Le squadre 2020: Mitchelton-Scott
I gemelli Adam e Simon Yates sono le stelle della squadra australiana che ha perso Matteo Trentin ma che ha confermato tutto il resto della rosa 2019
La Mitchelton-Scott è stata la squadra meno attiva sul mercato ed ha confermato quasi interamente il gruppo che nel 2019 ha chiuso la stagione con un totale di 36 vittorie, tra cui quattro tappe al Tour de France. L'unico addio, per altro non rimpiazzato a dovere, è stato quello del vicecampione del mondo Matteo Trentin che lascerà un po' di vuoto nelle classiche: il ciclomercato ha però portato un valido gregario come il kazako Zeits e tre giovani di talento che si sono già fatti apprezzare per quanto hanno fatto tra gli Under23. Per il resto fari puntati soprattutto sui gemelli Adam e Simon Yates, vere stelle di questa squadra: accanto a loro ci sarà il giusto supporto per puntare a grandi risultati nelle corse più prestigiose del calendario.
ROSA
Edoardo Affini (Ita, 1996), Michael Albasini (Svi, 1980), Jack Bauer (Nzl, 1985), Sam Bewley (Nzl, 1987), Brent Bookwalter (Usa, 1984), Estaban Chaves (Col, 1990), Luke Durbridge (Aus, 1991), Alexander Edmondson (Aus, 1993), Tsgabu Grmay (Eri, 1991), Kagen Groves (Aus, 1998), Jack Haig (Aus, 1993), Lucas Hamilton (Aus, 1996), Michael Hepburn (Aus, 1991), Damien Howson (Aus, 1992), Daryl Impey (Rsa, 1984), Christopher Juul-Jensen (Dan, 1989), Alexander Konychev (Ita, 1998), Cameron Meyer (Aus, 1988), Luka Mezgec (Slo, 1988), Mikel Nieve (Spa, 1984), Barbabas Peák (Ung, 1998), Nicholas Schultz (Aus, 1994), Callum Scotson (Aus, 1996), Dion Smith (Nzl, 1993), Robert Stannard (Aus, 1998), Adam Yates (Gbr, 1992), Simon Yates (Gbr, 1992), Andrey Zeits (Kaz, 1986)
L’ANALISI
CORSE A TAPPE: Nonostante le due vittorie di tappa del Tour de France, il 2019 è stato un anno di regressione per Simon Yates che non è mai riuscito a curare le classifiche generale come avrebbe voluto, soprattutto dopo la vittoria alla Vuelta 2018. Ad ogni modo, sarà sempre Simon la carta più interessante per centrare il podio sulle tre settimane, magari proprio al Giro d'Italia che sarà il suo obiettivo per la prima parte di stagione. Da seguire anche il colombiano Esteban Chaves, che ha approfittato della passata stagione per lasciarsi alle spalle i problemi di saluti e che potrebbe essere protagonista nell'ennesima rinascita, ed in tanti sarebbero felici di rivederlo costantemente ad altissimi livelli. Ma la squadra per le montagne è assolutamente valida: Lucas Hamilton sta crescendo molto ed è pronto a ritagliarsi spazi sempre maggiori, Mikel Nieve continua ad essere un gregario di lusso anche a 35 anni e passa, ma un ottimo lavoro in funzione dei compagni potranno farlo anche Damien Howson e Nicholas Schultz.
VOLATE: Alla Mitchelton-Scott manca un velocista di primo piano, ma Luka Mezgec ha dimostrato che qualche zampata di qualità è in grado di lasciarla anche lui: il problema è che il 31enne sloveno è reduce da un brutto infortunio alla scorsa Vuelta e bisognerà vedere come riuscirà a recuperare, e non è scontato che torni nuovamente al 100%. I giovani di casa però possono dare soddisfazioni alla squadra australiana: il 21enne Kaden Groves ha dimostrato di avere un buona punta di velocità allo sprint e anche quella potenza sul passo che non guasta nei finali di gara più rapidi, e lo stesso si potrebbe dire per Alexander Edmondson che però di anni ne ha già 26 e forse meno margini per un netto salto di qualità. Rapido e potente è anche il neoacquisto italiano Alexander Konychev, ventunenne figlio d'arte che però è difficilmente classificabile come sprint puro: ma anche qui c'è del materiale molto interessante su cui poter lavorare.
PAVÉ: Nelle grandi classiche del nord sarà difficile vedere la squadra australiana tra le protagoniste nei momenti decisivi, almeno per quanto riguarda questa stagione. Le maggiori responsabilità per cercare un risultato saranno sulle spalle di Luke Durbridge, già vittorioso al Campionato Nazionale a cronometro, ma i suoi piazzamenti migliori risalgono al 2017: quell'anno fece quarto a Harelbeke e Dwars door Vlaanderen, sesto alla Strade Bianche e dodicesimo al Fiandre, ripetersi sarebbe già ottimo. Il neozelandese Jack Bauer, classe 1985, può essere un altro valido elemento per le pietre, anche se più come gregario che per fare risultato. Se invece diamo un'occhiata ai giovani, il 2020 sarà in secondo anno in squadra per cui ragazzi che possono far bene sul pavé: il mantovano Edoardo Affini ha sicuramente la giusta potenza e deve affinare un po' la tecnica, l'australiano Robert Stannard è stato terzo al Fiandre U23 nel 2018 e è dotato di qualità che lo possono portare a primeggiare in molte corse, non solo sul pavé.
CLASSICHE: I due gemelli hanno qualità molto simili e appena sembra di poterli inquadrare, ecco arrivare una stagione che rivede tutto: se il 2018 era stato l'anno di Simon, il 2019 è arrivato il riscatto di Adam Yates che spesso e volentieri è stato protagonista, sebbene abbia vinto relativamente poco; con Simon focalizzato sul Giro, chissà che quest'anno Adam non torni alla ribalta nelle classiche dopo un quarto posto alla Liegi della stagione passata. Intanto ogni anno sta andando sempre meglio anche l'australiano Jack Haig, uomo da percorsi impegnativi e che sul finire dell'anno è stato terzo a Plouay e sesto al Lombardia, oltre a far risultati in brevi gare a tappe. In rosa ci sono anche due veterani come Michael Albasini e Daryl Impey con caratteristiche perfette per le gare di un giorno, ma se la carta d'identità può togliere loro qualcosa, lo stesso non si può dire per il neozelandese Dion Smith che può crescere ancora e soprattutto per il neopro' ungherese Barnabas Peak che ha tutto il futuro davanti a sé.