Quadri di fine stagione: tutta la Vuelta voto per voto
Dalla A(rkéa) alla T(Rex), il bilancio dell'ultimo Grande Giro della stagione 2024
La fine della Vuelta a España 2024 segna la chiusura della stagione dei Grand Tour. In questo articolo proponiamo una breve panoramica e una valutazione (con voto!) delle ventidue squadre che hanno preso parte alla corsa spagnola e dei risultati da loro maturati.
Euskaltel–Euskadi: 5
La professional basca arriva alla Vuelta principalmente per animare le fughe (quattro quelle centrate da Xabier Isasa) e mostrare la maglia, sperando contestualmente in qualche buon risultato dell’ex Trek-Segrafredo Jon Aberasturi: il basco conquista, infatti, il podio nella tappa 3, ma è poi si ritira nella tappa 6. L'esperto Maté tiene per una tappa la Maglia a Pois; qualche piazzamento in top10 nelle altre volate per Juaristi e Berasategi e l’ottavo posto dalla fuga di Mikel Bizkarra nella tappa 13. Rimane più che altro la beffa di non essere riusciti a centrare la maxi fuga della tappa 18, che costringe gli arancioni a tirare sperando, inutilmente, di ricucire. Praticamente invisibili nell’ultima settimana.
Bahrain-Victorious: 4 ½
La formazione bahrainita è la squadra World Tour a raccogliere meno nella Vuelta a España 2024: perde subito Damiano Caruso, ritirato nella tappa 7; ma anche Antonio Tiberi, dal quale si speravano buoni risultati dopo la Maglia Bianca conquistata al Giro d'Italia 2024. Il frusinate si è comunque messo in luce, conquistando un ottimo ottavo posto nella tappa 4 (che gli era valso la Maglia Bianca), e un quarto posto nella tappa 8. Poi un colpo di calore lo costringe al ritiro nella tappa 9. I bianco-azzurri provano a riscattarsi con qualche fuga, centrate da Fran Miholjevic e da Jack Haig, che raccoglie delle top20 di tappa e fa decimo nella tappa 8.
Intermarché Wanty: 5
L’Intermarché, priva di vere e proprie punte, perde quasi subito gli uomini che avrebbero potuto animare le fughe e fare buoni risultati nelle tappe: si ritirano infatti Kobe Gossens e Lorenzo Rota, che piazza comunque un settimo posto nella tappa 7 e due top15 prima del ritiro nella tappa 11. Louis Mentjes non prova nemmeno il solito rientro rocambolesco in GC dalla fuga, raggiungendo una sola top10 dall’unica escapada centrata dal sudafricano (tappa 9). Alla squadra belga rimangono le due top10 di Arne Marit nelle volate delle tappe 3 e 5; e l'unico podio di tappa raggiunto da Vito Braet, terzo nella tappa 17.
Astana Qazaqstan: 5 -
La squadra kazaka vanta l'italiano meglio piazzato nella classifica generale della Vuelta 2024, con la sedicesima posizione di Lorenzo Fortunato. Il bolognese fa un buon tredicesimo posto nella tappa 4, ma decisamente non sufficienti sono le prestazioni nelle tappe chiave della seconda settimana, mentre fa quattordicesimo nella tappa 20. Per il resto, due top10 per il giovane Gianmarco Garofoli, sia in volata (tappa 5) che dalla fuga (tappa 11). Vero protagonista della squadra è Harold Tejada: il colombiano centra la fuga in cinque occasioni, collezionando due settimi posti nelle tappe 8 e 12, poi l'ottavo posto nello sprint della tappa 7 e il decimo nella tappa 10.
Cofidis: 5 ½
La squadra, partita con più punte per far bene sia per le tappe che in classifica generale, raccoglie forse molto meno di quanto avrebbe potuto. Bryan Coquard si piazza nelle volate della prima settimana, ma è costretto al ritiro nella tappa 8. Guillaume Martin ottiene un quindicesimo posto in GC, grazie all'unica fuga centrata nella tappa 11, e diversi piazzamenti in top15. Deludono forse gli enfant du pays Izagirre ed Herrada: il basco si piazza in tre delle cinque fughe che riesce a centrare nella seconda settimana (tappe 11,16,18); per Herrada, invece, risultati non paragonabili ai trionfi degli scorsi anni.
