Davide et impera
Formolo è il nuovo campione italiano su strada grazie ad una bella fuga negli ultimi 40 km. Sul podio anche Colbrelli e Bettiol
Il Giro d'Italia non era andato come Davide Formolo avrebbe sperato, con due terzi posti di tappa a L'Aquila e Anterselva ed un quattordicesimo posto in classifica generale che è un passo indietro rispetto ai piazzamenti degli scorsi anni: ma non tutto è stato da buttare, perché proprio la corsa rosa ha lasciato un'ottima condizione fisica al 26enne veronese della Bora-Hansgrohe che oggi sul circuito di Compiano, in provincia di Parma, si è laureato nuovo campione italiano della gara su strada. Fino ad oggi Formolo poteva essere considerato come l'uomo dei secondi posti: nel 2012 da Under23 a Roncegno Terme era finito alle spalle del solo Manuel Bongiorno, nel 2014 invece al primo anno da professionista era stato battuto solo da Vincenzo Nibali in quel di Fondo, ma alla lista possiamo aggiungerci quello di qualche mese fa alla Liegi-Bastogne-Liegi sebbene non ci fosse una maglia tricolore in palio.
Con la vittoria al Campionato Italiano di oggi, Davide Formolo è riuscito a spezzare la maledizione dei secondi posti e chissà che questo successo non possa mandarlo in una nuova dimensione come corridore: quello che è sicuro è che ancora una volta si riaprirà il dibattito su quali dovrebbero essere gli obiettivi della sua stagione, se le grandi gare a tappe su cui si è concentrato maggiormente finora ottenendo due decimi posti al Giro ed un nono alla Vuelta, oppure le grandi classiche dove ha dimostrato di sapersela cavare pur senza disputarne poi molte. Ma oggi Formolo deve solo godersi la sua nuova maglia, al resto potrà pensarci un po' più avanti sebbene viene da dietro che un corridore così può essere molto utile alla causa dell'Italia al Mondiale di Yorkshire 2019.
Cinque uomini nella prima fuga
La prima parte di questo Campionato Italiano su strada era caratterizzata dalla partenza da Borgo Val di Taro e poi due giri da 47.3 chilometri ciascuno attorno a Compiano. È stato proprio nel primo di questi due giri che è partita la prima fuga che ha avuto come protagonisti Matteo Busato (Androni-Sidermec), Giacomo Garavaglia (Colpack), Mattia Bais (Cycling Team Friuli), Enrico Battaglin (Katusha-Alpecin) e Francesco Baldi (Overall Tre Colli): i fuggitivi sono partiti attorno al chilometro 20 e circa cinquanta chilometri più avanti hanno toccato il loro vantaggio massimo di circa 5'10", niente di preoccupante per i grandi favoriti del plotone e per le loro squadre.
Il finale di corsa invece si è disputato sullo stesso circuito di 12.4 chilometri che era stato teatro dei Campionati Italiani su strada del 1981 con vittoria di Francesco Moser: dieci erano i giri in programma oggi ed i cinque fuggitivi sono entrati nella fase decisiva della gara con un vantaggio di poco superiore ai tre minuti. Davanti Garavaglia è stato il primo a perdere contatto, mentre da dietro sono iniziati i controscatti: i primi a muoversi sono stati Davide Ballerini (Astana) e Niccolò Bonifazio (Total Direct Energie), poi è toccato a Giulio Ciccone (Trek), Mattia Cattaneo (Androni), Pierpaolo Ficara (Amore e Vita), Simone Ravanelli (Biesse), Andrea Pasqualon (Wanty) e Filippo Fiorelli (Gragnano) che sono stati i primi a riprendere e poi staccare la fuga del giorno.
Scatti e controscatti, nessun riesce a controllare
Nel corso del sesto dei dieci giri in programma, dal gruppetto dei contrattaccanti sono rimasti davanti Cattaneo, Ciccone, Ficara e Pasqualon, ma a loro si è unito anche Davide Gabburo (Neri Sotto) che in tutta la gara oggi ha dimostrato una grande condizioni fisica lavorando tantissimo in funzione di Giovanni Visconti. Il nuovo quintetto di testa aveva poco più di un minuto di vantaggio sul plotone, ma al giro successivo al settimo passaggio sulla salitella di Strela il plotone è tornato compatto: forse sarebbe più corretto dire quello che restava del plotone, perché nonostante il tracciato non fosse particolarmente impegnativo per gli standard moderni, il grande caldo che ha colpito tutta Europa si è fatto sentire anche in provincia di Parma e tanti corridori avevano già alzato bandiera bianca a quel punto. Tra i ritirati, anche il campione uscente Elia Viviani che ha tenuto duro circa 180 chilometri prima di fermarsi.
