Oro azzurro a Tabor: Stefano Viezzi campione del mondo!
L'Italia torna sul gradino più alto del podio ai Mondiali di ciclocross a 19 anni dall'ultima volta (sempre nella categoria maschile juniores). Il friulano batte l'olandese Solen e il ceco Bazant, quinto il fenomenale danese Philipsen
Un digiuno lungo 19 anni: più vecchio di Viezzi
Una giornata che l'Italia del ciclismo e del ciclocross ricorderà a lungo: Stefano Viezzi è campione del mondo juniores di ciclocross. Va a colmare un buco enorme che durava dal 2005, quando un altro italiano, Davide Malacarne, vinse a Sankt-Wendel proprio il Mondiale nella categoria junior, la stessa di Viezzi. Tra il 2006 e il 2023 nessuno - né uomo né donna, né élite, né under 23, né junior - era più riuscito a conquistarsi l'iride in questa disciplina. Ecco quindi che il peso specifico di quest'oro è enorme, proprio perché ormai ci eravamo disabituati al gradino più alto del podio in questa competizione. Al tempo del successo di Malacarne, peraltro, Viezzi doveva ancora vedere la luce (il friulano è classe 2006), eppure è stato lui a coglierne l'eredità.
L'eredità di Malacarne e di tutti gli altri azzurri che nel corso della storia hanno ottenuto quest'importante risultato. Eccoli elencati in ordine cronologico: il mito Renato Longo, cinque volte campione del mondo tra gli élite (Ginevra 1959, Esch-sur-Alzette 1962, Overboelare 1964, Cavaria 1965 e Zurigo 1967); Vito di Tano, due volte iridato tra i dilettanti, nel 1979 a Saccolongo e nel 1986 a Lembeek; e poi ancora il commissario tecnico della nazionale Daniele Pontoni, oro tra i dilettanti a Leeds, nel 1992, e poi fra gli élite nel 1997 a Monaco (con Luca Bramati terzo) e infine Enrico Franzoi a Monopoli nel 2003 (U23). Un elenco in realtà non troppo lungo, ma che si spera vada via via ingrassandosi grazie ad altri acuti come quello di Viezzi, la cui stagione è stata a dir poco grandiosa.
Undici successi in totale compresi, oltre al Mondiale odierno, il Campionato nazionale di Cremona e ben tre successi in Coppa del Mondo (Troyes, Dublino e Hoogerheide), a cui va aggiunta proprio la classifica generale della CDM. Un inverno praticamente perfetto (volendo essere puntigliosi gli manca solo la medaglia all'Europeo di Pontchâteau) per l'italiano campione del mondo di ciclocross, il quale compirà gli anni proprio domani e si è dunque fatto il regalo più grande con la vittoria nella gara più importante della stagione.
La cronaca della gara
In partenza lo spunto migliore è stato quello del francese Aubin Sparfel, l'avversario più temibile per Viezzi. Il transalpino ha quasi immediatamente scavato un bel solco fra sé e i rivali, mentre Stefano cercava di farsi spazio ai margini della top ten. Dopo poche curve l'azzurro è uscito dal traffico e in poche pedalate si è riportato a ruota di Sparfel e dell'unico altro atleta capace di resistere al forcing francese: il padrone di casa Krystof Bazant. Il terzetto è transitato sulla linea d'arrivo un po' sfilacciato, con circa 15" di margine sui primi inseguitori, il francese Jules Simon e il neerlandese Keije Solen. Non troppo lontani gli altri, ad iniziare dall'orange Senna Remijn e dal francese Théophile Vassal, e concludendo con il danese Albert Withen Philipsen, campione di tutto, e dall'italiano Lorenzo De Longhi: undicesimo e dodicesimo, questi ultimi, coltivavano speranze di un piazzamento nei primi dieci.
La seconda tornata ha chiarito molto meglio i rapporti di forza. Bazant si è dovuto inchinare di fronte all'esplosività e pulizia di guida di Sparfel e alla potenza e frequenza di pedalata di Viezzi, abbandonando la loro presenza. Il ceco ha subito la rimonta di Solen, in forte rimonta così come Philipsen, balzato sugli inseguitori e in caccia della top five. A metà gara la coppia Sparfel-Viezzi aveva 12" di margine su Bazant-Solen e circa 30" su Remijn, Vassal, Philipsen e Michel Mouris.
Anche il terzo giro è vissuto tutto sul duello fra l'italiano e il francese, condito da un paio di spalla a spalla e dalla volontà di entrambi di mettere sotto pressione l'avversario. A farlo meglio è stato Sparfel dopo le tavole, quando è riuscito a guadagnare un paio di secondi su Stefano, il quale ha però brillantemente chiuso il buco sui due lunghi rettilinei che precedevano il secondo box e la retta finale. A quel punto tutto sembrava apparecchiato per lo scontro finale nell'ultimo round, ma non appena i due sono giunti sull'asfalto Sparfel si è accorto di aver forato e Viezzi ha potuto approfittarne attaccandolo subito (e commettendo un errore non appena tornato sull'erba, che non gli ha però impedito di involarsi verso la vittoria). Alle loro spalle, a 29", passavano Bazant (molto attivo nella terza tornata) e Solen.
La gomma a terra di Sparfel ha consentito anche a Solen e a Bazant di raggiungerlo e subito staccarlo, relegandolo ad una immeritata quarta posizione. Il neerlandese però non si è accontentato e ha messo sui pedali tutta la forza rimastagli in corpo e per un attimo è sembrato addirittura poter minacciare la prima piazza di Viezzi, che però ha reagito bene all'attacco a distanza di Solen nella seconda metà del quarto giro.
Stefano è quindi giunto sul traguardo con un gruzzoletto sufficiente per godersi le ultime pedalate prima di diventare campione del mondo. Solen argento a 9", Bazant bronzo a 31", Sparfel medaglia di legno a 48". Quinto a 1'02" Philipsen, un risultato molto positivo considerando che il danese non ha puntato sulla stagione di ciclocross (la prossima la salterà in toto prima di tornare attivo nel 2025-2026), ma l'ha usata solamente per preparare strada e MTB. A completare la top ten Vassal (6°), Mouris (7°), Simon (8°), Remijn (9°) e Louis Tanguy (10°).