Rivedremo anche quest'anno Filippo Ganna in maglia rosa? © LaPresse
Giro d'Italia

Ganna: "Sono maturato come persona, in questo Giro vorrei avere piede libero"

I protagonisti del Giro, puntata 3: Filippo Ganna. Il piemontese punta fortissimo sulle cronometro, ma vorrebbe tentare il colpo anche in frazioni di media difficoltà. Fondamentale il suo sostegno al capitano Geraint Thomas

04.05.2023 20:11

Con l'avvicinarsi del Giro d'Italia 2023 (qui l'analisi del percorso) sta man mano prendendo forma la startlist, vicina al suo completamento e già pubblicata in versione completa seppur ancora soggetta a possibili modifiche; alcune squadre hanno ufficializzato la propria compagine con oltre una settimana d'anticipo, altre stanno convivendo con problemi e dubbi legati, talvolta, ancora alle infezioni Covid-19. In generale però i nomi più attesi al via, sia per quanto riguarda la classifica finale che per le classifiche minori e le vittorie di tappa, sono noti già da un po' di tempo e proprio loro, i protagonisti principali, meritano un approfondimento personale prima del via della Corsa Rosa.

Dopo aver trattato di due corridori che ambiscono alla classifica finale, cioè Primoz Roglic e Remco Evenepoel, è il momento di concentrarsi invece su un nome che difficilmente vedremo davanti sulle grandi salite del prossimo Giro, ma che farà sicuramente parlare di sé, sia in veste di gregario di lusso per i suoi capitani, sia per le vittorie di tappa, su tutte le due cronometro presenti nei primi nove giorni e - finalmente - è un atleta del Bel Paese: Filippo Ganna

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera il verbanese ha delineato quelli che saranno gli obiettivi del suo Giro, in cui dovrà alternare il lavoro di gregariato a quello di mina vagante in cerca dei successi parziali nei momenti in cui la squadra gli concederà la sufficiente libertà: “Arrivo a questa corsa con la maturazione della persona, che c'è stata, e con la consapevolezza di aver fatto tutto al meglio delle mie possibilità. Io, per come sono fatto, vorrei piede libero: prendermi qualche soddisfazione di tappa e all'occorrenza lavorare per il mio capitano, il grande Geraint Thomas. La INEOS Grenadiers potrà quindi sfruttare la duttilità di Ganna a sostegno dello squadrone che porterà in Italia, formato da capitani - oltre al líder máximo Thomas, favorito dalla presenza delle due cronometro sostanzialmente pianeggianti - del calibro di Thymen Arensman, apparso in costante crescita durante il Tour of the Alps e che potrebbe salire di condizione anche all'interno delle tre settimane, Tao Geoghegan Hart, già vincitore del Giro d'Italia 2020 e poi più tornato su certi livelli sulle lunghe salite, e Pavel Sivakov, una promessa che fatica a sbocciare del tutto, ma che nelle giuste condizioni può rivelarsi devastante per gli avversari.  

Per quanto concerne invece gli obiettivi personali di Ganna, l'occhio non può che cadere sulle prove contro il tempo, disciplina di cui Pippo è maestro. Quest'anno ne ha già disputate due e se in una - quella della Volta ao Algarve, corsa disputata come allenamento in vista delle classiche dopo aver preso parte agli Europei su pista - aveva un po' faticato, nella seconda, alla Tirreno, aveva dominato senza lasciare nemmeno un briciolo d'illusione agli avversari. L'avvicinamento è stato ottimale, come ha egli stesso ammesso, ed è dunque naturale considerare Ganna il grande favorito per la cronometro inaugurale del Giro 2023, da Fossacesia Marina ad Ortona, lungo la Costa dei Trabocchi. I primi diciassette chilometri, del tutto pianeggianti, favoriscono l'alfiere della INEOS nello scontro diretto contro Evenepoel e Roglic, mentre uno che potrebbe reggere il passo del verbanese in questo tratto è Stefan Küng. Gli ultimi due chilometri e mezzo che portano all'arrivo, contraddistinti da una leggera pendenza, potrebbero risultare decisivi ma non devono certamente spaventare Ganna, tutt'altro che fermo su zampellotti di questo genere. 

A tal proposito ha detto: "L'idea di prendere la prima maglia rosa c'è. L'ideale poi sarebbe tenerla, senza spendere troppo, finché si può. Ma il giorno in cui si fa dura si può anche correre in modo conservativo e poi puntare sulle tappe singole, come a Camigliatello Silano tre anni fa". Emerge da queste parole la volontà di non “limitarsi” alle cronometro, ma di cercare spazio ed opportunità anche in frazioni dal profilo mosso che stuzzichino un potenziale finisseur eccellente come Ganna.

Al di là della seconda prova contro le lancette da Savignano sul Rubicone a Cesena, trentacinque chilometri del tutto piatti e quindi perfetti per il portacolori della INEOS - il quale però forse avrebbe preferito una planimetria più semplice rispetto a quella prevista - sono tante le tappe, principalmente mosse, in cui un Ganna libero da compiti di gregariato potrebbe ambire al colpo grosso. Qualche esempio può essere quello della frazione con arrivo a Fossombrone, l'ottava, che però paga lo scotto di precedere la cronometro di Cesena e quindi non interessare il piemontese, già con la testa al giorno successivo. Altrimenti attenzione alle frazioni numero sei, Napoli, potenzialmente da fughe; dieci, Viareggio, anch'essa adatta ai coraggiosi attacchi da lontani; dodici, Rivoli, con il Colle Braida a rappresentare un trampolino di lancio ideale prima del finale comunque non banalissimo;  la quindicesima nel bergamasco è forse un po' troppo impegnativa, ma al Ganna ammirato in salita già da San Juan nulla è precluso in caso di andamento un po' sonnolento o quantomeno non lineare nella fuga; la quasi cronoscalata al Monte Lussari, attualmente a rischio, è invece troppo esigente anche per l'eccellente motore di Ganna. 