Arkea–B&B Hotels: 6
La squadra bretone punta tutto sull’uomo di classifica Cristián Rodriguez, tredicesimo in GC, grazie al rientro in contesa dopo la fuga nella tappa 6. Lo spagnolo fa bene considerando mezzi e palmares: sempre in top20 nelle tappe di montagna, non è raro vedere staccarsi prima di lui Sepp Kuss, con non poca confusione visto il colore molto simile della maglie. Il vincitore uscente dell'ultima Vuelta sarà comunque vittima di Rodriguez, che gli recupera una posizione in classifica nella cronometro finale. Il resto della squadra si vede poco a parte Simon Gugliemi, uomo per tutte le stagioni, che sprinta in quattro tappe e si comporta bene nelle fughe colte nelle tappe 13 e 18. Due top10 per Matis Le Berre, una in salita, una in volata.
Lotto Dstny: 6 -
La Lotto arriva alla Vuelta con una squadra adatta al raggiungimento di più obiettivi. Con una fuga fortunata, Sylvain Moniquet rimane detentore per quattro tappe della Maglia a Pois. Il capitano Lennert Van Eetvelt sprinta nella tappa 2 e si mette in luce con il bellissimo secondo posto nella tappa 4. Poi ha un progressivo crollo, dovuto ai problemi respiratori che lo porteranno a ritirarsi nella tappa 12. La squadra cerca di reagire con gli anticipi di Victor Campenaerts, che fa sesto nella tappa 17 e ritrova feeling con le cronometro in vista degli Europei con il settimo posto nella tappa 21. E con le fughe di Gregaard e Sepulveda e le volate di Lyvins (tre top10). Andreas Kron non pervenuto e ritirato nella tappa 7; finale di carriera piuttosto mesto per Thomas De Gendt.
INEOS–Grenadiers: 5 ½
La INEOS si presenta alla prima tappa a cronometro della Vuelta con il favorito Joshua Tarling: il gallese raccoglie solo un sesto posto ed è costretto al ritiro nella tappa 9 dopo una caduta. Fortemente minato dagli abbandoni il comparto in salita, con il ritiro di De Plus alla tappa 10 e Thymen Arensman non pervenuto, si ritira nella tappa 11. Jhonatan Narvaez ci mette una pezza, con due top 10 negli sprint delle tappe 5 e 10 e le fughe con risultati nei primi dieci nelle tappe 11 e 12. Carlos Rodriguez fa quello che può, ma non si dimostra profeta in patria: non brillante nella tappa 4, riesce a riprendersi nelle successive tappe 7 e 8; poi un sensibile calo, nonostante il dignitoso sesto posto della tappa 19, fino alla clamorosa debacle della tappa 20 nella quale perde quasi 6’ dai favoriti. Si palleggia la Maglia Bianca con Florian Lipowitz, ma tra i due litiganti il terzo (Skjelmose) gode. Chiude decimo la sua classifica generale.
T-Rex – Quick–Step: 6 +
Dopo la grandissima prestazione e quinto posto al Tour de France, Mikel Landa fa molto bene nelle tappe chiave della prima settimana, con un terzo posto nella tappa 8. Si riconferma secondo miglior uomo di classifica nella tappa 13 dopo l’attacco di Primož Roglič; mette poi la squadra a tirare nella tappa 15: il basco attacca, ma poi rimbalza, perdendo comunque poco o niente. Si difende nella tappa 16, ma ha una giornata no nella tappa 18 dove perde 3' e anche l'ammiraglia mostra seri problemi di gestione, fermando Mattia Cattaneo dalla fuga quando per lui mancavano 12 km al traguardo. Landa si riprende nelle tappe 19 e 20, guadagnando due posizioni in GC e un rassicurante vantaggio su Sivakov per la crono finale: conclude la Vuelta con l'ottavo posto in classifica generale. La squadra lavora principalmente per lui, salvo un paio di fughe per Asgreen e Vansevenant, con due top10 per il belga. In fuga anche il giovanissimo William Junior Lecerf, che litiga con Soler e fa quarto nella tappa 10. Sfortunato Mattia Cattaneo, che lavora egregiamente per il proprio capitano e si vede negata l’opportunità di fare un risultato personale nella tappa 18, ma poi si rifà con il magnifico terzo posto nella cronometro finale di Madrid.
