Walscheid, da ciclista a futuro medico: "È sempre stata la mia ambizione"
Il corridore tedesco della Jayco AlUla si è raccontato a 360°, rivelando un lato di sé di cui mai aveva parlato prima d'ora
“Forse è un po' banale e non vorrei sembrare un eroe, ma niente vale se non sei sano e penso che aiutare le persone malate sia il bene più grande che si possa fare”. Comincia così la lettera aperta scritta da Max Walscheid sulle colonne di ‘Rouleur’, noto magazine britannico con sede a Londra, nell'ultimo episodio della rubrica ‘In my words’. Trattasi di un appuntamento fisso in cui un corridore o una ciclista scrive un articolo di suo pugno, raccontandosi a 360° e rivelando qualcosa di sé che magari è meno noto - o addirittura sconosciuto - al grande pubblico.
Walscheid: “Non ero desideroso di essere visto come il medico in erba”
Ed è quello che ha fatto anche lo stesso Max Walscheid, corridore tedesco del Team Jayco AlUla, che si è aperto ad un tema mai affrontato in precedenza nel corso della sua carriera, spiegandone anche il motivo: “Non ho mai parlato dei miei studi perché non ero molto desideroso di essere visto come il medico in erba. Volevo essere preso come max Walscheid, il cislista professionista, un ciclista World Tour molto solido per 10 anni. Ma la mia squadra è molto interessata e mi incoraggia a parlarne”. Merito, quindi, anche del team australiano, di cui è diventato corridore nel 2024.
Ma procediamo con ordine. In questa sua lunga lettera Max Walscheid ha raccontato di come diventare medico sia stata la sua ambizione da quando ha lasciato la scuola. Lui, infatti, non sognava di diventare professionista avendo una famiglia di dottori alle spalle, e addirittura spiega come in Germania sia quasi inconcepibile praticare sport ad un certo livello e cercare di proseguire negli studi. Una duplice strada che è riuscito a seguire fino a quando è diventato Under 23, finché si è dedicato completamente alla bicicletta. Poi l'arrivo del Covid e gli infortuni, che lo hanno spinto a riprendere in mano i libri, a seguire lezioni online, fare tirocini e ambire alla laurea in medicina.
Walscheid: “Vorrei tornare al Tour e vincere la Roubaix”
“Non credo che un ex professionista sia mai diventato medico di una squadra ciclistica prima, quindi potrebbe essere interessante per me e penso che avrei una grande credibilità da parte dei ciclisti perché sono un professionista. Nutro molto rispetto per i medici di squadra perché anche se il 95% delle volte devono trattare gli stessi problemi, l'altro 5% delle volte potrebbero dover curare un altro problema”. Guarda già avanti a sé Max Walscheid, ipotizzando un possibile impiego futuro, magari conciliando le sue due passioni, medicina e ciclismo.
Poi, però, torna con i piedi per terra e rivela i piani per la stagione: “Ho raggiunto un punto della mia carriera in cui ho capito cosa sono in grado di realizzare e cosa no. Vorrei tornare al Tour quest'anno e sarebbe bello essere campione nazionale. La Roubaix è sempre nei miei pensieri perché è l'unica Monumento che sono potenzialmente in grado di vincere. Una volta che la mia carriera finirà, però, so dove si trova il mio futuro”.