Le squadre 2020: Movistar Team
Annata di cambiamenti per il team spagnolo: salutano Carapaz, Landa e Quintana, rimane il fedelissimo Valverde. Sapranno Mas e Soler imporsi come uomini da grandi giri?
Se l'anno scorso definivamo la squadra guidata da Eusebio Unzué come "la solita Movistar", la stessa frase non può proprio essere utilizzata quest'anno. La compagine navarra ha vissuto un inverno di grandi cambiamenti, iniziati con la partenza di ben tre uomini da grandi giri. Per colmare il vuoto è arrivato Enric Mas, non proprio impeccabile nel 2019. A testimoniare questa "rivoluzione", l'ingaggio di tanti atleti che nulla hanno a che vedere con la cultura ispanica: un tedesco, un danese, uno svizzero, uno statunitense, un britannico. Insomma, non è più "la solita Movistar".
ROSA
Juan Diego Alba (Col, 1997), Jorge Arcas (Spa, 1992), Carlos Betancur (Col, 1989), Héctor Carretero (Spa, 1995), Dario Cataldo (Ita, 1985), Gabriel Cullaigh (Gbr, 1996), Iñigo Elosegui (Spa, 1998), Imanol Erviti (Spa, 1983), Juri Hollmann (Ger, 1999), Johan Jacobs (Sui, 1997), Matteo Jorgenson (Usa, 1999), Lluís Mas (Spa, 1989), Enric Mas (Spa, 1995), Sebastián Mora (Spa, 1988), Mathias Norsgaard (Den, 1997), Nelson Oliveira (Por, 1989), Antonio Pedrero (Spa, 1991), Eduard Prades (Spa, 1987), Jurgen Roelandts (Bel, 1985), José Joaquín Rojas (Spa, 1985), Einer Augusto Rubio (Col, 1998), Sergio Samitier (Spa, 1995), Eduardo Sepúlveda (Arg, 1991), Marc Soler (Spa, 1993), Albert Torres (Spa, 1990), Alejandro Valverde (Spa, 1980), Carlos Verona (Spa, 1992), Davide Villella (Ita, 1991)
L’ANALISI
CORSE A TAPPE: Se non è un anno zero, poco ci manca. È vero che l'esperimento del tridente, attuato per due anni consecutivi, non ha dato i frutti sperati al Tour de France, però la partenza di Quintana, Landa e Carapaz implica un netto cambio di rotta. Enric Mas dovrà dimostrare che il podio alla Vuelta a España 2018 non è stato un caso e dovrà convivere con la pressione di essere il nuovo punto di riferimento spagnolo nei grandi giri; anche in questa stagione punterà sulla Grande Boucle, nonostante la delusione del 2019. Alejandro Valverde ha concluso l'ultima Vuelta a España sul podio, segno che nel grande giro di casa può ancora dire la sua, ma nel 2020 gli obiettivi saranno altri. Marc Soler, pur con il nono posto in Spagna, non dà, al momento, grandi garanzie sulle tre settimane mentre nelle corse più brevi ha già saputo ottenere ottimi risultati (in primis la vittoria alla Paris-Nice 2018). In sostegno ai capitani, lo scalatore Antonio Pedrero ed il nuovo arrivo Dario Cataldo sono tra i gregari più apprezzati del plotone. L'argentino Eduardo Sepúlveda preferisce correre per sé nelle corse di seconda fascia, testimone il secondo posto al Tour of Austria 2019; più interessante capire come il volto nuovo Sergio Samitier si inserirà nei meccanismi. La dirigenza guarda però anche al futuro e ha inserito in organico giovani promettenti come i colombiani Einer Rubio e Juan Diego Alba, rispettivamente secondo e terzo all'ultimo Giro d'Italia Under 23, lo spagnolo Iñigo Elosegui e lo statunitense Matteo Jorgenson, messosi in mostra nelle tappe di montagna dell'Avenir e alla Ronde de l'Isard.
VOLATE: Come spesso è capitato negli ultimi anni, la squadra si trova sprovvista di un vero e proprio velocista da sprint di gruppo. Eduard Prades è dotato di un ottimo spunto veloce ma predilige le tappe o classiche con qualche asperità, in modo da arrivare a giocarsi la corsa in un gruppo ristretto. Stessa sorte per José Joaquín Rojas, che con il passare degli anni ha lasciato gli sprint (e i piazzamenti) per un maggior impegno come gregario. Passerà professionista il britannico Gabriel Cullaigh, proveniente dal Team Wiggins, anch'egli a suo agio negli sprint selezionati in corse non proprio pianeggianti. C'è poi la sorprendente novità di Albert Torres, pistard già campione del mondo nella madison e pluricampione europeo: il suo obiettivo sarà di prepararsi al meglio per Tokyo 2020 anche tramite le corse su strada, dove ha dimostrato di godere di una buona punta di velocità nelle varie gare in patria.
PAVÉ: Anche in questo settore la Movistar è stata sempre carente. L'ingaggio di Jürgen Roelandts, in passato terzo alla Ronde van Vlaanderen, ha disatteso le aspettative - a tutti gli effetti il belga ha disputato una stagione totalmente anonima. Soprattutto in passato il portoghese Nelson Oliveira era riuscito a destreggiarsi con profitto tra le pietre, chissà che in una squadra meno fossilizzata sui grandi giri possa avere maggior spazio di curare la propria corsa. Imanol Erviti nel 2016 ha vissuto un exploit inaspettato sulle pietre, ottenendo una top 10 sia alla Ronde che alla Roubaix ma non è poi stato in grado di replicare quei risultati, pur correndo regolarmente quelle classiche. Dal mercato è arrivato il neopro' svizzero Johan Jacobs, secondo alla Paris-Roubaix Espoirs 2019, in una corsa tremenda, che ha visto il decimo arrivare a quasi cinque minuti.
CLASSICHE: Alejandro Valverde è ancora il faro assoluto della squadra anche se l'ultima campagna delle Ardenne è stata fallimentare: El Embatido vuole quindi tornare a regnare in quelle corse che gli hanno regalato tante gioie. Altro obiettivo sarà Tokyo 2020, e per rendere al meglio correrà il Tour de France senza portarlo a termine. Corridore quasi di culto è Carlos Betancur, che alterna ottime prestazioni a periodi di invisibilità; nel 2019 ha vinto la Klasika Primavera ed ha ottenuto un'incoraggiante top 15 alla Liège mentre il finale di stagione non è stato all'altezza. Dall'Astana arriva Davide Villella, il quale a tratti ha fatto vedere buone cose nelle corse di un giorno; il bergamasco verrà anche utilizzato come gregario e cacciatore di tappe nei grandi giri. Carlos Verona può dire la sua nelle classiche spagnole, anche se sembra essere finito in un vortice di mediocrità, lui che pareva una promessa del ciclismo iberico. Per le gare in linea e, soprattutto, per le cronometro ci sarebbe anche il talentuoso Mathias Norsgaard, ma il danese rimarrà ai box per diversi mesi a causa di un infortunio in allenamento.