EF – Education: 7 -
La squadra statunitense, arrivata con diverse opzioni per le fughe e un mezzo sogno di classifica generale per Richard Carapaz, perde subito due uomini di esperienza: Rui Costa cade malamente nella tappa 5 e anche Rigoberto Uran si ritira nella tappa 6 del suo ultimo GT in carriera. Il giovane Darren Rafferty mette in mostra la maglia di campione irlandese in un paio di fughe, ma senza risultati di rilievo; Harry Sweeny conquista un nono posto nella tappa 21. Per il resto la squadra, soprattutto nella persona di Jefferson Cepeda, è al completo servizio di Carapaz. L’ecuadoriano ribalta un inizio difficile con un grande recupero in solitaria, attaccando nella tappa 9. Poi mette la squadra alla frusta nella tappa 18 per distanziare Landa, mentre nelle altre tappe di montagna fa discretamente. Finisce quarto in classifica generale, con la certezza di essersi ritrovato e forse il rammarico di non aver osato qualcosa di più.
Lidl-Trek: 7 +
La Lidl-Trek si presenta alla Vuelta con un discreto contingente di scalatori e con l’unico atleta ad aver dichiarato sin da inizio anno di puntare alla Vuelta: Mattias Skjelmose Jensen. Il danese, al primo GT nel quale punta alla classifica generale, è autore di un’ottima crono iniziale, salvo poi impattare molto duramente con il resto della prima settimana. Decisamente in ripresa nella seconda settimana, con un’ottima tappa 13 (terzo degli uomini di GC) e il quasi KO agli avversari per la Maglia Bianca Carlos Rodriguez e Florian Lipowitz nella tappa 15, sui quali guadagna 1’. Super prestazione del danese nella tappa 19, nella quale fa terzo; poi corre in difesa la tappa 20, nella quale riesce ad assicurarsi la Maglia Bianca e a tenere contenuto il distacco da David Gaudu, che sopravanza nella crono finale (ottavo). Skjelmose conclude la Vuelta quinto in classifica generale, con il sospetto che una giornata no gli abbia rovinato la possibilità, nemmeno troppo remota, del podio o quanto meno del quarto posto. Decisamente negativa la Vuelta di Giulio Ciccone, anche prima del ritiro nella tappa 10 per le conseguenze dell’ormai noto e infausto incidente con il daino. Tao Geoghegan Hart non pervenuto. Tre fughe per Sam Oomen, che fa quarto nella tappa 13; e due per Carlos Verona, che colleziona due ottavi posti nelle tappe 11 e 12. Il giovane Mathias Vacek è una delle rivelazioni della Vuelta a España 2024: il secondo posto nella crono inaugurale, gli vale la Maglia Bianca, che indossa per quattro tappe. Sprinta nuovamente per secondo posto nella tappa 7, mentre fa quarto nella tappa 14. Va in fuga da protagonista nella tappa 18 assieme a Kung e Schmid e chiude in bellezza con il sesto posto nella cronometro finale.
Dsm-firmenich: 7
La squadra olandese parte con Max Poole come capitano: l’inglese però esce prestissimo dalla contesa per la GC a causa di una caduta nella seconda tappa. Poole prova allora in tutti i modi a conquistare una frazione, andando in fuga in ben cinque occasioni: raccoglie un secondo posto nella tappa 12 e ben tre terzi posti nelle tappe 11, 16 e 18. La giovane rivelazione Pavel Bittner si conferma con la vittoria nella tappa 5, arrivata dopo i piazzamenti nelle tappe 2 e 3. Fa secondo anche nella tappa 17, ma forse patisce la non perfetta organizzazione della squadra al suo servizio. Gli altri si vedono poco: Gijs Leemrize, vecchia conoscenza del Giro d’Italia 2022, conquista due sesti posti dalla fuga (tappe 6 e 13); Tim Naberman è lanterne rouge della corsa.
Free Palestine: 7
Il forte contingente della Free Palestine pesca dal proprio cilindro la vittoria di Michael Woods nella tappa 13: il canadese, però, si ritira prima della tappa 17. Non pervenuto Dylan Teuns. George Bennett prova a fare classifica dopo una buona prestazione nella prima settimana, quando recupera in GC anche grazie a una fuga nella tappa 12, ma non riesce a confermare il proprio trend positivo nella seconda settimana. Anche Matthew Riccitello sembra un’opzione credibile per la classifica dopo un ottimo sesto posto nella tappa 4: l’americano però si sgonfia già nella tappa 6. Va poi in fuga nelle tappe 11 e 16 (ottavo) e fa una buona prestazione nella tappa 19 (undicesimo). Marco Frigo è protagonista delle fughe assieme all’omonimo Soler: raccoglie un secondo posto nella tappa 6 e un settimo nella tappa 16, mentre è un sorprendente tredicesimo nella crono finale. Sotto la voce sprint, Corbin Strong spera che arrivi il suo giorno, ma si ritira prima: colleziona comunque due terzi, un quinto un sesto posto.
