Scaldate i motori, inizia la Coppa del Mondo
Dal velodromo di Saint Quentin en Yvelines parte l'edizione 2018/2019: sei tappe, l'Italia cerca punti per qualificarsi a Tokyo 2020
Mentre la stagione su strada è ormai agli sgoccioli ed i mostri sacri del ciclocross hanno già iniziato a suonarsele di santa ragione fin dalle prime gare, durante questo fine settimana il Vélodrome National di Saint-Quentin-en-Yvelines, alla periferia di Parigi, ospita la prima tappa dell'edizione 2018/2019 della Coppa del Mondo su Pista: le gare sono già iniziate nel tardo pomeriggio di ieri con le batterie di qualificazione dell'Inseguimento a Squadre femminile e maschile e per l'Italia c'è stata subito la possibilità di mettersi in bella evidenza. Da stasera invece avremo le prime finali.
La Coppa del Mondo cresce
Tra cambi di regolamenti e formati di gara da una parte, e l'avvicinamento dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 dall'altra, il ciclismo su pista sembra essere entrato in una fase di crescita e la Coppa del Mondo può essere portata come esempio di ciò: dopo alcuni anni di sofferenza e con il numero di gare ridotte all'osso, la challenge dell'UCI vede aumentare il proprio numero di tappe ormai da tre stagioni consecutive ed i sei eventi che comporanno l'edizione 2018/2019 sono un record che non si vedeva ormai da vent'anni.
Questo weekend, come detto, si gareggia a Parigi ma il prossimo fine settimane la carovana si sposterà immediatamente a Milton in Canada: facile aspettarsi che molte nazionali facciamo un po' di turn-over, almeno quelle che possono permetterselo, ma senza esagerare perché comunque ci sono in palio punti di qualificazione a Tokyo 2020 che fanno sempre gola. Dal 30 novembre al 2 dicembre si tornerà poi in pista a Berlino, quindi a metà dicembre appuntamento a Londra e nel 2019 si volerà in estremo oriente gareggianto prima a Cambridge in Nuova Zelanda (18-20 gennaio) e poi a Hong Kong (25-27 gennaio).
Occhi rivolti a Tokyo 2020
I Campionati Europei su Pista dello scorso mese di agosto hanno aperto i percorso di qualificazione olimpica che si concluderà solo con i Campionati del Mondo 2020, ma dopo aver distribuito punti anche nelle rassegne continentali di America e Oceania, è proprio con queste sei prove della Coppa del Mondo 2018/2019 che la caccia entrerà nel vivo. Differenza rispetto al passato, probabilmente anche dovuto all'aumento del numero delle tappe, nel ranking di qualificazione si terrà conto solo dei tre migliori risultati di Coppa del Mondo di ciascuna stagione tra cui almeno uno ottenuto in un continente diverso da quello di appartenza: questo significa che le varie nazionali non saranno costrette ad essere sempre presenti o a sfruttare sempre i migliori, ma sarà molto importante scegliere a quali appuntamenti puntare maggiormente.
Le discipline olimpiche sono Velocità, Velocità a Squadre, Keirin, Inseguimento a Squadre, Omnium e, novità, la Madison: queste saranno quindi presenti nel programma di tutte le tappe della Coppa del Mondo, a rotazione poi potranno entrare altre gare ad arricchire il programma. In questo fine settimana francese, ad esempio, oltre alle dodici prove olimpiche avremo anche Corsa a Punti e Scratch, sia maschili che femminili.
Italia sempre in alto con i quartetti
Ormai da alcuni anni i quartetti azzurri dell'Inseguimento a Squadre sono diventati una presenza praticamente fissa nelle zone alte della classifica di tutte le varie competizioni internazionali e ai Campionati Europei su Pista di Glasgow avevano subito iniziato il cammino verso il Giappone con il piede giusto: medaglia d'oro per gli uomini, medaglia d'argento per le donne e posizioni in classifica che sorridono già ad entrambi. Nelle batteria di qualificazione a Saint-Quentin-en-Yvelines sono arrivate altre conferme dai nostri quartetti: Elisa Balsamo, Marta Cavalli, Maria Giulia Confalonieri e Letizia Paternoster hanno fatto segnare il secondo tempo in 4'20"892, battute di sette decimi dalla Nuova Zelanda ma capaci di lasciarsi alle spalle nazioni come Australia, Germania e Gran Bretagna.
Tra gli uomini invece il commissario tecnico Marco Villa ha schierato un quartetto composto da Liam Bertazzo, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Michele Scartezzini che è partito forse un po' troppo in controllo nei primi 2000 metri per poi salire notevolmente di giri nella seconda metà di gara: il tempo di 3'56"658 è valso agli azzurri il quinto posto che ci tiene ancora in gioco per una medaglia di bronzo anche se Danimarca, Nuova Zelanda e Gran Bretagna sono distante poco più di un secondo e tutte molto vicine tra loro.
Miriam Vece ad Aigle per crescere
Inseguimento a Squadre, Omnium e Madison sono tutte prove del settore di resistenza dove l'Italia ha ottime possibilità di qualificarsi ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, anche se la chiusura a tempo indeterminato del Velodromo di Montichiari creerà sempre più problemi: in pieno inverno sarà sempre più difficile sfruttare i velodromi italiani all'aperto, emigrare all'estero invece comporterà dei costi che nel lungo periodo rischiano di diventare notevoli qualora non arrivassero buoni risultati. Ma certa discipline sono una garanzia per i colori azzurri e sarebbe masochistico lasciar perdere tutto ora con in palio i punti di qualificazione: tra fine 2019 ed inizio 2020 dovrebbe poi essere inaugurato il nuovo velodromo a Le Badie a due passi da Treviso.
Nel settore velocità invece la crisi perdura, anche se agli Europei di Glasgow sono arrivati segnali molto interessanti da parte della 21enne cremasca Miriam Vece con alcuni record italiani e diversi buoni piazzamenti. Le prestazioni di questa giovane velocista hanno convinto la Federciclismo a puntare su lei ed a darle l'opportunità di entrare a far parte del gruppo di atlete seguite dal Centro Mondiale del Ciclismo dell'UCI ad Aigle: solitamente nel gruppo di lavoro svizzero troviamo atleti provenienti da nazioni dove il ciclismo è ancora in fase di sviluppo, ma soprattutto tra i pistard non è raro trovare ottimi atleti allenarsi qui con tecnici specializzati, ossia una delle principali lacune dell'Italia della Velocità. Ad Aigle sono cresciute anche Victoria Pendleton e Shuang Guo: a Miriam Vece non si chiede di replicare il palmarès di tali campionesse, ma c'è fiducia nelle sue caratteristiche e vedere anche lei in gara a Tokyo tra due anni potrebbe non essere una completa utopia.