nell'intero ultimo triennio (ultimo squillo, il Giro dell'Emilia 2018).
La Tre Valli Varesine va a impreziosire il suo palmarès, se la ricorderà per la durezza di un'edizione speciale (la centesima), in cui il tappo è stato fatto saltare a oltre 100 km dall'arrivo da gente che risponde al nome di Tadej Pogacar... Come scrivevamo ieri in occasione della Coppa Bernocchi, il ciclismo è attraversato e travolto da corridori a cui viene naturale regalare spettacolo, proprio a piene mani. Perché poi l'azione di Tadej non è rimasta fine a se stesso, è rimasto a lungo al comando, poi ha forato ed è rimasto attardato, ma ugualmente è andato, con puntiglio e orgoglio, a prendersi un posticino sul podio. Podio su cui le strategie della UAE-Emirates avevano in ogni caso lanciato un altro compagno di Pogacar, ovvero Davide Formolo.
Roccia ottiene un bel piazzamento, che è un altro modo di dire che si porta a casa l'ennesima bella sconfitta, confermando di dover arrivare proprio da solo al traguardo se vuole alzare le braccia, dato che pure un corridore non velocissimo come De Marchi risulta troppo rapido per Formolo. Ora per Davide arriva un appuntamento cardine nella stagione, il Giro di Lombardia, ma il problema è che su quel traguardo hanno già messo gli occhi i suoi compagni, da Hirschi allo stesso Pogacar, che pare in crescita in vista delle foglie morte.
Tre Valli Varesine numero 100 e un percorso insidiosissimo da Busto Arsizio a Varese, con due circuiti, uno comprendente la salita del Montello, da ripetere 8 volte dopo un tratto iniziale in linea, e un secondo, più largo, comprendente oltre al Montello anche le ascese di Morosolo e Casciago. In totale, 196.7 km. La fuga è partita direttamente al km 2 con Erik Fetter (Eolo-Kometa) e Matthew Holmes (Lotto Soudal), poi si sono aggiunti anche Giulio Masotto (Vini Zabù) e Robin Plamondon (Israel Start-Up Nation), riusciti a raggiungere la prima coppia al km 25. Il margine sul gruppo era a questo punto di 3', ed è cresciuto fino ai 3'50" toccati al km 31, poi il gruppo ha cominciato a recuperare tirato principalmente dalla AG2R Citroën.
Nel terzo giro "piccolo", al km 73 (123 dal traguardo!) la svolta che non ti aspetti: su una rampetta c'è stato l'attacco di Tadej Pogacar (UAE-Emirates), nientemeno. E con lui Tim Wellens (Lotto), ed entrambi si sono subito impegnati per andare a chiudere sui battistrada, che in quel momento vantavano ancora un minuto abbondante di vantaggio. L'impresa è stata rapidamente compiuta, ai -115 la nuova coppia era sul primigenio quartetto, e questo subentro, comportando un aumento del ritmo davanti, ha fatto male a Plamondon e Masotto, che si sono presto staccati.
In compenso da dietro emergeva, alla fine del quarto giro, un secondo quartetto composto da Rigoberto Urán (EF Education-Nippo), Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), Nelson Oliveira (Movistar) e Davide Formolo (UAE). A ballare erano non tantissimi secondi, quindi gli inseguitori sono riusciti rapidamente a riportarsi sui primi, agganciati ai -103. Dietro, a 30-40" di distanza, il gruppo era animato dal lavoro della Trek-Segafredo di Vincenzo Nibali.
Alla fine del quinto giro Holmes non ha più avuto gambe per seguire gli altri e all'inizio del sesto identico destino ha coinvolto Fetter: usciti di scena gli ultimi superstiti della prima fuga, agli altri sei restava l'impegno di difendere un vantaggio mai completamente decollato (sempre fra i 30 e i 40"), pur se sufficiente a rendere la corsa dura per tutti: sotto la pioggia come ieri alla Bernocchi, tirati per il collo come ieri alla Bernocchi, tanti ritiri in gruppo come ieri alla Bernocchi. La coerenza di un Trittico Lombardo.
Ai -60 Davide Formolo ha pensato di proporre un attacco nell'attacco, si è fatto 8 poco utili chilometri in avanscoperta e poi è stato raggiunto (quantomeno la sua azione ha fatto completamente saltare Wellens); al contempo, dal plotone o quel che ne restava non mancavano tentativi di controevasione, con Marc Hirschi (UAE) bravo a muoversi in marcatura; alla fine sono riusciti a scappare Alessandro De Marchi (Israel), Andreas Kron (Lotto) e Aurélien Paret-Peintre (AG2R), riusciti a portarsi sui primi a 50 km dal traguardo.
Ai -47 un episodio sostanziale nella giornata: Pogacar, l'iniziatore dell'azione più folle, ha forato ed è uscito dalla contesa. Gli altri continuavano a spingere forte sul circuito largo, dal plotone sono usciti due francesi in caccia, Guillaume Martin (Cofidis, Solutions Crédits) e Pierre Latour (TotalEnergies) ma non son durati troppo. L'efficacia del lavoro di quelli davanti risultava superiore a quella di chi era dietro, e tra l'altro dopo il rientro del terzetto De Marchi diminuiva pure il numero di squadre interessate a chiudere. Non a caso il margine dei sette in questa fase è andato a crescere fino a 55", mentre dal gruppo tentativi più o meno velleitari andavano in scena ai -37, sulla dura salita di Bobbiate: Edoardo Zardini (Vini Zabù), poi di nuovo Latour con (di nuovo) Pogacar; anche Nibali ha continuato a essere particolarmente attivo, ma il vantaggio dei primi, orchestrati da un Lorenzo Rota padrone della situazione, restava costantemente sui 40-50"; ai -36, sempre sulla salita di Bobbiate, Kron ha prodotto un allungo ma Formolo ha riportato tutti sotto.