Un 2023 sin qui ricco di soddisfazioni per un Ganna rinnovato

Si è detto dell'avvicinamento ottimale avuto da Ganna a questo Giro d'Italia, ma è tempo di osservare più nel dettaglio quanto compiuto da Pippo in quest'avvio di stagione, dall'Argentina al Belgio passando per Portogallo e, naturalmente, Italia. 


Innanzitutto, oltre alle cronometro che rimangono il focus principale del piemontese, l'obiettivo dichiarato della primavera di Ganna era testarsi per la prima volta seriamente nelle classiche del Nord, Parigi-Roubaix e Milano-Sanremo in particolare, prima di rivolgere ancora una volta l'attenzione al Giro. La sua annata è scattata in Argentina, alla Vuelta San Juan, corsa in cui ha ottenuto due podi parziali diametralmente opposti: nella quarta frazione infatti il terzo posto è giunto dopo un allungo negli ultimi 500 metri .- in una tappa conclusasi allo sprint - che ha fatto intravvedere le incredibili doti da finisseur che possederebbe Ganna se si mettesse all'opera in quest'esercizio del ciclismo ormai sempre più raro. Il giorno seguente ha dovuto riconoscere un rivale a lui superiore in Miguel Ángel López sull'Alto de Colorado, dando però dimostrazione di grande tenuta anche su salite lunghe e pedalabili in cui lo sforzo richiesto è abbastanza simile a quello di una cronometro. In generale ovviamente nuovamente secondo, sempre alle spalle del portacolori del Team Medellin-EPM.

Dopo il successo nell'inseguimento a squadre a Grenchen erano nel programma due corse a tappe in preparazione alle classiche: Algarve e Tirreno. In Portogallo si è ben difeso un po' su tutti i terreni, senza però eccellere né in salita né contro il tempo. Nonostante ciò ha raccolto tre top dieci (meritevole di citazione la terza tappa in cui si è prodigato insieme ad un'altra manciata di corridori in un tentativo negli ultimi venti chilometri anticipando la colata del gruppo) e un altro secondo posto in classifica dietro al compagno Daniel Martinez. Terminata questa gara di rodaggio, il campione italiano contro il tempo si è espresso su livelli mai da lui toccati in precedenza dalla Tirreno alla Roubaix. 

Nella Corsa dei Due Mari ha stravinto la breve cronometro di Lido di Camaiore con una superiorità imbarazzante nei confronti degli avversari e successivamente si è messo ottimamente a disposizione della squadra mantenendo più del previsto la maglia blu di leader (ottima in particolare la sua condotta nella frazione di Tortoreto). La preparazione perfetta alla Sanremo, prima classica affrontata con i gradi di capitano della INEOS e che, nonostante un magnifico secondo posto, l'ha lasciato un po' con l'amaro in bocca : “Secondo alla Sanremo vuol dire primo degli sconfitti. Vedo più spesso il bicchiere mezzo vuoto: sono fatto così. La felicità dura quindici minuti al massimo, poi sono già pronto a rimettermi in gioco. Questa è la mentalità di chi vuole ottenere qualcosa, non bisogna sedersi al primo successo".

Nella successiva campagna delle pietre ha alternato ottimi momenti e notevoli prestazioni - E3 Harelbeke - ad altre non eccellenti - come la Dwars door Vlaanderen - o inficiate da cadute, la Gand-Wevelgem. La Regina è stata ovviamente la Parigi-Roubaix, in cui, nonostante la poca esperienza l'abbia penalizzato, è riuscito a tenere il passo del drappello dei migliori per quasi tutto il giorno, un risultato eccezionale e che, al di là delle difficoltà palesate sulle pietre più ardue, fa ben sperare e addirittura sognare per il futuro: “Sui sassi del Carrefour de l'Arbre io spingevo ma i mostri andavano via… sul pavé ho contro il fatto di non venire dal ciclocross, quindi sullo sconnesso faccio più fatica di Van der Poel e Van Aert nella guida del mezzo”.

Se la forma appare eccellente e la stagione finora è stata decisamente positiva, anche i Giri d'Italia disputati in passato da Ganna sembrano giustificare uno spirito entusiastico attorno al piemontese alla vigilia della Corsa Rosa: Pippo ne ha già affrontati due, quello del 2020, in cui vinse le tre cronometro e la già citata tappa di Camigliatello Silano, la quale già faceva intravvedere un futuro per il verbanese anche al di fuori delle semplici prove contro il tempo, e quello del 2021, in cui si aggiudicò ancora entrambe le crono. Lo score contro le lancette nel grande giro italiano è del 100%, cinque su cinque, filotto eccezionale che almeno fino a Cesena avrà buone possibilità di rimanere immutato. 

Diverso invece il discorso al Tour de France: l'unica edizione corsa da Ganna è stata quella dello scorso anno partita da Copenaghen, in cui complessivamente Filippo ha colto un quarto (proprio in Danimarca), un quinto (ultima cronometro) e un sesto posto (dalla fuga, perdendo però lo scontro con gli avversari). Probabile immaginare quindi che, se anche in questa centoseiesima edizione il portacolori della INEOS riuscirà ad imporre la propria legge almeno contro le lancette, dal 2024 tornerà all'assalto della Grande Boucle alla ricerca di un primo successo nel GT più famoso del mondo.

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