Coronavirus, l'UCI chiede lo stop delle gare nei paesi a rischio e blocca i ranking olimpici
In ritardo, ma anche l'UCI finalmente si muove per cercare di mettere una pezza al lato agonistico del ciclismo, sport che, al pari delle altre discipline, è stato fortemente condizionato dal propagarsi della pandemia di coronavirus. Con un comunicato, la federazione internazionale ha annunciato oggi una serie di misure, decise dopo diverse riunioni tenutesi durante la settimana.
Innanzitutto, l'UCI ha chiesto agli organizzatori dei territori identificati a rischio dall'OMS di cancellare tutti gli eventi ciclistici al fine di garantire la sicurezza dei ciclisti. Inoltre è stata decisa la sospensione delle graduatorie per tutti gli eventi del calendario UCI dal 15 marzo sino a nuovo ordine, ma comunque non prima del 3 aprile: questa mossa è stata adottata per preservare il criterio di equità sportiva.
Per quanto concerne la qualificazione per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo, sono già terminati i processi di selezione per strada, pista e paraciclismo su pista mentre sono ancora in essere i procedimenti per MTB, BMX Racing, BMX Freestyle e paraciclismo su strada: l'UCI ha quindi deciso di chiedere al CIO e all'IPC di terminare retroattivamente i periodi di qualificazioni al 3 marzo, sempre con l'obiettivo di garantire il criterio di equità tra gli atleti. La data scelta è stata questa in quanto è stata l'ultima in cui non erano presenti restrizioni al viaggio per i vari appuntamenti. Inoltre, questa decisione è stata presa in virtù che per ognuna delle discipline con processo di qualificazione ancora aperto, almeno il 70% di eventi è già stato disputato, formando così un campione particolarmente valido dal punto di vista sportivo.
Sul tema della ricollocazione degli eventi annullati, l'UCI renderà noto nel prossimo futuro le date per i vari appuntamenti, comunicando comunque che non ci sono garanzie al momento di ricollocare le prove.