E Bouhanni disse a Cimolai: "Non mi freghi due volte!"
Volta a Catalunya, Zakarin cade e si ritira, Valverde e Froome attaccano in discesa, ma tutto è rinviato all'arrivo in quota di domani
Neve in partenza e sole all'arrivo, attacchi in salita ed in discesa, ma alla fine la quarta tappa della Volta a Catalunya se l'è portata a casa Nacer Bouhanni che sul traguardo di Igualada si è preso una bella rivincita su Davide Cimolai che l'aveva battuto nella frazione inaugurale a Calella. Il velocista transalpino della Cofidis è stato straordinario a difendersi sulla salita di Turó del Puig a pochi chilometri dall'arrivo e poi una volta giunto allo sprint ha avuto gioco facile per avere la meglio sugli avversari: per lui si tratta della seconda vittoria stagionale dopo la Nokere Koerse della settimana scorsa.
Prima la neve, poi una fuga con Matteo Bono
La tappa odierna era prevista inizialmente sulla distanza di 194 chilometri, ma a causa del freddo e della neve che cadeva su Llívia, località di partenza posta a circa 1200 metri di quota, gli organizzatori hanno deciso di spostare il via ufficiale a Montferrer tagliando i primi 60 chilometri del percorso e mantenendo invariato il resto: il tratto iniziale era praticamente tutto in leggera discesa e con una temperatura di poco superiore agli 0 gradi potevano esserci dei problemi per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei corridori.
Spostata tutta la carovana a bordo dei mezzi, la nuova partenza ha visto subito una caduta dopo appena 10 chilometri con l'olandese Pieter Weening che è stato costretto al ritiro. L'avvio di tappa è stato molto rapido e ci sono voluti 30 chilometri prima che potesse consolidarsi una fuga: un tentativo di 10 corridori è stato subito stoppato dal plotone che invece poco dopo ha dato il via libera a José Gonçalves (Katusha), Matteo Bono (UAE), Martijn Keizer (LottoNL), Diego Rubio (Caja Rural) e Juan Felipe Osorio (Manzana). Questi cinque corridori hanno toccato un vantaggio massimo di 3'10" ma, visto il chilometraggio ridotto della tappa, il gruppo non ha concesso altro per non perdere mai il controllo della situazione.
Zakarin a terra, domani non parte
A 84 chilometri dall'arrivo, in cima all'ascesa di terza categoria dell'Alt del Pubill, il ritardo del gruppo era già sceso a 2'40" e da quel momento in avanti i fuggitivi hanno perso costantemente secondo dopo secondo visto che le strade erano molto favorevoli a chi doveva inseguire. A dare un minimo di respiro a Bono, Gonçalves, Keizer, Osorio e Rubio ci ha pensato una caduta che a 32 chilometri dall'arrivo ha coinvolto numerosi corridori: tra coloro che sono finiti a terra c'era anche il russo Ilnur Zakarin che, dopo aver mostrato un ampio repertorio di smorfie di dolore, fortunatamente è riuscito a ripartire scortato da Taaramäe e Vicioso, ma pur riuscendo a non perdere nulla dai migliori ha riportato abrasioni tale che la squadra ha già deciso di non farlo ripartire domani.
La caduta ha portato ad un minimo di rallentamento nel gruppo ma la fuga non è durata molto di più: a 22 chilometri dall'arrivo il gruppo era ormai tornato sotto ai battistrada e così il colombiano Juan Felipe Osorio ha provato una coraggiosa azione solitaria mentre gli altri si sono lasciati riprendere. Il 22enne della Manzana Postobón ha anche guadagnato qualche secondo difendendo con le unghie e con i denti un margine di appena 15", ma a 17 chilometri dal traguardo la strada sotto le sue ruote si è fatta più impegnativa e lui è stato ripreso.
In salita ci prova l'Astana
La salita di Turó del Puig non presentava tratti molto impegnativi, ma tante squadre hanno forzato il ritmo per rendere dura la vita ai velocisti puri: un bel forcing lo ha fatto la Orica-Scott che aveva in Daryl Impey un corridore veloce e senza dubbio più resistente in salita di gente come Greipel e Bouhanni. A 15 chilometri dal traguardo invece è stata l'Astana a fare la sua mossa mandando all'attacco Dario Cataldo e Jakob Fuglsang: l'italiano ha lavorato a fondo per il compagno di squadra che poi ha provato a fare tutto da solo ma è stata sempre la Orica a non lasciare spazio ed a tenere il danese ad un centinaio di metri.
Ripreso Fuglsang, nell'ultimo chilometro di salita si sono mossi grandi nomi: il primo a scattare è stato il francese Romain Bardet (AG2R) e l'irlandese Daniel Martin (Quick Step) ha colto al volo l'occasione mettendosi in scia e poi rilanciando subito l'andatura. In vista del gran premio della montagna è stato addirittura Alberto Contador (Trek-Segafredo) a muoversi per andare a chiudere il buco con i primi due: lo spagnolo si è portato dietro tutti gli altri uomini di alta classifica ed intanto nelle retrovie si è fatta selezione con André Greipel costretto a perdere contatto dal plotone.
Valverde e Froome all'attacco in discesa
Ma come ben sappiamo, a volte è la discesa a fare più male della salita. Appena superato il gran premio della montagna il giovane spagnolo Marc Soler si è subito lanciato a tutta con a ruota il talentino francese David Gaudu (FDJ): il corridore della Movistar ha disegnato ottime traiettorie ed i vincitori delle ultime due edizioni del Tour de l'Avenir hanno rapidamente guadagnato metri su tutti gli altri. Dopo poche curve su Soler e Gaudu si sono riportati anche Alejandro Valverde e Chris Froome che hanno provato ad approfittare di una situazione che poteva essere molto favorevole.
Il giovane Marc Soler ha fatto un vero e proprio capolavoro in discesa, tirandola tutta da solo senza alcun cambio e guadagnando alcuni secondi sul gruppo: appena la strada si è fatta più dritta e pedalabile il quartetto ha continuato ad insistere dandosi cambi molto regolari ma un vantaggio inferiore di poco superiore ai 5" non poteva essere mantenuto a lungo contro un gruppo forte di più di 50 unità. L'azione del quartetto si è esaurita a 4700 metri dall'arrivo: in ogni caso un bel tentativo che fa capire come Movistar e Sky vogliano rendere dura la vita alla BMC in questa Volta a Catalunya.
Bouhanni vince in volata, domani la tappa più dura
La grande andatura sia in salita che in discesa non è stata sufficiente ad eliminare dal gruppo di testa tutti i velocisti: André Greipel ed il nostro Kristian Sbaragli sono finiti a più di un minuto, ma davanti sono comunque rimasti Davide Cimolai e Nacer Bouhanni, rispettivamente primo e secondo della tappa di Calella. La FDJ ha impostato il treno per Cimolai con Vaugrenard e Vichot a pilotarlo nel finale, ma stavolta il velocista friulano non è riuscito a ripetersi: Nacer Bouhanni infatti gli si è subito messo a ruota e quando è partito lo sprint lo ha saltato nettamente ristabilendo i valori consueti. Daryl Impey e Alexander Edmondson della Orica-Scott si sono piazzati rispettivamente terzo e quarto, ma va segnalato anche il settimo posto di Enrico Gasparotto.
In classifica generale non ci sono state sorprese e Tejay Van Garderen ha tenuto la leadership con gli stessi identici distacchi di ieri: domani però è in programma l'arrivo in salita a Lo Port e stavolta l'ascesa finale è di quelle in grado di fare veramente male e lì usciranno fuori i veri rapporti di forza di questa Volta a Catalunya.