Il fatto che a poco meno di 50 chilometri dall'arrivo il gruppo principale, già in partenza non particolarmente numeroso come spesse accade ai Campionati Italiani, avesse perso per strada diversi elementi ha reso la corsa più anarchica e difficile da controllare: ripresa una fuga, ne è infatti partita subito un'altra proprio sul finire del quartultimo giro e sorprendentemente questa azione è stata quella che poi si è rivelata decisiva. All'inizio dell'ottavo giro, a 37 chilometri dal traguardo, avevamo quindi Davide Ballerini (Astana), Fabio Felline (Trek), Fausto Masnada (Androni), Manuele Mori (UAE Emirates), Davide Formolo (Bora) e Marco Tizza (Amore&Vita) al comando con appena 17" di vantaggio sugli inseguitori, ma da lì a breve la salita di Strela avrebbe cambiato le carte in gioco.
Formolo resta da solo ai meno 30 km
Questo nuovo gruppetto di attaccanti ha approcciato la salita di Strela, cinque chilometri al 3% di pendenza media con tre tronconi di ascesa più cattiva intervallati da due tratti di respiro, con un margine minimo di vantaggio e allora Davide Formolo ha subito rilanciato l'andatura rimanendo in testa con il solo Marco Tizza: ma nel frattempo da dietro si è mosso anche Fabio Aru che si è lanciato all'inseguimento della coppia al comando arrivando a soli 8" di distanza quando mancavano 33 chilometri all'arrivo, con il gruppo principale che invece era a 22". Tizza è un buon corridore che sta provando a rilanciarsi all'Amore&Vita - e sembrerebbe riusciti anche - dopo che i buoni risultati nel 2018 in maglia Nippo-Vini Fantini alla sua prima stagione in un team Professional non gli avevano garantito il rinnovo: oggi si è trovato al posto giusto al momento giusto, purtroppo per lui oggi Formolo era più forte ed il veronese ha allungato nella discesa di Strela e per Tizza non c'è stato più nulla da fare, mentre Aru invece si è fatto riprendere.
Formolo invece è stato strepitoso ad al passaggio sotto al traguardo aveva 30" di vantaggio sul gruppo inseguitore dove era sempre minore il numero di corridori che effettivamente potevano mettersi a lavorare per ricucire sullo scalatore veronese: ci ha un po' provato la Trek-Segafredo, poi è stato addirittura Vincenzo Nibali a mettersi davanti in prima persona per aiutare il capitano di giornata Sonny Colbrelli tirando e riavvicinando il gruppetto a Davide Formolo. All'inizio della salita Nibali si è fatto da parte (si è poi ritirato) e sono stati Domenico Pozzovivo ed un'instancabile Davide Gabburo a riavvicinare il gruppetto sempre più ridotto a Davide Formolo: da dietro sono arrivati a soli 15" di distanza dal corridore della Bora-Hansgrohe, ma nell'ultimo tratto di ascesa Formolo s'è ripreso qualche secondo e soprattutto ha aumentato tantissimo lungo la discesa arrivando anche a 40" mentre il gruppo gli faceva un grosso favore procedento con un'andatura a strappi irregolari.
Formolo, che cavalcata! Colbrelli e Bettiol sul podio
All'inizio dell'ultimo giro da 12.4 chilometri la situazione sembrava ormai compromessa per il gruppo inseguitore che a quel punto era composto da 16 unità: Davide Gabburo ha dato tutto e poi si è sfilato, Domenico Pozzovivo e Fabio Aru hanno quindi preso il suo posto a tirare per Sonny Colbrelli e Diego Ulissi rispettivamente, ma nonostante la stanchezza Formolo ha perso pochissimo terreno e trovando invece sempre più convinzione di potercela fare con il passare dei chilometri: proprio in prossimità dell'ultimo scollinamento sulla salita di Strela, a 5800 metri dall'arrivo, Diego Ulissi e Giovanni Visconti hanno rotto gli indugi e sono entrati in azione in prima persona, ma non sono riusciti a far selezione, né a portare il distacco sotto ai 20".
La discesa terminata a circa due chilometri dall'arrivo ed a quel punto niente poteva più ostacolare la vittoria di Davide Formolo che sul traguardo ha avuto tutto il tempo per festeggiare come si deve. Alla fine il distacco del gruppetto alle spalle del veronese è stato di 27" e nessuno è riuscito a fare la differenza, pur con tentativi che sono durati fino all'ultimo chilometro: lo sprint ha visto Sonny Colbrelli, ancora migliorato in tema di resistenza, prendersi nettamente la seconda posizione con Alberto Bettiol invece terzo e primo italiano negli ultimi 17 anni a fare medaglia in entrambe le gare dei Campionati Italiani nella stessa stagione. A seguire hanno chiuso nell'ordine Diego Ulissi, Andrea Vendrame, Giovanni Visconti, Kristian Sbaragli, Matteo Fabbro, Gianluca Brambilla e Marco Tizza, tutti a 27", ma in questo c'erano anche Fabio Aru, Alessandro De marchi ed altri.