Altro che Cort: Magnus allunga le mani sulla Veneto Classic
Il danese finalizza una fuga da lontano e precede per distacco
Il baffo dorato ricorda da vicino il pelo di una volpe. Ed è opinione comune che le volpi siano astute e intelligenti. Qualità che appartengono senza tema di smentita a Magnus Cort Nielsen, uno dei corridori più abili a fiutare il vento che tira in gruppo. Il 30enne danese arricchisce il suo già nobile palmarés - in cui luccicano le vittorie di tappa in tutti e tre i Grandi Giri - con la Veneto Classic, conquistata in fondo a una lunga fuga che ha spiazzato tutti i favoriti della vigilia. Il corridore della Uno-X si è presentato in solitudine sul traguardo di Bassano del Grappa, lasciandosi alle spalle Romain Grégoire e Xandro Meurisse. 5° posto per l'ex tricolore Filippo Zana.
Un sestetto al comando dopo pochi km
L'ultimo giorno di scuola del ciclismo professionistico coincide con la 4ª Veneto Classic: partenza da Soave (Verona) e arrivo a Bassano del Grappa (Vicenza) dopo 191,7 km che hanno il profumo delle classiche belghe. Dopo 90 km sostanzialmente piatti - intervallati dalla breve rampa di Monteviale (1800 metri al 6,1%) - la corsa ideata da Filippo Pozzato si accende dopo l'abitato di Cartigliano: il menu prevede infatti la doppia scalata alla Rosina (2,1 km con una pendenza media del 6,5%) e l'impennata in pavé de La Tisa - appena 300 metri al 15,2% con punte al 20% - da ripetere per 5 volte. Usciti dal circuito disegnato nei dintorni di Marostica, la carovana punta verso l'impegnativa Diesel Farm, 1300 metri di sterrato al 10,9% medio all'interno della tenuta dell'imprenditore dell'abbigliamento Renzo Rosso. Le difficoltà non sono però finite: prima di arrivare al traguardo, infatti, c'è ancora da affrontare il muro di Contrà Soarda, 600 metri all'8,5% e una pendenza massima dell'11,2%. Epilogo sulle strade lastricate del centro storico di Bassano.
La corsa entra nel vivo dopo appena 6 km: all'attacco l'austriaco Tobias Bayer (Alpecin-Deceuninck), i danesi Magnus Cort Nielsen (Uno-X Mobility) e Andreas Foldager (Jayco-AlUla), il francese Alexis Gougeard (Cofidis), l'italiano Riccardo Biondani (General Store-Essegibi) e l'ucraino Kyrylo Tsarenko (Corratec-Vini Fantini). Il gruppo - trainato dagli UAE Emirates - sottovaluta la portata di questa azione, che accumula un vantaggio prossimo ai 4' (3'48", per l'esattezza) poco prima di entrare nel circuito della Rosina.
Il sestetto prosegue compatto fino alla prima ascesa della Tisa, dove si staccano nell'ordine Biondani, Tsarenko e Gougeard. Tuttavia, i tre superstiti della fuga procedono ancora a passo spedito, tant'è che il divario resta sempre molto ampio: 2'48" ai -48 da Bassano del Grappa.
Cort risolve il rebus sulla salita di Diesel Farm
Una volta tanto, lo squadrone degli Emirati - capitanato dallo svizzero Marc Hirschi (UAE Emirates), con l'italiano Filippo Baroncini (UAE) nel ruolo di battitore libero - non ha in pugno la corsa. L'iniziativa passa così sulle spalle dei Groupama-FDJ, arroccati intorno al francese Romain Grégoire (Groupama-FDJ). Ciononostante, vincere la resistenza di Bayer, Cort e Foldager non è per niente semplice. E così, poco prima di affrontare per la penultima volta la Tisa, Hirschi prende l'iniziativa. Tuttavia, l'ex campione della Freccia Vallone graffia meno del solito: alle sue spalle sopraggiungono gli italiani Filippo Baroncini (UAE), Francesco Busatto (Intermarché-Wanty) e Filippo Zana (Jayco). Tuttavia, il loro attacco non ha seguito: alle loro spalle, infatti, sopraggiungono altri 16 corridori, tra i quali si segnalano il belga Xandro Meurisse (Alpecin), il francese Axel Laurence (Alpecin), gli italiani Lorenzo Rota (Intermarché), Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè) e Diego Ulissi (UAE), il tedesco Georg Zimmermann (Intermarché) e il già citato Gregoire.
Sebbene i ranghi del gruppo inseguitore siano numerosi, la rincorsa si rivela piuttosto discontinua. E così, si creano le condizioni per nuovi contrattacchi: il primo a provarci è il neozelandese George Bennett (Free Palestine) ai -25 dal traguardo. Su di lui si riportano alla spicciolata Baroncini, De Pretto, Rota e un giovane azzurro, Simone Gualdi (Intermarché). L'azione del quintetto - a cui si aggregherà anche Pellizzari - non decolla: i Groupama completano il riaggancio appena prima di scalare la Tisa per la quinta e ultima volta. E davanti? La sorte dei tre attaccanti è appesa a un filo: appena 43" di margine ai -18 dalla fine. Il riaggancio sembra cosa fatta nel tratto in pianura che precede l'ingresso a Diesel Farm, ma il controllo esasperato tra gli assi restituisce fiato alla fuga: poco meno di 1' ai piedi della penultima salita.
Ed è proprio qui che si decide la corsa veneta: dopo aver sofferto sul porfido della Tisa, Cort Nielsen riprende slancio sugli sterrati della tenuta Rosso, liberandosi prima di Foldager, poi di Bayer. Alle sue spalle, il più brillante di tutti è il giovane francese di casa Madiot, che tenta di organizzare un difficile inseguimento in compagnia di Hirschi, Pellizzari e Zana. Niente da fare: il baffuto danese ha ancora 38" da difendere sul muro di Contrà Soarda. Nonostante la sua andatura sia per forza di cosa più affaticata, l'uomo della Uno-X passa indenne anche l'ultima salita, riuscendo a rintuzzare l'estremo assalto di Gregoire. 5° centro stagionale per il 30enne di Rønne, che relega il rivale d'Oltralpe a 17". 3° posto per Meurisse (a 19") davanti a Hirschi e Zana. Altri quattro italiani nella prima pagina della classifica: 6° Pellizzari - all'ultima apparizione sotto l'egida dei Reverberi prima del salto nel World Tour con la Red Bull-BORA-Hansgrohe - 7° Baroncini, 8° Busatto, 10° De Pretto.