Solo quando l'Astana, dietro, ha trovato una quadra, la situazione è un po' cambiata: Aleksandr Vlasov si è messo al servizio di Alexey Lutsenko e il distacco è stato abbassato a 30" circa; ma quando, entrati ormai nell'ultimo giro, si è arrivati sul Montello ai -23 il kazako non ha avuto la forza di finalizzare il lavoro di Vlasov. L'hanno invece fatto Sergio Higuita (EF) e Benoît Cosnefroy (AG2R), usciti il primo per andare a rilevare Urán che lì davanti mostrava la corda, il secondo in marcatura sul primo.
Urán in difficoltà, abbiamo scritto, ma perché? Perché sul Montello un primo colpetto di Oliveira è stato rilanciato in grande stile da Kron; sul danese si sono riportati subito De Marchi e Formolo, e poi uno per volta intorno ai -20 Paret-Peintre, Rota e Oliveira nell'ordine. Urán invece aveva perso nettamente contatto, è stato raggiunto poco dopo da Higuita e Cosnefroy, ma di lì a due chilometri il terzetto è stato ripreso da quel che restava di un gruppo ormai sempre meno motivato. Anzi, proprio il lavoro di Rigoberto, ora in vesti di gregario, ha ridato animo al plotone, continuando a tenerlo a 35" dai primi e chiamando a raccolta gli altri EF affinché lavorassero per Higuita.
Ai -16 Formolo ha accennato un nuovo allungo in discesa, non se n'è fatto nulla; meglio il suo forcing sull'ultima salita di Bobbiate, ai -13. Un tratto in cui Ruben Guerreiro (EF) ha fatto l'ultima trenata, distacco a 28" in quel momento per il gruppo, ma Higuita ha traccheggiato, non è scattato subito, anzi non è scattato più perché l'idea gliel'ha rubata David Gaudu (Groupama-FDJ), partito con ancora Pogacar e Cosnefroy in marcatura. Solo in un secondo momento il colombiano della EF è riuscito ad accodarsi, con Hirschi.
Sempre su Bobbiate, De Marchi ha forzato una prima volta ai -12, poi, in maniera decisiva, una seconda volta ai -10. In entrambi i casi Formolo è stato il primo a rispondere, nel secondo però si è dovuto slabbrare l'anima per andare a chiudere sul friulano. Roccia ha respirato un po', ha saltato vari cambi mentre De Marchi era a tutta per aprire il solco sugli altri fuggitivi, ma poi si è messo a collaborare con lealtà, e la coppia ha preso il largo
A nulla è servito il ricongiungimento tra ex fuggitivi e nuovi e vecchi contrattaccanti alle spalle della coppia di testa: malgrado l'impegno principalmente degli AG2R lì presenti in maggioranza (Paret-Peintre si è messo al servizio di Cosnefroy), il margine non è stato più eroso; del resto gli UAE del gruppetto (Pogacar e Hirschi) lavoravano in copertura per Formolo, e insomma corsa chiusa a 8 km dalla fine.
Ci possiamo traslare direttamente alla salita conclusiva, laddove ai 1700 metri è partito Formolo, sentendosi il più lento tra due corridori che - entrambi - non vanno celebri per la velocità... De Marchi ha reagito immediatamente, mettendo per due volte alla frusta Formolo, il quale ha incassato bene in salita, e non si è scomposto una volta tornati sul piano, ai 1300 metri; anzi, ha pure accennato un estremo contropiede agli 800 metri, ma non ha guadagnato neanche un centimetro.
Non restava allora che la volata, Formolo è partito per primo ai 200 metri ma De Marchi è stato reattivo, ha messo la ruota davanti e l'ha tenuta fino alla linea d'arrivo, dove si è applaudito da solo, avendone peraltro tutte le ragioni. A 38" è arrivato il primo gruppetto, con Pogacar a vincere la volata per il terzo posto su Cosnefroy, Kron, Higuita, Rota, Gaudu, Alessandro Covi (UAE), tra gli ultimi a rientrare, e Paret-Peintre che ha chiuso la top ten.
In mattinata si era svolta la prima edizione della Tre Valli Varesine femminile, su un percorso di 92.4 km sempre tra Busto Arsizio e Varese, con quattro giri del circuito del Montello. La vittoria è andata alla cubana Arlenis Sierra (A.R. Monex), arrivata in terzetto insieme alla vincitrice del Giro dell'Emilia, Mavi García (Alé BTC) e a Rachel Neylan (Parkhotel Valkenburg), e brava a far valere il proprio spunto veloce sulle due colleghe. Quarto posto per Barbara Malcotti (Valcar-Travel & Service) a 24", poi a 1' è arrivato un primo gruppo, composto da 11 atlete e regolato per il quinto posto da Silvia Magri (Valcar) su Nina Buysman (Parkhotel), Eleonora Camilla Gasparrini (Valcar), Maria Vittoria Sperotto (A.R. Monex), Rasa Leleivyte (Aromitalia-Basso Bikes) e Katia Ragusa (A.R. Monex).
L'appuntamento di domani per questo bellissimo autunno ciclistico italiano è fissato con la Milano-Torino, 190 km di gara e arrivo su Superga che chiamerà all'azione non solo i Pogacar e i Gaudu visti oggi, ma anche i Roglic, gli Almeida, gli Adam Yates, i Nibali, i Pinot, insomma tanti uomini da GT, e oltre a essi, col numero 1 e l'iride addosso, vedremo pure Julian Alaphilippe alla prima uscita da neoCampione del Mondo.