Groupama-FDJ: 7+
La Groupama – FDJ schiera il miglior David Gaudu visto da un'anno e mezzo a questa parte: il francese rientra nella lotta per la GC con la fuga nella tappa 9 e da allora riesce sempre a rimanere con il gruppo dei migliori. Ottime le sue prestazioni nell’ultima settimana: all’attacco nella tappa 16, poi secondo nella tappa 17 e ottavo nella tappa 18. Solo la cronometro lo penalizza, facendogli perdere una posizione in GC a vantaggio di Skjelmose: conclude sesto in classifica generale. Stefan Kung fa quarto nella crono inaugurale e si mostra poi in un’inedita versione sprinter, piazzandosi nelle tappe 5, 7 e 8. Protagonista di tre fughe, riesce nell’ultima tappa a vincere la prima, sospirata, cronometro in un grande giro, regalando alla squadra un successo che mancava da due anni e mezzo. Prima di lui ci aveva provato Quentin Pacher, battuto allo sprint da van Aert nella tappa 10.
Jayco-AlUla: 7 ½
L’eclettica squadra australiana semina e raccoglie alla Vuelta a España 2024. Eddie Dunbar recupera un po’ di tempo in generale con la fuga e l’inaspettata vittoria nella tappa 11: da quel momento in poi la sua costanza di rendimento (e il cedimento di altri corridori) lo portano a scalare posizioni su posizioni. Bissa la vittoria sul Picon Blanco, riuscendo a sfruttare la propria posizione di rincalzo e concludendo undicesimo in classifica generale. Mauro Schmid è settimo nella prima e quinto nell’ultima cronometro, mettendosi poi in mostra soprattutto in montagna, dove è protagonista nelle fughe con due secondi posti nelle tappe 13 e 18. Che pensi ai mondiali di casa? Alessandro De Marchi si vede poco: il friulano tenta un riaggancio disperato con la fuga nella tappa 10, poi più niente. Filippo Zana evade dal gruppo due volte e porta a casa un sesto posto nella tappa 11 e il secondo posto ai Lagos de Covadonga, riconfermandosi, al netto della sfortuna, animale da grandi giri.
Equipo Kern Pharma: 9
La professional spagnola ha fatto parlare di sé, rendendosi protagonista di una Vuelta epica, con tre vittorie e moltissimi piazzamenti. Urko Berrade entra in tre fughe e le azzecca tutte: due piazzamenti in top10 nelle tappe 6 e 11, vittoria nella tappa 18. Da segnalare il suo quinto posto sul Picon Blanco, tutto gamba ed entusiasmo: considerando il suo palmares, è un bell’andare. Pablo Castrillo, nome più gettonato della Kern visti i risultati di quest’anno, è tra i grandi protagonisti di questa Vuelta: ben sette volte all’attacco, due vittorie conquistate di forza nelle tappe 12 e 15, top10 nella tappa 18. Oggetto di desiderio di INEOS e Movistar, attendiamo di conoscere la sua destinazione per il prossimo anno. Pau Miquel sprinta per la top10 in quattro tappe (la concorrenza è poca, però…) ed è in fuga nella tappa 18, nella quale viene declassato per aver esultato per la vittoria del compagno Berrade. Gli altri uomini in verde non stanno certo con le mani in mano: quattro fughe per Ibon Ruiz, un nono posto per Soto e top20 finale per Parra.
Alpecin–Deceuninck: 8 ½
Squadra costruita attorno al capitano Kaden Groves, che riconferma la maglia verde dello scorso anno, ereditandola da Wout van Aert dopo il suo ritiro. Tre vittorie per lui, sempre sul podio nelle tappe da volata, confermandosi uno dei più costanti interpreti della corsa spagnola. Gli altri uomini della sua squadra provano comunque a fare qualcosa: Quinten Hermans è una matta poco sfruttata, ma fa quinto nella tappa 7 e secondo nella tappa 11; Juri Hollman lotta in fuga nella tappa 10 e viene beffato dagli scalatori, finendo in quinta posizione. Luca Vergallito fa bene nella prima settimana, entrando in tre fughe e conquistando un piazzamento in top10.
Visma – Lease a Bike: 7 +
La squadra del vincitore uscente Sepp Kuss non entusiasma nella Vuelta dell’ex. Lo stesso Kuss fa quello che può, ma gli scarsi risultati nelle tappe chiave della prima settimana certificano una condizione che quest’anno non ha raggiunto mai il top. Ottavo in entrambe le tappe con le pendenze più arcigne (15 e 19), finisce quattordicesimo in classifica generale, risultato peggiore di quelli raggiunti come gregario lo scorso anno. La sfortuna continua ad abbattersi in casa Visma con il calo di prestazioni di Cian Uijtdebroeks, ritirato alla tappa 15 con probabili problemi all’arteria femorale, e il ritiro nella tappa 16 di Wout van Aert. Il belga era stato protagonista assoluto della Vuelta fino alla caduta, con tre vittorie di tappa, tre secondi posti e diversi altri piazzamenti: detentore della Maglia Verde, aveva iniziato con le fughe a rafforzare la Maglia a pois conquistata nella tappa 13. Ritiro e stagione finita per lui. Tra i pochissimi sprazzi offerti dalla squadra neerlandese (due fughe per Kruijswijk e Valter), il quinto posto di Edoardo Affini nella crono inaugurale e il suo fantastico lavoro per van Aert, che gli vale probabilmente la convocazione agli Europei.
UAE Emirates: 8
La UAE dalle mille punte trova tre vittorie di tappa, la classifica a squadre e il premio del Supercombattivo, ma una classifica generale che non può essere soddisfacente viste le ambizioni in partenza. Almeida fa appena una comparsa con il terzo posto nella tappa 4, poi si ritira per COVID. Un Adam Yates partito con i favori del pronostico raddrizza la Vuelta grazie alla vittoria dalla fuga nella tappa 9: esce di classifica prestissimo, praticamente non pervenuto in nessun’altra tappa chiave. Omaggiato da Soler della Maglia a pois lasciata vacante da van Aert, Jay Vine evade sei volte dal plotone raccogliendo buoni risultati nelle tappe 9 (dodicesimo) e 16 (quarto) a 4 mesi dal terribile incidente che poteva costargli la vita. La prima Maglia Rossa Brandon McNulty si disinteressa della classifica generale e cade nell’ultima cronometro. Pavel Sivakov si ritrova uomo di classifica della squadra grazie al sesto posto nella tappa 9 e alla tenacia mostrata nelle tappe di montagna dell’ultima settimana. La fuga andata in porto nella tappa 15 gli assicura la top10: chiude nono in classifica generale, con la certezza di aver fatto tutto ciò che poteva. Marc Soler è l’uomo simbolo della Vuelta 2024: con sette fughe, tre terzi posti e la vittoria ai Lagos de Covadonga, lo spagnolo si conferma interprete stravagante di un ciclismo d’assalto, guadagnando il premio finale di Supercombattivo. Lampo finale di Filippo Baroncini, quarto nella cronometro di chiusura.
Movistar: 7
La Movistar ha in Enric Mas l’uomo più forte in salita dopo Primož Roglič: nella prima settimana il maiorchino è l’ombra di Rogla e fa immaginare di poterlo sfidare quando nella tappa 9 guadagna 1’ in salita per poi fare una frittata in discesa. Poi però la sua condizione sembra andare leggermente calando. La squadra (con Nairo Quintana e Einer Rubio gregari) prova a fare la tappa sulla Collada Llomena (tappa 16), ma sbaglia i tempi. Alla fine Mas ottiene due secondi e tre quarti posti nelle tappe da GC: terza posizione in classifica generale e quarto podio alla Vuelta. Gli altri della squadra fanno fatica a mettersi in proprio: Carlos Canal sprinta per il decimo posto nelle tappe 3 e 14; e Oier Lazkano fa quinto nella tappa 18, replicando incredibilmente lo stesso piazzamento raggiunto nella tappa 18 del Tour de France 2024.
Decathlon AG2R La Mondiale: 8 ½
La squadra francese fornisce alla Vuelta 2024 il suo ingrediente segreto: Ben O’Connor. L’australiano non parte benissimo, ma riesce ad andare in fuga nella tappa 6 e a vincerla: oltre al prestigio di aver conquistato una tappa in tutti e tre i GT, indossa la Maglia Rossa e, grazie ad una dormita generale del gruppo, accumula un vantaggio di 4’51” sul secondo in classifica. Conserva la Roja per 13 giorni, stabilendo il record per l’Australia alla Vuelta e stupendo per la sua resistenza e il suo savoir faire. Soffre gli attacchi di Roglič nelle tappe collinari e in quelle con gradienti proibitivi (tappe 8, 13, 11 e 19), mentre si difende bene nelle salite più regolari: nel complesso per lui due top10 nelle tappe 9 e 20, appena fuori dai dieci sul Cuitu Negru. Perde ufficialmente la Maglia Rossa nella tappa 19, ma di fatto corre dai Lagos de Covadonga con soli 5” su Roglič. Difende la seconda posizione in classifica generale con un’ottima cronometro finale (undicesimo), incrementando il vantaggio su Mas. La squadra sacrifica per lui qualsiasi ambizione dei singoli: Felix Gall fa anche da gregario buoni risultati appena fuori i dieci; Valentin Paret-Peintre e Victor Lafay rinunciano a fughe e vittorie di tappa. Bruno Armirail riesce a ritagliarsi uno spazio nelle cronometro (nono e decimo).
Red Bull–BORA–Hansgrohe: 9
La Red Bull arriva alla Vuelta con il favorito n°1 e il desiderio di lasciarsi alle spalle il “fallimento” del Tour de France 2024. Due sono le occasioni nelle quali la squadra austro-tedesca riesce a dimostrare di aver oliato certi meccanismi: le tappe 4 e 19, finalizzate dalle vittorie di Primož Roglič; mentre nelle tappe 11 e 13 sono state le contingenze di corsa a portare i Red Bull a organizzare un attacco. Qualche sbavatura qua e là, come il cambio bici non poi così necessario prima del Cuitu Negru per Roglič, o l’aver concesso oltre 6’ di vantaggio alla fuga di O’Connor. Questa contingenza si rivela fondamentale in tutta la successiva gestione di corsa da parte di Primož Roglič, che riesce secondo dopo secondo a recuperare il tempo perduto (nonostante i secondi di malus) e, lui solo, a scavalcare O'Connor.
Ottima prova da gregari per Roger Adrià e Giovanni Aleotti, presenti anche e soprattutto nella tappa 20, nella quale si temeva il tracollo della squadra per colpa di un virus intestinale. Aleksandr Vlasov, arrivato con i postumi della caviglia fratturata al Tour de France, pecca di continuità così come incostante è anche Dani Martinez: i due riescono però a contribuire nella tappa 19, dove Martinez ruba l’occhio con una trenata che spezza il gruppo sull’Alto del Moncalvillo. Vlasov si mette anche in proprio con le fughe nelle tappe 15 e 18, dove conquista un secondo e un quarto posto. Florian Lipowitz è il vero gregario in salita per Roglič: il giovane tedesco è fondamentale per gli assalti di Rogla ad O’Connor nelle tappe 9 e 15. Indossa la Maglia Bianca nella prima settimana e rimane sempre in classifica cedendo un po’ nel finale, ma conservando comunque un notevole settimo posto in classifica generale.
Primož Roglič approda alla sua sesta partecipazione alla Vuelta dopo l’ennesima delusione al Tour de France: più che mai lo sloveno è apparso consapevole delle proprie forze e del proprio corpo ancora in recupero dopo la frattura alla vertebra rimediata al Tour. Roglič sperimenta con la nuova squadra strategie diverse e orchestra un GT di gestione che fa storcere il naso a chi da sempre gli dà dell’attendista. Più che mai, però, Primož attacca dalla distanza, spinto dalla necessità di recuperare i minuti concessi a Ben O’Connor. Ne viene fuori una contesa appassionante, il cui epilogo non è apparso sempre scontato per la fiera e ostinata resistenza opposta dall'australiano e gli errori in casa Red Bull, tra i quali il rientro irregolare dopo un cambio bici che costa 20" di penalità allo sloveno. Roglič, però, si dimostra paziente e implacabile: vince tre tappe (quarta, ottava e diciannovesima) e calcola al millimetro il suo atterraggio sul gradino più alto della sua quarta Vuelta a España.